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.Finita quella maledetta lezione Aidan si sincerò innanzitutto di vedere come stava Gyll. Tutto sommato quella ragazzina, nonostante fosse rimasta appesa, adorò come si era comportata. Ma la cosa che lo colpì di più fu quando vide Aibileen. Non riuscì a dirle niente, la vide semplicemente da lontano e non era messa così bene, anzi, sembrava ferita. Rimase stupito quando lei lo salutò con un cenno della mano e scappò via dall'aula, quindi voleva capire cosa le era successo in quella foresta del cazzo.
“I ragni. Tra tutte le creature esistenti nel pianeta Terra, Ensor cosa sceglie? Dei fottutissimi ragni!” Aveva deciso di capire dove fosse andata Aibileen, perché in sala grande non l'aveva vista. Quindi, salutata la sua Gyll, prese un paio di muffin e cominciò a cercarla.
Non sapeva perché ma, la prima stanza che decise di controllare fu l'aula in disuso. A quanto pareva quella stanza veniva utilizzata dalle ragazzine che avevano bisogno di stare sole (ma, secondo Aidan, anche dalle coppiette che volevano divertirsi un pochino).
Aveva fatto centro. Aibileen era lì, con la testa tra i cuscini del divanetto, tra i singhiozzi.
Aidan, in silenzio, entrò nell'aula e si avvicinò all'amica e si sedette accanto a lei.
“Ehy... Aibi?” disse, a voce bassa, temendo di spaventarla. “Mettiti seduta...non ti appoggiare a quel cuscino” avrebbe continuato la frase con 'non sappiamo nemmeno cosa ci hanno fatto, su questo divano...meglio evitare di toccarlo...' ma non sembrava minimamente il caso di fare battute del genere.
“Raccontami cosa ti è successo”. Si sporse un po' avvicinando la mano alla sua spalla, accorgendosi in tempo che fosse ferita. “Oh cazzo...fottuto En...ma sei ferita! Aibileen, devi andare in infermeria...”.
Non aveva ancora notato la ferita e la rabbia nei confronti del professore gli ribolliva nel sangue “Fottuti ragni del cazzo...” mormorò stringendo i denti. Ma poi si calmò, intenzionato a capire perché la compagna Ametrina stava facendo così. “Capisco come ti senti” In realtà lui si sentiva incazzato per via del rischio che tutti avevano corso in quella lezione. Non gliene fregava nulla se Brian Ensor li controllava. Certo, solo qualche mese prima avevano combattuto un fantasma, praticamente. Ma chi si poteva immaginare che in una lezione avrebbero dovuto combattere contro delle acromantule?
Come se i fantasmi pazzi e il suo esercito di zucche non fossero già abbastanza!Aidan Hargraves".Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei"Dioptase, 16 anni"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.(Il narratore è contento che la narratrice apprezzi la scelta di Aidan dei muffin. Ed il narratore ne lancia uno alla narratrice, dal suo comodo letto nel piccolo paese alle pendici di un vulcano che non vuole smettere di emettere boati in piena notte. Ma dette queste parole inutili al proseguimento della role e lamentele altrettanto inutili, andiamo alla narrazione vera e propria.)
Aidan ascoltò le parole di Aibileen. Come stava? Era stato sparato contro un albero, probabilmente il giorno dopo avrebbe avuto la schiena dolorante e qualche livido manco avesse partecipato ad un incontro di boxe, ma comunque era ridotto meglio di lei. Guardando la spalla della compagna, Aidan capì subito che doveva andare in infermeria.
“Io sto bene Aibi. Non sono ferito, tranquilla...Tu invece sei ferita e dovevi andare subito in infermeria...”
Scosse la testa quando lei disse di stare bene e non disse nulla, rimanendo in silenzio ad ascoltare le parole della compagna.
Scosse ancora la testa perché le dispiaceva un sacco vederla così e ricambiò l'abbraccio, cercando di non toccarle la spalla ferita ed accennando un sorriso. Era una ragazza dolce e che si preoccupava per gli altri invece che per lei stessa, come prima cosa. E per Aidan era davvero un pregio del carattere dell'ametrina.
“Sì...ma non io, Gyll ed Adamas sono rimasti appesi a testa in giù. Ma ora non piangere. Calmati...quelle acromantule hanno ferito te, però...e mi sono preoccupato per te, Aibileen...ti ho vista andartene via dall'aula senza rivolgere la parola a nessuno...immaginavo che qualcosa non era andato nel migliore dei modi a lezione...”
Il dioptase non poteva vedere Aibileen in lacrime. Voleva aiutarla in qualche modo, ma l'unica cosa che le veniva in mente era quella di accompagnarla in infermeria.
“Se solo sapessi usare gli incantesimi curativi...” Portò una mano ad accarezzare i capelli dell'amica. Voleva bene a quella ragazza e vederla in quelle condizioni era una sofferenza per lui. Non era abituato, l'aveva sempre vista sorridere e scherzare.
“Ti ho portato dei muffin...almeno ti riempi lo stomaco...” Dalla bustina che aveva portato estrasse due muffin e li mostrò alla compagni “Quale vuoi? Puoi prenderli anche tutti e due. Questo...” alzò la mano sinistra “E' al cioccolato...mentre questo” E alzò quella destra “E' alla crema.”
Accennò un sorriso, cercando in quel modo di distrarre la compagna e farla calmare. Solitamente il cibo era uno dei modi migliori, per lui.Aidan Hargraves".Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei"Dioptase, 16 anni"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Aidan odiava vedere le persone a lui più care piangere o, peggio, soffrire fisicamente o mentalmente. E vedere Aibileen piangere perché si sentiva in colpa per quelle creature e per la spalla era una combo fastidiosa. Non voleva vederla piangere. Non lo sopportava.
Quando lei sorrise lui fece lo stesso. Ecco, se lei sorrideva, Aidan si tranquillizzava. E quando lei gli chiese se voleva accompagnarla in infermeria lui annuì più volte e parlò.
“ma certo che voglio accompagnarti! Non ti lascio mica sola.”
Sorrise nuovamente quando lei gli accarezzò la guancia. “Sì lo so...ma non è bello vederti così, con quella ferita soprattutto. E voglio vederti solare, come sempre. Quindi...” dalla tasca prese un fazzolettino di carta e glielo porse “Non voglio vederti piangere. Ok? Ora ti asciughi le lacrime e andiamo”.
Era stata una lezione davvero difficile per tutti quanti. Il bosco, le acromantule...tutto completamente incredibile e assurdo. Non si aspettava una cosa del genere, nemmeno da uno come Brian Ensor, doveva ammetterlo.
“Non potevo lasciarti qui da sola, in quest'aula... E non c'è bisogno di ringraziarmi. Per qualsiasi cosa io ci sono, ok? Devi sfogarti, devi insultare qualcuno perché sei tremendamente incazzata...beh sono qui. Una sorta di sacco da Boxe...solo ti chiedo di non prendermi a pugni, per favore. Ci tengo al mio bel faccino!” fece un sorrisetto divertito e un occhiolino.
Appena lei gli diede un bacio sulla guancia, Aidan ricambiò abbracciandola “Lascia perdere la nausea. Questo Muffin fa guarire anche dal Vaiolo di drago, da quanto è buono”.
Le porse il muffin alla crema e tenne quello al cioccolato. “Sei sicura che non voglia anche questo?”
poi annuì, completamente d'accordo con le sue parole.
“Beh sì, è vero! Soprattutto se si tratta di dolci. E se la persona con cui condividi le cose sia una bella compagnia. E tu ovviamente sei una splendida compagnia”.
Fece un ultimo sorriso allegro, sperando che l'umore della compagna cambi velocemente grazie a lui e diede un morso a quel muffin.
Aveva qualcosa da dire al professor Ensor. E probabilmente un giorno lo avrebbe fatto davvero. I suoi pensieri erano colmi di odio, verso di lui, ma per il momento la sua missione era far cessare i pianti della compagna Ametrina.Aidan Hargraves".Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei"Dioptase, 16 anni"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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