E se... ?

Aidan&Aibileen (subito dopo la Lezione di Difesa Contro le Arti Oscure del Biennio - Febbraio)

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    Aibileen Beatrix
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    Era appena finita la Lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, ed Aibileen sentiva un immenso bisogno di piangere. La spalla le doleva, sì, ma il suo cuore non ce la faceva proprio più. Non ci pensava nemmeno, ad andare in Sala Grande come suo solito: la fame, quella, le era passata da un bel pezzo.
    Cosa a dir poco inusuale per lei, ma quello, era davvero l’ultimo dei problemi che potesse sentire di avere in quel momento. Dopo essersi sincerata, con lo sguardo, che i suoi compagni fossero tornati tutti vivi ed interi, si era lanciata fuori dall’aula non appena ciò le era stato possibile, salutando con un cenno del capo frettoloso Aidan e Mia.
    Se, da un lato, si sentiva un mostro per non essere riuscita a trovare un altro modo di cooperare in quella situazione, se non quello di far del male a quegli adorabili cuccioli di Acromantula (il senso delle priorità, Aibileen… Dov'è che l’hai lasciato, esattamente?), dall’altro, si sentiva un’autentica incapace per non essere riuscita ad essere più utile ai suoi compagni!
    Non voleva vedere nessuno: non perché non le avrebbe fatto bene sfogarsi con Mia o con Aidan, semplicemente, immaginava quanto tutti fossero più o meno scossi da quella lezione, e non se la sentiva di appesantire lo stato d’animo di chicchessia, in quel frangente. Così, si era diretta con fare spedito verso il primo luogo che le era venuto in mente, dove, a quell’ora, avrebbe potuto non incontrare nessuno: l’Aula in disuso. Una volta entrata lì, si fiondò sul divano praticamente in automatico, affondando la testa in uno dei morbidi cuscini, permettendosi di scoppiare, finalmente, in singhiozzi.

    << Cosa c’è che non va in me? >>

    Tremava dal freddo che sentiva ancora pervaderla praticamente ovunque, sia dentro che fuori. Una mano andò a sfiorare la ferita che aveva alla spalla, dove la divisa le si era anche leggermente rotta. Avrebbe dovuto provare a rammendarla con la magia, quella sera…
    Non aveva la benché minima voglia di andare ad Antiche Rune, dopo la “pausa pranzo”.

    “… Ah, ma è vero… Sarà meglio che io vada in infermeria…”

    Una volta che sarai riuscita a riprenderti un minimo dall’ennesima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure in cui, secondo te, sei stata un autentico disastro, sì.

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    Finita quella maledetta lezione Aidan si sincerò innanzitutto di vedere come stava Gyll. Tutto sommato quella ragazzina, nonostante fosse rimasta appesa, adorò come si era comportata. Ma la cosa che lo colpì di più fu quando vide Aibileen. Non riuscì a dirle niente, la vide semplicemente da lontano e non era messa così bene, anzi, sembrava ferita. Rimase stupito quando lei lo salutò con un cenno della mano e scappò via dall'aula, quindi voleva capire cosa le era successo in quella foresta del cazzo.
    “I ragni. Tra tutte le creature esistenti nel pianeta Terra, Ensor cosa sceglie? Dei fottutissimi ragni!” Aveva deciso di capire dove fosse andata Aibileen, perché in sala grande non l'aveva vista. Quindi, salutata la sua Gyll, prese un paio di muffin e cominciò a cercarla.
    Non sapeva perché ma, la prima stanza che decise di controllare fu l'aula in disuso. A quanto pareva quella stanza veniva utilizzata dalle ragazzine che avevano bisogno di stare sole (ma, secondo Aidan, anche dalle coppiette che volevano divertirsi un pochino).
    Aveva fatto centro. Aibileen era lì, con la testa tra i cuscini del divanetto, tra i singhiozzi.
    Aidan, in silenzio, entrò nell'aula e si avvicinò all'amica e si sedette accanto a lei.
    “Ehy... Aibi?” disse, a voce bassa, temendo di spaventarla. “Mettiti seduta...non ti appoggiare a quel cuscino” avrebbe continuato la frase con 'non sappiamo nemmeno cosa ci hanno fatto, su questo divano...meglio evitare di toccarlo...' ma non sembrava minimamente il caso di fare battute del genere.
    “Raccontami cosa ti è successo”. Si sporse un po' avvicinando la mano alla sua spalla, accorgendosi in tempo che fosse ferita. “Oh cazzo...fottuto En...ma sei ferita! Aibileen, devi andare in infermeria...”.
    Non aveva ancora notato la ferita e la rabbia nei confronti del professore gli ribolliva nel sangue “Fottuti ragni del cazzo...” mormorò stringendo i denti. Ma poi si calmò, intenzionato a capire perché la compagna Ametrina stava facendo così. “Capisco come ti senti” In realtà lui si sentiva incazzato per via del rischio che tutti avevano corso in quella lezione. Non gliene fregava nulla se Brian Ensor li controllava. Certo, solo qualche mese prima avevano combattuto un fantasma, praticamente. Ma chi si poteva immaginare che in una lezione avrebbero dovuto combattere contro delle acromantule?
    Come se i fantasmi pazzi e il suo esercito di zucche non fossero già abbastanza!
    Aidan Hargraves

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    La narratrice apprezza moltissimo la scelta di Aidan dei muffin. Anche se ha fame. Ma la suddetta narratrice sta divagando. E manco abbiamo inziato.

    “Annamo bene…”

    Tornando ad Aibileen, che stava dando libero sfogo alle lacrime ed ai singhiozzi che aveva tenuto incastrati in gola per una buona parte della “lezione” di Difesa Contro le Arti Oscure, sobbalzò appena, quando sentì improvvisamente la voce dell’amico. Ma, grazie alla premura che quest’ultimo ebbe di palesarsi a bassavoce, lo fece, come scritto qui sopra, “appena”.
    Rimase altamente perplessa dal suo consigliarle di non appoggiarsi al cuscino sul quale stava piangendo, ma si sentiva talmente stanca ed abbattuta che, semplicemente, lasciò cadere il cuscino e cercò la mano del Dioptase (con quella non collegata alla spalla ferita, naturalmente), stringendola. Sapeva, nel profondo, di avere segretamente sperato nel suo sostegno. Nella sua presenza.

    << Come stai? Meno male che sei tornato! Ho… Ho avuto così tanta paura! Sei… Sei ferito? >>

    Quando, invece, lui si accorse della sua ferita, Aibileen si sentì subito in colpa: non voleva che lui si preoccupasse per lei!

    << E.. Ecco… Sto… Bene >>

    Si rese, fortunatamente, conto abbastanza in fretta di quanto poco credibile potesse risultare, in quel momento, con gl’occhi ancora pieni di lacrime.

    << Sono stata meglio. Ma… La ferita guarirà. So che dovrò andare in infermeria, hai ragione, però … Volevo calmarmi, prima di andare. S.. Sentivo il bisogno di sfogarmi un po’… >>

    Non riuscì più a sostenere lo sguardo dell’altro, ed abbassò il proprio.

    << Scusami, Aidan… Non volevo farti preoccupare! Mi sento tanto in colpa, a.. Avrei voluto essere più utile al mio gruppo… E… Al contempo, trovare una soluzione migliore al “Betlum Exumai”… I.. Io… Non volevo ferire quelle Acromantule! Ma.. Ma quindi… Siete finiti intrappolati in delle ragnatele anche voi?!? Come state? >>

    Si preoccupò immediatamente, abbracciando di slancio il giovane coetaneo, come a volersi provare ulteriormente che, no, non gli era successo nulla di grave e che, sì, lui era lì in quel momento, con lei. Vivo e vegeto. Come avrebbe reagito, se lui o Mia fossero rimasti ridotti male durante quella lezione?? Non osava neanche immaginarlo.
    Si morse il labbro inferiore al gemito di dolore che le scappò, ma la vicinanza di quel ragazzo che, in quei mesi, sentiva di aver, piano, piano, cominciato a considerare come suo amico, le stava facendo bene e, casomai, si pentì solamente di non essere riuscita a zittire il suddetto gemito di dolore in tempo.


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    (Il narratore è contento che la narratrice apprezzi la scelta di Aidan dei muffin. Ed il narratore ne lancia uno alla narratrice, dal suo comodo letto nel piccolo paese alle pendici di un vulcano che non vuole smettere di emettere boati in piena notte. Ma dette queste parole inutili al proseguimento della role e lamentele altrettanto inutili, andiamo alla narrazione vera e propria.)
    Aidan ascoltò le parole di Aibileen. Come stava? Era stato sparato contro un albero, probabilmente il giorno dopo avrebbe avuto la schiena dolorante e qualche livido manco avesse partecipato ad un incontro di boxe, ma comunque era ridotto meglio di lei. Guardando la spalla della compagna, Aidan capì subito che doveva andare in infermeria.
    “Io sto bene Aibi. Non sono ferito, tranquilla...Tu invece sei ferita e dovevi andare subito in infermeria...”
    Scosse la testa quando lei disse di stare bene e non disse nulla, rimanendo in silenzio ad ascoltare le parole della compagna.
    Scosse ancora la testa perché le dispiaceva un sacco vederla così e ricambiò l'abbraccio, cercando di non toccarle la spalla ferita ed accennando un sorriso. Era una ragazza dolce e che si preoccupava per gli altri invece che per lei stessa, come prima cosa. E per Aidan era davvero un pregio del carattere dell'ametrina.
    “Sì...ma non io, Gyll ed Adamas sono rimasti appesi a testa in giù. Ma ora non piangere. Calmati...quelle acromantule hanno ferito te, però...e mi sono preoccupato per te, Aibileen...ti ho vista andartene via dall'aula senza rivolgere la parola a nessuno...immaginavo che qualcosa non era andato nel migliore dei modi a lezione...”
    Il dioptase non poteva vedere Aibileen in lacrime. Voleva aiutarla in qualche modo, ma l'unica cosa che le veniva in mente era quella di accompagnarla in infermeria.
    “Se solo sapessi usare gli incantesimi curativi...” Portò una mano ad accarezzare i capelli dell'amica. Voleva bene a quella ragazza e vederla in quelle condizioni era una sofferenza per lui. Non era abituato, l'aveva sempre vista sorridere e scherzare.
    “Ti ho portato dei muffin...almeno ti riempi lo stomaco...” Dalla bustina che aveva portato estrasse due muffin e li mostrò alla compagni “Quale vuoi? Puoi prenderli anche tutti e due. Questo...” alzò la mano sinistra “E' al cioccolato...mentre questo” E alzò quella destra “E' alla crema.”
    Accennò un sorriso, cercando in quel modo di distrarre la compagna e farla calmare. Solitamente il cibo era uno dei modi migliori, per lui.
    Aidan Hargraves

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    La narratrice apprezza sempre il cibo, c’è poco da fare!
    Aidan era una presenza assennata certamente molto ben accetta. Aibileen avrebbe preferito sapere con esattezza cosa fosse successo al coetaneo nella Foresta, per smettere di preoccuparsi realmente, ma stava capendo persino lei che un coro di preoccupazioni sempiterno non avrebbe portato ad un granché. Quando le ripeté che doveva andare subito in infermeria, la giovane Ametrin semplicemente annuì, sapeva che il Dioptase aveva perfettamente ragione, e si asciugò le lacrime con la manica della divisa, cercando di calmarsi definitivamente. La vicinanza del compagno la stava aiutando parecchio in ciò.
    Gli sorrise, più tranquilla, e rassicurata dal suo ripeterle che sì, lui stava bene. E sapeva che, con Mia, c’era Cameron. Sì, poteva decisamente calmarsi, adesso. Era tutto passato, in qualche modo. Ora, doveva soltanto andare in Infermeria, lì sarebbe stata curata, e presto sarebbe stato tutto soltanto un ricordo come tanti. Vero?
    … Vero?
    Con Aidan, ad ogni modo, non sapeva bene il perché, ma si era sempre sentita al sicuro, e ci tenne, in qualche maniera, a rassicurarlo di rimando.

    << Adesso andrò in infermeria… Vuoi accompagnarmi? >>

    Gli accarezzò una guancia con una mano, quando lo sentì colpevolizzarsi di non saper usare incantesimi curativi.

    << Oh no, tu non c’entri niente, Aidan! Non li abbiamo ancora neanche studiati! Anzi, grazie di essere qui… Per me, questo è già tanto. >>

    Assicurò con un sorriso, sperando di riuscire a dissipare la sua preoccupazione. Era riuscita a risollevarsi abbastanza da sentire il suo stomaco che cominciava ad insultarla in tutte le lingue possibili ed immaginabili. Tanto che Aibileen scoccò un bacio sulla guancia di Aidan, quando questi le mostrò i muffin.

    << Ho ancora un po’ di nausea… >>

    Ammise.

    << Ma ho comunque una fame da lupi! >>

    Specificò subito, con una breve risata, anche se la voce risuonò ancora leggermente rotta dal pianto. Prese con delicatezza il muffin alla crema.

    << Mangialo tu, il muffin al cioccolato >>

    Disse con un sorriso, indicando quest’ultimo con un cenno del capo.

    << Le cose hanno un sapore più buono, quando vengono condivise, non credi? >>

    Esclamò, sforzandosi di portare la conversazione su dei toni più leggeri, per veder tornare sul volto di Aidan il suo solito sorriso allegro e, delle volte, bonariamente canzonatorio, mentre affondava i denti nel dolce che l'amico le aveva portato.


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    Aidan odiava vedere le persone a lui più care piangere o, peggio, soffrire fisicamente o mentalmente. E vedere Aibileen piangere perché si sentiva in colpa per quelle creature e per la spalla era una combo fastidiosa. Non voleva vederla piangere. Non lo sopportava.
    Quando lei sorrise lui fece lo stesso. Ecco, se lei sorrideva, Aidan si tranquillizzava. E quando lei gli chiese se voleva accompagnarla in infermeria lui annuì più volte e parlò.
    “ma certo che voglio accompagnarti! Non ti lascio mica sola.”
    Sorrise nuovamente quando lei gli accarezzò la guancia. “Sì lo so...ma non è bello vederti così, con quella ferita soprattutto. E voglio vederti solare, come sempre. Quindi...” dalla tasca prese un fazzolettino di carta e glielo porse “Non voglio vederti piangere. Ok? Ora ti asciughi le lacrime e andiamo”.
    Era stata una lezione davvero difficile per tutti quanti. Il bosco, le acromantule...tutto completamente incredibile e assurdo. Non si aspettava una cosa del genere, nemmeno da uno come Brian Ensor, doveva ammetterlo.
    “Non potevo lasciarti qui da sola, in quest'aula... E non c'è bisogno di ringraziarmi. Per qualsiasi cosa io ci sono, ok? Devi sfogarti, devi insultare qualcuno perché sei tremendamente incazzata...beh sono qui. Una sorta di sacco da Boxe...solo ti chiedo di non prendermi a pugni, per favore. Ci tengo al mio bel faccino!” fece un sorrisetto divertito e un occhiolino.
    Appena lei gli diede un bacio sulla guancia, Aidan ricambiò abbracciandola “Lascia perdere la nausea. Questo Muffin fa guarire anche dal Vaiolo di drago, da quanto è buono”.
    Le porse il muffin alla crema e tenne quello al cioccolato. “Sei sicura che non voglia anche questo?”
    poi annuì, completamente d'accordo con le sue parole.
    “Beh sì, è vero! Soprattutto se si tratta di dolci. E se la persona con cui condividi le cose sia una bella compagnia. E tu ovviamente sei una splendida compagnia”.
    Fece un ultimo sorriso allegro, sperando che l'umore della compagna cambi velocemente grazie a lui e diede un morso a quel muffin.
    Aveva qualcosa da dire al professor Ensor. E probabilmente un giorno lo avrebbe fatto davvero. I suoi pensieri erano colmi di odio, verso di lui, ma per il momento la sua missione era far cessare i pianti della compagna Ametrina.
    Aidan Hargraves

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    L’ultima cosa che la giovane Ametrin desiderava, in quel momento, era di far preoccupare eccessivamente l’amico. Si sforzò più che poté di non ricominciare a piangere, nonché di pensare il meno possibile al male che sentiva alla spalla. Non poteva definirsi una ragazza abituata a provare grandi dolori fisici, ma piano, piano, sentiva di star riuscendo a controllare un minimo le sue espressioni facciali.
    Aveva già avuto modo di fare una certa pratica con il Professor Olwen, grazie al magico scontro/incontro avvenuto con una pigna, un po’ di tempo fa. Quando Aidan le confermò che l’avrebbe accompagnata fino in infirmeria, e che non l’avrebbe lasciata da sola, gli strinse forte una mano, con gratitudine, sentendo già gl’occhi rifarsi lucidi. Riuscì, però, per puro miracolo, a trattenersi.
    Ma, prima, avrebbero mangiato insieme i muffin portati dal coetaneo Dioptase. All’addentare il soffice dolce alla crema, sentì la punta del naso del buonumore rifare già capolino nel suo stomaco, se non altro, in particolare per via della tenerezza del gesto che aveva avuto l’amico nei suoi confronti! Quando le chiese se volesse anche quello al cioccolato, scosse prontamente la testa.

    << Ho voglia di fare pranzo-merenda insieme a te! >>

    Replicò, cercando di usare il tono più leggero e scherzoso possibile. Al complimento successivo che le fece, gli lanciò un bacio sulla punta delle dita di una mano, per quanto sentendosi anche, visto il personaggio, leggermente in imbarazzo!

    << A.. Anche tu! >>

    Mentre dava altri morsi a quel paradisiaco spuntino, la giovane Ametrin sentì le rotelline del suo cervello fare click! e clack! con un clamore sempre maggiore, tanto le venne spontaneo riflettere su un determinato argomento!

    << E se… ? E.. Ecco, non so come dirlo, ma comincio a pensare che forse non mi dispiacerebbe, poter avere spesso a che fare con delle creature magiche! Non so ancora bene in che modo… Io voglio diventare un’illustratrice, questo è sicuro! Non ho visto molti dei nostri compagni sentirsi in colpa per quelle povere Acromantule, però… Voglio dire, sì, ci volevano sbranare, è vero, ma loro avevano solo fame! >>

    “… E certo. Povere stelle.

    … Ma Rubeus Hagrid sarebbe fiero di te, probabilmente, Aibileen. Congratulazioni. Se un giorno riuscirai davvero a stringere un’alleanza anche solo con un’Acromantula, comunque, avrai fatto sicuramente tombola! Questo è poco ma sicuro.

    “… Questo sì che è guardare lontano, più che altro! Ed essere incredibilmente ottimisti.”

    In quel momento, comunque, non stava più avendo a che fare con nessunissima Acromantula, fortunatamente, ma con il suo amico Dioptase, nonché compagno di classe, Aidan Hargraves.

    “… Meglio.”

    Annuì alle successive parole del suddetto, tirando subito dopo fuori la borraccia che si portava sempre nella borsa delle lezioni, per passarsi un po’ di acqua sul volto, che poi si asciugò dallo stesso sfregando nuovamente la manica su di esso.

    << … Andiamo. >>

    Disse infine, sforzandosi di sorridere ad Aidan, salvo poi ridere di cuore alle parole che pronunciò subito dopo!
    Non sospettava nulla dei pensieri sempre più ostili che il compagno stava sviluppando verso il loro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, per quanto, presto, avrebbe cominciato ad averne un’idea, ed anzi, a concordare addirittura con lui, su alcune cose: durante lo svolgimento di un “compito”, appunto, di Difesa Contro le Arti Oscure, in una grotta delle Coste di Denrise!

    << M.. Ma… Mannò! Sei troppo bello, per fare il sacco da boxe! >>

    Esclamò con un occhiolino scherzoso, dandogli poi un appena accennato buffetto sulla guancia, a mo’ di nonna.

    << Il muffin ha fatto miracoli! Sono pronta ad andare… >>

    Aggiunse infine, lasciandosi aiutare dal coetaneo Dioptase ad alzarsi e ad andare in infermeria, a fare visita a Skyler Mave. Sorrise, più di una volta, con immensa gratitudine ad Aidan, sentendo che, anche se non riusciva, spesso e volentieri, a trovare un senso realmente sensato a ciò che stavano vivendo, l’amicizia che loro due stavano costruendo, tassello dopo tassello, in tutto quel macello, le piaceva. Definitivamente, la faceva stare bene.

    Ed era contenta che, alla fine dei conti, lui fosse riuscito ad indovinare dove si fosse nascosta per sfogarsi e scoppiare a piangere come una fontana, dopo quella "lezione" di Difesa Contro le Arti Oscure.

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