Affianco a te non ho più paura

Jess&Blake

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    Jessica Whitemore
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    Era successo di nuovo. Cazzo. Di nuovo quella sensazione assurda che l'aveva pervasa durante e dopo la lezione di astronomia, solamente che questa volta era amplificata al cubo. Il professor Ensor aveva avuto la bella idea di mettere i suoi alunni davanti ad un vampiro mortalmente assetato di sangue e lei, alla fine, non aveva retto. Aveva superato la prova, certo, ma a quale prezzo? La sua psiche era stata danneggiata ulteriormente. Non sapeva cosa fosse accaduto, non era una che si spaventava così facilmente -anche se di facile non c'era stato proprio nulla- ma le sembrava che l'immagine del mostro avesse attinto alla sua mente, cercato e scavato in lungo ed in largo fino a ripescare qualcosa di oscuro che ancora non riusciva a visualizzare bene, ma faceva male e faceva paura. Già era crollata nella sala e sperava che nessuno dei suoi compagni l'avesse notata, ma ora che si trovavano di nuovo nell'aula di Difesa affianco a Blake, Jesse ed Erik, con il professore a poca distanza che probabilmente stava decidendo i voti da assegnare ad ognuno di loro. Sperava di aver preso una buona valutazione, nonostante le complicanze. Ma poi si disse che certamente quelle complicanze le aveva viste lei e lei soltanto, visto che nessun accenno era stato fatto. Sì, era certamente qualcosa che era accaduto nella sua testa. Tuttavia ora si trovava scombussolata fin troppo, quindi allungò le mani ad afferrare il braccio destro di Blake, tirandolo leggermente a sé. Stava tremando in modo evidente, tuttavia sperava che nessuno degli altri se ne rendesse conto. Bibi... sussurrò contro il suo orecchio, una volta che lo avesse avvicinato abbastanza. Ce ne possiamo andare in sala comune? Ti prego... era un sussurro disperato, faceva quasi capire anche agli altri quanto assurdo dolore la pervadesse. La cosa peggiore, però, era che proprio non aveva idea della natura di tutto quello e ciò la rendeva ancora più frustrata. Avrebbe quindi fatto scorrere la mano lungo il suo braccio, fino ad intrecciare le dita a quelle di lui. Non c'era nessun tipo di malizia in quel gesto, come sempre. Blake era il suo migliore amico, il suo confidente e colui che la rendeva così forte. Se l'altro avesse acconsentito a tutto, Jess avrebbe iniziato a camminare fino ad uscire dall'aula, dirigendosi fino al corridoio senza proferir parola, aspettando di essere abbastanza lontano dal docente e dal resto dei compagni -che aveva comunque salutato con un sorriso mesto- e solo allora avrebbe mostrato per intero la sua debolezza. Io ho... è successo qualcosa che non capisco, durante la prova... sono stata investita da... improvvisamente, davanti ai suoi occhi tutto si fece puntinato e nero, mentre la testa iniziò a girarle come mai era successo. Si appoggiò al muro, sentendosi davvero male; stava avendo un mancamento ed in poco tempo, non vide più nulla.
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    Blake Barnes
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    Che le prove di Ensor non fossero proprio qualcosa di normale lo sapevano tutti, ma Blake adorava e stimava così tanto quel professore proprio per il suo essere così cruento e a volte, la maggior parte delle volte, crudele. Blake aspirava davvero a dominare le sue emozioni ed al momento, a parte quello che succedeva quando scriveva la sua musica, non ci riusciva ami. Ogni volta che suo padre scriveva ad Aaron lui aveva una ricaduta, ogni volta che pensava a sua madre, lui andava fuori di matto ed adesso tutta quella situazione con Jessica, Lilith ed Aaron dentro le orecchie era ancora peggio. Che Blake sotto pressione fosse proprio come una pentola a pressione era evidentemente, prima o poi senza quel tubicino di sfiatamento e quindi senza veramente una valvola di sfogo, avrebbe seriamente fatto danni incredibili, ma in quel momento stava succedendo qualcosa di incredibilmente assurdo alla sua migliore amica e di conseguenza, non fece altro che fare quello che gli riusciva meglio: ignorare i suoi sentimenti e le sue emozioni e pensare a quelle degli altri. Blake era un egoista arrogante nato, ma quando si parlava di quelle cose era come se fosse un'altra persona, ecco perchè si era sempre definito un pò bipolare, perchè le sue personalità erano così tante che delle volte si perdeva da solo in se stesso. Quando Jessica si avvicinò a lui, Blake non fece altro che guardarla con un grossissimo interrogativo sul viso ed ancora non fece altro che vedere la sua espressione terrorizzata e tremante. Wao hai così tanta paura dei vampiri? Si avvicinò a sua volta e la prese un pò in giro, ma quando sentì la sua mano fredda intrecciarsi con la sua alzò un sopracciglio, questa volta più preocupato. Non disse niente ed andò semplicemente con lei furoi la porta nel momento stesso Brian Ensor gli disse che la lezione era finita andate in pace! Quando si posò sul muro Blake non ebbe neanche il tempo di chiedere cosa stesse succedendo che alla fine la vide, effettivamente sbiancare, e poi svenire. Alzò un sopracciglio e la prese al volo, in poco tempo la portò in sala comune - che per fortuna era completamente vuota visto che erano tutti quanti a lezione - e la fece stendere sul divano comodo ed accogliente. Si mise affianco a lei e prese un pò d'acqua con la quale lebagnò il viso. Jess... riprenditi o dovrò portarti da Sky!In realtà avrebbe dovuto portarcela a prescindere, ma Blake faceva sempre le cose un pò come gli pareva a lui e pensava anche di riuscire a risolvere la questione, inoltre aveva sentito bene quello che gli aveva detto e se voleva andare in infermeria glielo avrebbe palesato. Adesso come non lo sapremo mai visto che era svenuta, ma Blake credeva in quello che pensava e di conseguenza erano in sala comune esattamente come lei aveva richiesto. Le diede un pizzicotto sulle guance ed attese. Si mise anche il cronometro all'orologio nuovo per vedere quanto doveva aspettare. Se non si fosse svegliata prima che la sveglia sunasse allora l'avrebbe portata in infermeria. Ma cosa diavolo l'aveva investita? Che il vampiro le avesse fatto del male realmente? Ma era possibile?
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    Jessica Whitemore
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    Il problema non era stata affatto la lezione in sé; come Blake, anche lei sotto sotto ammirava Ensor. Le sue lezioni, anche se forse non erano quelle le intenzioni del docente, aiutavano a crescere come persone, insegnavano loro ad affrontare difficoltà assurde sì, ma in una vita come la loro, da cose quasi inverosimili, potevano trasformarsi in imprevisti di tutti i giorni.
    Il problema era stata la creatura scelta per la prova. Una creatura con la quale non aveva mai avuto problemi -non che ne avesse mai incontrati- ma che quel giorno aveva risvegliato qualcosa di assopito in lei, qualcosa di cui proprio non si capacitava. Non aveva paura di essere morsa, non aveva paura che il mostro potesse farle qualcosa, aveva solo paura di ciò che esso aveva rievocato nella sua mente. Una fitta nebulosa che le aveva ghermito il cervello con una tale prepotenza da mandarla in panne e rischiare seriamente che le cose "di cui non aveva paura", avvenissero.
    Per fortuna, comunque, era andato tutto bene e lei era uscita dalla lezione riuscendo anche a prendere il voto più alto e ciò da un lato la faceva stare bene, anche se in realtà era incredibilmente turbata, come Blake poté capire immediatamente quando lo avvicinò con il desiderio di tornare in sala comune e ritagliarsi un angolino dove poter stare da sola con il suo migliore amico, parlare con lui, capire se era lei pazza o stava succedendo qualcosa. Ma si rifiutava di credere di essere così pazza da aver provato sensazioni orribili a lezione per più di una volta.
    Mh? Domandò, con sguardo assente, come se non avesse capito la domanda che Blake le aveva posto, ma alla fine si riebbe, volgendo lo sguardo verso il ragazzo. No no macché, nessuna paura... anzi sono affascinanti. Non c'era esattamente convinzione nella sua voce, ma non stava nemmeno mentendo.
    Alla fine, comunque, uscirono dall'aula senza dire più una parola. Ma lei, ad ogni passo, si sentiva sempre più debole e debilitata, finché successe ciò che aveva sperato non succedesse mai, visto che si era sempre ritenuta una ragazza forte sia fisicamente che caratterialmente. Svenne.
    Vide tutto nero e si accasciò contro il muro. L'ultima cosa che sentì, furono due braccia forti che la sostennero, poi più niente.

    Qualcosa che le parve un fortissimo getto d'acqua -che in realtà così non era- le bagnò il viso, facendole spalancare gli occhi scuri e tossire un paio di volte per espellere il liquido entrato nel canale respiratorio. Le sue iridi iniziarono a schizzare da un lato all'altro della stanza e si accorse di esser stesa su qualcosa di decisamente più morbido ed accogliente che il pavimento sul quale credeva di essere svenuta.
    I suoi occhi erano aperti ma non riusciva a mettere a fuoco nulla, anche se le sembrò di riconoscere il mobilio e la forma di quella stanza. Dovette sbattere le palpebre diverse volte prima che i suoi occhi si abituassero a rivedere ed incrociò così il viso forse preoccupato di Blake. Dove... come ci sono arrivata qui? Biascicò, la voce impastata e le palpebre pesanti, mentre si alzava sui gomiti ed osservava il suo migliore amico.
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    Blake Barnes
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    Come al solito aveva parlato troppo in fretta e forse anche con troppa leggerezza. Ma il loro rapporto era sempre stato in quel modo e non aveva nessuna intenzione di cambiarlo. Blake e Jessica erano due facce della stessa madagli e Blake non avrebbe mai e poi mai chiesto di meglio. Voleva bene alla covina come mai aveva voluto bene a nessuna ragazza, era un rapporto strano, sicuramente, ma doveva anche ammettere che non poteva sperare di meglio. non voleva ne di meglio ne qualcosa di diverso. Il loro rapporto era sempre stato molto strano e forse anche molto altalenante - esattamente come quello dell eplayer - c'erano dei momenti in cui stavano sempre insieme anche a costo di fare indigestione uno della presenza dell'altro ed altri momenti, invece, che non stavano mai insieme ed a stento si parlavano. Ecco, Blake sapeva, per certo, che anche in quei momenti poteva comunque contare sulla corvina. Forse era quello che lo legava veramente alla ragazza, forse era proprio quello che li rendeva così affiatatai e con un rapporto così speciale. Non gli servivano troppe moine per sapere chelei ci sarebbe stata sempre per lui e sperava, in un certo senso, che Jessica la pensasse esattamente come lui, ma la verità era: come era possibile non pensarla in quel modo? Si morse ancora il labbro cercando di capire come farla rianimare. Era preoccupato perchè da quando avevano fatto la lezione di astronomia, la sua migliore amica era strana e sempre turbata. Non gli piaceva per niente vederla in quel modo, non gli piaceva essere una persona impotente. Non voleva esserlo e non poteva esserlo. Non per lei e per Alex. Quando la vide riaprire gli occhi fece un piccolissimo sospiro di sollievo e poi scosse il capo. Mi hai fatto prendere un colpo. Non farlo mai più! Sussurrò come se, alla fine di tutto, lui fosse la vittima e lei la carnefice. Si era scelta un Blake Barnes come migliore amico, cosa mai si aspettava ancora. Le posò la mano sulla fronte per vedere se effettivamente stesse bene. A quella domanda sospirò. Ti ci ho portata io, mi sei svenuta tra le braccia e per fortuna che ero li. Stavamo parlando dei vampiri, e del fatto che fossero affascinanti e non ti facessero paura e sei caduta come una pera cotta. Sei sicura che sono i vampiri a farti questo effetto e non io? Nel caso lo capirei. Ci credeva a quello che diceva e ci credeva nella maggior parte dei casi, ma in quel momento stava cercando di sdramatizzare la situazione e stava cercando di farla ridere. Come ti senti? Chiese poi guardandosi intorno e cercando qualcosa di estremamente zucceroso.
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    Jessica Whitemore
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    Non si ricordava che le fosse mai capitato di svenire, ma quella volta aveva vissuto un'esperienza troppo forse e non ce l'aveva fatta, anche se non era stato il vampiro in sé a preoccuparla, ma il significato che ci stava dietro.
    Fatto fu che avrebbe sbattuto la testa a terra se non fosse stato per Blake che era lì con lei e che l'aveva sorretta. In quel suo periodo di buio totale, non aveva visto nulla di nulla se non una stanza completamente nera e silenziosa, sebbene non ne sapesse la motivazione.
    Alla fine, comunque, i suoi occhi scuri si riaprirono e per prima cosa, oltre che al soffitto della sua Sala Comune, vide il viso di Blake, il suo migliore amico con il quale aveva anche fatto sesso. Lo guardò e si sollevò sui gomiti, lievemente indolenzita. Sorrise alla sua preoccupazione ed annuì. Ci posso provare, se ti fa piacere cercò di scherzare, ammiccando al biondino ed alzandosi a sedere su quel morbido divano, fermandosi di colpo perché tutto sembrava girare. Si portò una mano davanti alla bocca come in preda a dei conati di vomito, ma non successe niente.
    Oh no sono immune al tuo fascino, bello mio! Annunciò, schiaffeggiandogli per gioco una guancia, infatti non fu certo una sberla, lo fece con estrema delicatezza, anche perché non aveva proprio la forza di prenderlo a schiaffi, oltre che non averne assolutamente nessun motivo. Che onore, allora. Il magnifico Barnes che si occupa di me. Le sue continue frasi ironiche -comunque tipiche del loro rapporto- erano atte a mascherare il suo reale stato d'animo. Era terrorizzata da tutto ciò che stava succedendo, ma non voleva proprio farlo capire. Quando lui le mise la mano sulla fronte, avrebbe potuto sentire come essa fosse tiepida, ma niente di che. Mi sento meglio, grazie per avermi portata qui. Si stiracchiò come un gatto e poi, sentendosi quasi soffocare, si allentò la cravatta, fece scivolare lungo le spalle la giacca della divisa e così fu per la camicia, rimanendo quindi con una sottile canottiera bianca, sotto la quale si intravedeva piuttosto chiaramente un reggiseno nero, poi fece la stessa cosa con la gonna, rimanendo con gli slip. No, non ci stava assolutamente provando con lui né aveva qualche doppio fine, ma lei era una ragazza talmente disinibita che non si faceva problemi a farsi vedere mezza nuda dai membri della sua casata. E poi così si sentiva decisamente meglio. In quel momento, arrivò anche Pantera preoccupato, che andò ad accoccolarsi tra le sue gambe incrociate. Ora mi sento molto meglio, anche se ancora non so spiegarmi cosa sia successo... non è per il vampiro, ma... come spesso succede, sembrava che avessi qualche ricordo ma che non riuscissi a ripescarlo dalla mente. Scosse la testa corvina, scervellandosi così tanto di capire, che un leggero mal di testa cominciò a battere all'interno del suo cranio.
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    Blake Barnes
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    Aveva sicuramente un modo tutto suo e singolare di preoccuparsi delle persone e doveva anche ammettere che non si preoccupava mai di nessuno quindi non aveva sviluppato un vero e proprio comportamento ripetitivo per preoccuparsi. Era tutto nuovo anche per lui, ma non gli era successo neanche mai di vedere Jessica svenire ed in maniera così assurda. Era sempre stata una ragazza forte, era sempre stata una ragazza veramente poco impressionabile e forse era anche quello che gli piaceva veramente un sacco di lei. Ecco, cominciava a vedere Jessica in maniere quasi diversa come se cominciava a capire davvero chi avesse vicino e cominciava ad apprezzarne davvero le qualità. Ovviamente come migliore amica, era chiarissimo! O comunque in quel momento era veramente chiaro per entrambi, poi, le cose sarebbero cambiate, ma non è questo il momento di parlare di questa situazione. Sbuffò quando gli disse che lei era immune al suo fascino e quando cercò di scherzare senzal acun successo. Continui a minimizzare la cosa come se fosse qualcosa di normale! Eh si, il magnifico Barnes si prenderà cura di te, ma non fargli l'abitudine e si mi devi un grosso favore! Sepre perchè di base Blake non faceva niente per senza niente. Era qualcosa di imprescindibile per lui, anche se tale regola non era mai valsa per Jessica e non sarebbe cominciata a valere in quel momento! Ma lui aveva una reputazione da mantenere e non aveva nessuna intenzione di distruggerla con qualche gesto casino. La vide alzarsi appena e spogliarsi sospirò. Non distolse lo sguardo, conosceva quel corpo fin troppo bene, e neanche lo nascondeva che gli piaceva guardarlo, esattamente come tutti i corpi mezzi nudi delle ragazze. Blake, nella sua testa, era sempre stato fedele ma non aveva mai nascosto davvero la sua natura. Il fatto di piacere gli piaceva e quella cosa non sarebbe mai cambiata. Era un piccolo narciso, non poteva farci assolutamente nulla. Jess. Questa storia deve finire. Cosa ti è successo? Sempre la stessa cosa? Ricordi che non ricordi? Insomma cerca di farmi capire, cavolo e se vuoi levati anche il reginseno, respiri meglio! Era stupido di natura e quelle battute servivano solamente ad allegerire un pò la tensione, in fondo si erano sempre presi in giro in quel modo ed il loro rapporto non era cambiato di una virgola, specialmente perchè di tutta quella storia non ne avevano parlato proprio per niente. Comunque alla fine si mise seduto vicino a lei e la guardò seriamente preoccupato. Era veramente svenuta per un'emozione così forte? Ecco, Blake si stava chiedendo cosa si provava a provare cose così assurde!
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    Si era abbastanza ripresa da quello strano svenimento. Lei stava benissimo, almeno fisicamente. Non era malata, non aveva giramenti di testa... niente. Eppure era svenuta. Ma proprio non riusciva a capire il perché di ciò che era successo. Aveva ormai ben capito che la cosa fosse legata al vampiro che avevano dovuto affrontare, tuttavia non sapeva come ciò avesse inficiato. Non aveva certo timore di vampiri, licantropi e tutte quelle creature oscure, eppure era successo e la cosa la spaventava non poco, ma doveva cercare di non pensarci per niente.
    Cosa dovrei fare, Blake? Cosa dovrei fare se non minimizzare? Non capisco che cazzo stia succedendo e forse non lo capirò mai! Non posso far altro, in questo momento sbuffò in risposta al suo migliore amico, alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia sotto al seno. E comunque, quando vuoi riscuotere quel favore, io sono qui ammiccò, cercando di riportare un'aria distesa nella stanza, sebbene lei per prima si sentisse tutto fuorché calma e tranquilla, ma doveva ritrovare quella parvenza di normalità che in lei c'era sempre stata, o non sarebbe mai andata avanti.
    Alla fine si sedette e si spogliò senza preoccupazioni; Blake l'aveva vista mezza nuda, in costume, in intimo e ora pure nuda! Quindi con lui non provava nessun senso di vergogna, anche se la corvina in generale non aveva mai avuto questo gran senso del pudore, almeno fino ad un certo punto. Sapeva di avere le curve giuste, di essere attraente e si faceva guardare senza problemi.
    Sì. Ho dei ricordi sfocati di un qualcosa ed oggi si sono decisamente accentuati, ma non riesco mai ad afferrare il ricordo vero e proprio, come se fosse nebbia e sfuggisse sotto le mie dita spiegò, scuotendo la lunga chioma corvina e sorridendo appena, senza però traccia di vera contentezza. Comunque sai bene quanto non sarebbe un problema spogliarmi, peccato che qui non ci siamo solo noi! Sbuffò la ragazza in un forse implicito invito ad andare in un posto più appartato. Insomma, poteva accadere di tutto ma quei due non cambiavano mai. I loro riferimenti sessuali erano ovunque.
    Sorrise quando l'amico si mise a sedere affianco a lei e si spostò appena per lasciargli spazio, posando poi la testa sulla sua spalla, fissando lo sguardo su un punto della sala comune senza realmente vederlo. Era dannatamente confusa e questo stava andando a disturbare anche il suo rendimento. Faceva fatica a studiare e le sue E iniziavano a diventare sempre più risicate, al limite con le O. In quel momento, quindi, voleva solamente stendersi da qualche parte con Blake, chiudere gli occhi e non pensare assolutamente a nulla.
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    xscheda | blake barnes | statistiche

    Su una cosa era veramente sicuro: il suo rapporto con la corvina era solido e imprescrittibile. Erano sempre stati cane e gatto ma non erano mai riusciti a mangiari davvero. Quando erano stati lontani, era stato solamente per orgoglio, ma poi, alla fine tra uno schiaffo ed una risata erano sempre tornati ad essere più amici di prima. Erano fatti per stare insieme,erano fatti per darsi piccio a vicenda e quella cosa non l'avrebbe mai cambiata per niente e nessuno. Jessica era la persona a cui teneva di più dopo suo fratello ed il loro rapporto era sempre stato veramente forte anche in quei momenti della loro vita, che per qualche ragione, si erano allontanati. Si, allontanati senza mai perdersi davvero. Non erano due amici morbosi, non erano persone che amavano le catene ed il fatto che andassero sempre in giro con gente diversa il fatto che tutti e due erano sempre così liberi, Blake lo amava. Comunque il fatto che in quel momento stessero li, su quel divano della sala comune la diceva lunga. Si preoccupava di poche persone al mondo ma quando le vedeva soffrire per qualsiasi ragione si dilaniava, anche se non lo faceva a vedere. Guardava Jessica veramente preoccupato e non faceva altro che lammiccarsi su quello che effettivamente le era successo e perchè in quel periodo stava così male. Cosa diavolo le succedeva? Ok, per essere la sua migliore amica sicuramente non era una persona normale ne tanto meno una santa, ma quello andava ben oltre a follia e vivacità. Gli era svenuta tra le braccia e la cosa non andava per niente bene. Non rispose alla sua domanda. Cosa doveva fare? E lui che ne sapeva? Sicuramente dirle qualsiasi cosa in quel momento voleva dire non riuscire ad essere un buon amico, ma Blake non lo era a prescindere. Non era abituato a preoccuparsi per gli altri e non era abituato a consolare le persone, quello, quindi era uno di quei momenti in cui voleva sparire, ma si limitò semplicemente a scuotere il capo mentre la vedeva spogliarsi e a quella proposta di riscuotere il suo favore. Oh no, lo so io quando dovrò chiederti qualche favore, questo non è propriamente il momento! Le fece un occhiolino non solo per cambiare discorso ma perchè adorava essere equivoco con lei. Adorava giocare con lei, provocarla e scherzare in quella maniera. Erano amici e lo sarebbero rimasti a prescindere. Possiamo sempre andare nella tua stanza, sei una prefetta e non hai compagne di stanza per il momento, direi che possiamo dormire insieme così che stannotte sicuramente dormi! Non lo disse con malizia, o meglio un pizzico di malizia c'era sempre nella sua voce, ma comunque era veramente preoccupato per lei e nonostante non avesse risposto neanche ad una parola di quello che lei aveva detto, aveva deciso che forse starle vicino fisicamente, era la cosa più saggia da fare. Non avrebbero comunque potuto dormire sul divano della sala comune con lei mezza nuda, sia perchè, appunto, era una prefetta sia perchè Ensor li avrebbe uccisi a suo di pugni in faccia, quindi una morte lenta ed anche dolorosa! La guardò e sorrise ancora. Allora andiamo? Chiese poi alzandosi dal divano e tendendole la mano.

    Revelio GdR

     
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