Il piccolo pozionista/casinista

Compito di pozioni, Oneshot

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Era una domenica mattina fredda e piovosa. Aidan dormiva beatamente sotto le calde lenzuola del suo letto, nel dormitorio maschile dei Dioptase. Come ogni domenica, Aidan preferiva dormire massimo fino alle undici per poi passeggiare in giro per la scuola a scoprire nuovi posti e conoscere gente. Quel giorno però era completamente diverso.
    Erano le dodici e mezza ed il moro era ancora sdraiato sul letto a dormire come se non faceva da giorni. Non aveva nemmeno messo una sveglia e i compagni non lo disturbavano mai. E facevano bene! Se veniva svegliato bruscamente poteva finire per offendere pesantemente il compagno. Quando l'orologio del cellulare indicava le tredici in punto, Aidan, poggiato rivolto sul fianco sinistro, aprì l'occhio destro, mosse la pupilla in ogni direzione ed infine decise di aprire anche l'altro. Fece un sonoro sbadiglio, mettendosi a pancia in su e si stiracchiò. “Che ora è?” prese il suo cellulare e guardò l'ora “Cazzo. Credo sia un po' tardi...vabbè” Si alzò e, essendo solo nel dormitorio, cominciò a spogliarsi dirigendosi verso il bagno. Si buttò sotto la doccia e rimase lì per una ventina di minuti. Uscì, si asciugò, fece i suoi bisogni “mattutini”, si vestì e si sedette a letto. “Ho fame.” Decise che era ora di scendere in sala grande per fare una colazione/pranzo. La sala era mezza vuota, naturalmente. Avevano ormai finito quasi tutti di pranzare. Lui si sedette ad uno dei posti liberi e mangiò tutto ciò che si trovava davanti.
    Non aveva nulla da fare, quel giorno. Quindi aveva intenzione di fare il suo consueto giro...finché non sentì una discussione dei suoi compagni che parlava di compiti di pozioni. Aidan spalancò gli occhi “Cazzo” disse fermando la mano con una coscia di pollo a pochi centimetri dalla bocca, “Devo fare il compito di pozioni. Ora.”
    Lasciò andare la coscia di pollo sul piatto ed andò nuovamente nel suo dormitorio. Prese il foglio dove aveva segnato il compito e lo lesse.
    “La pozione drizzacapelli...e dove prendo gli ingredienti, adesso?”
    Si sedette sul suo letto, ancora disfatto, e pensò. Ad alta voce. “Coda di topo...potrei catturare qualche topo che scorrazza in cucina...a meno che non abbiano fatto la derattizzazione, ma ne dubito. La coda di ratto...beh, non credo che ne troverò in cucina...dovrò procurarmela in qualche modo...Il peperoncino...beh posso cercare anche questo in cucina...oppure se non hanno già ripulito tutto, posso trovarne un po' in sala grande! Le foglie di ortiche...beh basta che vada fuori o nei giardini. Di sicuro li troverò. Il muco però?” A quel punto si zittì. Storse la bocca pensieroso, alzò un sopracciglio e poi si mosse per prendere qualcosa dentro la sua cartella. Una specie di fialetta. La bocca si storse, ma stavolta per la puzza che quella fialetta emanava “Cazzo che schifo...” Prese la fialetta con due sole dita e la posò sul comodino. “Ecco a cosa doveva servire questo coso schifoso che mi aveva dato la professoressa... Bleah”
    scosse la testa e preparò le cose da portarsi dietro. Aveva scelto l'aula in disuso per fare il compito. Sperando che non entrasse nessuno. Non amava essere disturbato mentre faceva i compiti.
    Per iniziare, decise di prendere il peperoncino. E per prenderlo raggiunse nuovamente la sala grande. Andò verso una fila di barattolini di spezie posati sopra un vassoio su un tavolo e vi cercò il peperoncino. “Curcuma...sale...curry...chiodi di garofano...eccolo il peperoncino!” Prese ovviamente tutto il barattolino e se lo infilò in tasca. Poco dopo si accorse di una cosa strana che si trovava nel vassoio appena tolse il barattolino. “Ma che...” guardò meglio e capì di cosa si trattava 'chi è il genio che nasconde i profilattici sotto il barattolo del peperoncino?' vide che la bustina era ben sigillata, si guardò intorno e infilò in tasca anche quella in tasca. 'non si sa mai...'.
    Ed il primo ingrediente era già suo. Un giochetto facile...e ci aveva anche guadagnato qualcosa di utile.
    “Ora la coda di topo...” Tra le cose ancora a tavola recuperò un pezzo di formaggio e si incamminò verso le cucine.
    Arrivato lì, entrò e si guardò intorno. Vide che il cuoco era occupato in qualche preparazione... per cena forse? O forse stava solo mangiando. In ogni caso lo lasciò stare. Entrò senza far rumore e posò il formaggio vicino ad un buco del muro, dove, secondo lui, risiedeva la sua vittima. Rimase lì in attesa per una decina di minuti, armandosi intanto di un grosso coltello posato sopra un bancone.
    Non aspettò molto. Il dioptase sentì squittire ed un musino uscì ad annusare fuori dal buchino. Aidan lo guardò immobile, sperando che non si accorgesse di lui. Poco dopo il topo uscì completamente dalla tana, lentamente si avvicinò al formaggio e lo annusò. Aidan alzò lentamente la mano armata di coltello, aspettò che il topino cominciasse a sgranocchiare quel formaggio e un colpo secco di un metallo che sbatte contro la pietra ruppe il silenzio, seguito dallo squittio sofferente del povero topo che si rintanò velocemente nel suo buchino. La codina era lì, immobile. Aidan la prese, la infilò nel calderone, ci infilò dentro anche il coltello e scappo' via da lì.
    “E presa anche la coda...adesso quella del ratto...posso provare nel giardino...” Non aveva altri luoghi in cui poteva trovare questa benedetta coda di ratto, quindi si incamminò verso il giardino.
    A metà strada però notò per terra una cartella di qualche compagno di scuola. Era aperta e dentro c'erano diverse boccette e qualche ingrediente. “O magari...” continuò a camminare, più lentamente, controllando se nei dintorni ci fosse il proprietario dello zaino ma sembrava non ci fosse nessuno. Si avvicinò allo zaino e con una mano vi rovistò dentro. Tra le altre cose aveva trovato due code di topo ed una coda di ratto. “Che fortuna...se lo avessi saputo prima avrei evitato di amputare la coda ad un topo vivo...” Decise comunque di prendere sia le code di topo sia quella di ratto “sempre utile avere una scorta. Mi dispiace amico...devo fare i compiti. Ora mi manca l'ortica...Mi tocca comunque andare al giardino...”
    Dopo un po' uscì dall'ingresso e raggiunse il limitare del giardino, dove un'ancora sottile distesa di erba cominciava a spuntare. “Deve avere le foglie dentellate, se non ricordo male...e...oh no mi sono scordato che è urticante...merda i guanti!” si portò una mano sulla fronte “Idiota...” sospirò scuotendo la testa e continuò a cercare. “Eccola...” disse pochi minuti dopo. Non aveva voglia di prenderla con la bacchetta, quindi decise di usare le mani, resistendo al bruciore che l'ortica gli avrebbe causato. “Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo.” sradicò una pianta intera e la gettò dentro il calderone.
    Finalmente aveva tutti gli ingredienti e quindi poteva cominciare a preparare la pozione.
    Rientrò nel castello e raggiunse di corsa l'aula in disuso.
    Nel suo calderone aveva portato anche un piccolo fornellino a gas che posò sopra un tavolo, il mortaio che mise accanto al fornellino, una bottiglia di acqua, un mestolino per mischiare la pozione, il coltello che aveva preso in prestito, il foglietto con gli ingredienti, un mestolo per raccogliere la pozione, un bicchiere e il procedimento e tutti gli ingredienti che si era abilmente procurato.
    “cominciamo allora...” Lesse il primo punto del procedimento e fece come era scritto: Accese il fornelletto a fuoco basso, riempì il calderone con mezzo litro di acqua e posò il calderone sopra il fornelletto.
    “Ok...ed ora?” tornò a leggere “Le ortiche devo pestarle...bene. Sempre i guanti, mannaggia...” si tastò le tasche dei vestiti e sentì in una tasca un pacchetto di fazzoletti. “Provo con un fazzoletto, magari..” prese un fazzoletto e piano piano cominciò a strappare le foglie della pianta e metterle dentro il mortaio. Finite tutte le foglie, cominciò a pestarle dentro il mortaio. “Dovrebbero diventare poltiglia...almeno così c'è scritto” continuò a pestare per qualche minuto, finché non decise che poteva andare bene.
    Tornò a leggere. “Peperoncino...tre misurini...” tra le sue cose prese un misurino ed aprì il barattolo del peperoncino. Mettendo tre misurini di peperoncino dentro l'acqua. “1...2...e...3. Perfetto...ora?”
    Andò a leggere e quindi prese il mestolo per mescolare e lo immerse nell'acqua, girandolo due volte in senso antiorario “1...e 2...bene...” Poi, prese una delle tre code di topo che si era procurato (quella amputata dal topo in cucina, per la precisione) e la gettò nel calderone. Lesse il sesto punto e annuì, alzando la fiamma e prendendo il suo magifonino per attivare il timer di dieci minuti. Nel frattempo avrebbe continuato con ciò che diceva nel settimo punto. Quindi prese la coda di ratto e col coltello la tagliò a pezzettini. Mise quei pezzetti nel mortaio ancora pieno della poltiglia con le ortiche e li pestò insieme.
    Appena finì di pestare col mortaio ed il timer scattò, prese il muco di vermicoli e ne aggiunse due misurini dentro il calderone. Prese nuovamente il mestolino per mischiare e lo girò tre volte in senso orario “1...2...e 3...ora...7 in senso antiorario..1...2...3...4...5...6...e 7!”.
    Lesse il procedimento e prese il mortaio svuotandolo dentro il calderone.
    “Ora bisogna mescolarlo una volta in senso orario...ecco fatto...ed ora?” Lesse l'ultimo punto “Oh la bacchetta...” dalla tasca di dietro dei pantaloni prese la sua bacchetta e la agitò come era scritto nel procedimento, cioè facendo un movimento a spirale sul calderone.
    Il colore, notò Aidan, gli sembrava quello giusto che aveva detto la professoressa. Ora bisognava solo provarlo. “Quanto vorrei una cavia proprio ora. Invece tocca a me, bere questa...cosa...”.
    Sul tavolino prese un mestolo e prese la pozione, versandola dentro il bicchiere.
    “Alla mia salute...” Prese il bicchiere e bevve tutto d'un sorso quella pozione. Era riuscito nell'impresa?
    Aidan Hargraves

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    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

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    Nessun topo è stato maltrattato durante questo compito. No, scherzo.
     
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