Due paia di neuroni se la cavano meglio di uno solo (ne siamo sicuri?)!

Aidan&Aibileen

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    Aibileen Beatrix
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    Perché mai premurarsi di farsi la doccia, piastrarsi i capelli, e di mettersi pure un velo di trucco, dite voi? Molto semplice: visto che non se la sentiva di venire meno all’impegno che aveva preso con il suo amico Aidan di mettersi potenzialmente nei guai andando in avanscoperta nel Labirinto dell’accademia , voleva quanto meno cacciarsi nei suddetti guai con stile.
    Sia mai che una qualche creatura più o meno pericolosa potesse dire di averla vista conciata come uno spaventapasseri.
    Un ragionamento ineccepibile…

    “Oh, beh, grazie mille!”

    Scherzi (?) a parte, Aibileen non era una ragazza che badava eccessivamente al suo abbigliamento e a come appariva, ma prendersi cura del suo aspetto la divertiva, e spesso, anche, rilassava. Ed era pur sempre una giovanetta di 16 anni.
    Vestitasi con un paio di jeans neri, un maglioncino bordeaux, ed il suo cappotto verde, s’infilò sbrigativamente e distrattamente un paio di anfibi del colore della fuliggine, affrettandosi subito dopo a correre verso le fornitissime, e sicuramente già brulicanti di vita ed attività, cucine di Hidenstone, nel disperato (lievementissimamente esagerata, nevvero?) tentativo di arrivare puntuale all’appuntamento con il giovane Dioptase. Era talmente in ansia all’idea di arrivare tardi, come solo un’adolescente sa esserlo, che riuscì a giungere davanti all’entrata del labirinto con addirittura cinque minuti di anticipo.
    Si era anche portata dietro uno zainetto, nel quale si era premurata d’infilare due giganteschi panini al prosciutto crudo ed alla mozzarella, due altrettanto giganteschi con l’insalata, i pomodori e la mozzarella, due porzioni abbondanti di mousse al cioccolato, delle posate per entrambi ed una borraccia piena d’acqua.
    Una volta giunta alla sua destinazione, si fermò, posando le mani sulle proprie ginocchia e dandosi qualche istante per riprendere fiato, sorridendo infine soddisfatta per essere arrivata in tempo: erano le 09h55, e la missione “Esploriamo il labirinto e cerchiamo di uscirne vivi” stava ufficialmente per avere inizio!

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    Il dioptase era già pronto ed aspettava l'orario giusto per incamminarsi ed arrivare puntuale di fronte al labirinto dove avrebbe incontrato Aibileen. Aveva proposto di visitare il labirinto insieme e lui aveva accettato senza pensarci due volte. Non poteva mica perdersi un'avventura come quella del labirinto! E poi Aibileen era simpatica e nella torre dell'orologio si era divertito a chiacchierare con lei.
    Aveva tolto la divisa, naturalmente, e si era messo le prime cose che aveva trovato: Un paio di pantaloni neri, una felpa con cappuccio grigia con la famosa Linguaccia (con la L maiuscola) dei Rolling Stones stampata sulla parte davanti (tanto per ricordare la canzone che aveva canticchiato in quella torre) ed un paio di scarpe da tennis nere. Se non fosse per la felpa grigia con la Linguaccia si direbbe che era pronto per andare ad un funerale. Aveva tirato fuori anche la mazza, con cui aveva giocato alla pignatta con le Zucche, nella notte di Halloween. Non si può mai sapere cosa potrebbe nascondersi in quei vicoli confusi!
    Appena decise che era l'orario per andare, si alzò dalla panca ed uscì dalla sala comune, incamminandosi verso il labirinto, ovviamente fischiettando un motivetto che ricordava davvero molto l'inizio di Satisfaction (non ringraziarmi). Quella volte però non si mise a cantarla, non poteva rovinare anche quel capolavoro di Mick Jagger.
    Quando arrivò, vide che la sua amica era già arrivata. Guardò il cellulare, per vedere l'orario: Erano le10:10.
    “Ehilà, Aibileen!” salutò la ragazza avvicinandosi a lei “E' da tanto che mi aspetti? Ma guarda un po'! Ti sei truccata?” Il Ragazzo sorrise divertito. La trovava davvero una ragazza carina e era a conoscenza di questo. Però non ricordava di averla mai vista truccata. O magari non ci aveva fatto davvero caso, prima d'ora. “Come sempre, stai benissimo, Aibileen!”.
    Mise la mazza sulla spalla con sguardo fiero come un soldato medievale pronto alla battaglia “Sono pronto per affrontare le insidie che codesto luogo ci offrirà. Io e la mia fiera mazza difenderemo la mia e soprattutto la vostra pelle, milady”.
    Guardò la compagna, con uno sguardo serio ma trattenendo a stento una risata e infine le chiese “Voi siete pronta, milady? Cosa avete portato, per affrontare questa difficilissima missione?”
    Aidan Hargraves

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    Ad Aibileen piaceva molto truccarsi. Era un’attività che la divertiva sinceramente, e che la rilassava. Ovviamente, il suo trucco per andare a lezione era usato in modo da risultare più leggero, per dare il più possibile l’impressione di un volto “acqua e sapone”. D’altronde, era risaputo che i trucchi considerati come i meglio riusciti, fossero quelli che non venivano sgamati in quanto tali, ma che facessero apparire il viso assolutamente al naturale.
    Non appena notò il ritardo del giovane Dioptase, si maledisse per non essersi portata dietro un libro.

    << Ma i Dioptase non dovrebbero essere quelli precisi? >>

    Ironizzò tra sé e sé, ma con fare bonario, senza reale traccia di fastidio nella voce. Stava per rivolgersi alla rosa che si trovava all’entrata del labirinto, tanto per fare qualcosa, quando fu interrotta dall’arrivo del coetaneo.

    << No, dai, non è così tardi! E… Sì, mi sono truccata! Come sto? Mi sono anche lisciata i capelli! Visto? >>

    Domandò con un sorriso divertito, facendo volteggiare i capelli per aria con fare fintamente snob, salvo poi imbarazzarsi al complimento dell’amico. Gli scoccò un bacio sulla guancia.

    << S.. Sempre il solito esagerato! >>

    Finse di rimproverarlo, sorridendogli timidamente. Non si poteva dire che Aibileen fosse brava ad accettare i complimenti, per quanto ovviamente li apprezzasse parecchio.
    Al giuramento semi-scherzoso che fece di difendere la loro pellaccia, la giovane Ametrin gli sorrise, grata. Dubitava fortemente che sarebbe riuscita ad entrare da sola in quel posto così affascinante, certo, ma anche spaventoso! Giravano tante di quelle voci, su quel labirinto…
    Moriva dalla voglia di disegnare qualche creatura stravagante lì residente, però! Era davvero molto curiosa di saperne di più… Anche se uscire dal suo guscio le stava costando molto più di quello che poteva sembrare.
    I modi leggeri ed allegri di Aidan la stavano aiutando parecchio a distrarsi, quello era poco ma sicuro.
    Si sentì un po’ stupida, però, quando il compagno le chiese cos’aveva portato: non aveva pensato a nulla che potesse effettivamente aiutarli a difendersi in caso di pericolo!

    << Ehm… N.. Non ho portato armi, con me… Ho solo la bacchetta. E dell’acqua! E dei panini! Ah, sì, ed anche il quaderno e la matita... >>

    “… Non si può dire tu sia una guerriera provetta, ragazza mia.”

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    Aidan rimase a guardare Aibileen far muovere i suoi capelli facendo poi il classico fischio di apprezzamento “Niente male Beatrix, niente male” disse sorridendole. Non poteva mica negarlo, il dioptase. Aibileen era davvero una bella ragazza, e glielo aveva pure detto. Come si sapeva, Aidan difficilmente riesce a tenere un complimento o una critica per se. Preferisce dire ciò che pensa. Ed in quel caso, pensava davvero che lei fosse una bella ragazza.
    Sorrise quando lei gli diede un bacio sulla guancia “Non sono esagerato, Aibileen. È la verità!”
    Il fare giocoso di Aidan faceva intendere che lui non si preoccupava affatto di ciò che avrebbero trovato lì dentro. Il dioptase amava provare cose nuove e un labirinto era una cosa assolutamente nuova. Non ci era mai stato in vita sua e dato che ad Hidenstone ce n'era una, ne approfittò ed accettò subito la proposta della compagna ametrina di andarci insieme.
    La ragazza poi rispose alla domanda che Aidan le aveva fatto, riguardo a quello che aveva portato.
    “Bastava pure la bacchetta...ma io volevo fare il figo e mi sono portato la mazza. Tanto non penso che la userò davvero” rise facendole l'occhiolino e poi si avvicinò all'ingresso del labirinto. “E comunque hai fatto benissimo a portare i panini. E soprattutto la carta e la matita. Così posso vederti mentre disegni!” si voltò e le fece un sorriso “Entriamo, Milady?”. Voleva anche dirle una cosa che ancora non aveva fatto. Le avrebbe potuto scrivere un messaggio, ma era più bello se glielo avesse riferito di persona. Quindi, mentre si addentravano nel labirinto, con un sorriso a trecentonovantaquattro denti parlò “Hai presente quando ti avevo detto che c'era una ragazza che mi piace? E che ti avrei detto il suo nome solo quando lo avrebbe saputo lei? Ecco, questa ragazza si chiama Gyll. È una ragazza del secondo anno dei Black Opal. E niente...le ho chiesto se si volesse mettere con me ed ha detto di si!” forse non era il momento adatto, ma Aidan era davvero felice, come se avesse vinto il premio per miglior studente dell'universo.
    Aidan Hargraves

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    Al fischio di apprezzamento di Aidan che, venendo da lui, sapeva essere in parte scherzoso, s’imbarazzò, e gli diede un fintissimo pizzicotto sul braccio.

    << N.. Non fare il ruffiano con me, Aidan! E non stai parlando con il mio albero genealogico: perché mi chiami per cognome? >>

    Questa mania di chiamare la gente per cognome, Aibileen non l’avrebbe davvero mai capita! Ma, dopo qualche istante, gli diede comunque un bacio sulla guancia, ed il giovane Dioptase replicò di non star affatto esagerando.

    << Farò finta di crederci, Hargraves! >>

    Sperò di riuscire a sviare quella conversazione ricca di complimenti che la mettevano in imbarazzo, e che non riusciva decisamente a credere di meritarsi, nonostante si trovasse comunque, tutto sommato, piuttosto carina. Ma nulla di più, francamente.
    La tattica dell’ironia, ad ogni modo, solitamente funzionava. Riuscì pure a scimmiottarlo, verso la fine della sua esclamazione, chiamandolo anche lei per cognome! Gli dedicò, infine, una linguaccia giocosa. Tutto quello, naturalmente, aveva anche il fine di distrarla dal panico che, altrimenti, l’avrebbe assalita all’idea dei guai che potevano attenderli nel labirinto di Hidenstone.
    Spesso e volentieri, la sua curiosità ed il suo amore per le creature magiche, nonché per l'atto di osservare e disegnare quest’ultime, andavano tragicamente (sempre la solita esagerata, eh, Aibileen?) a cozzare contro il suo ineguagliabile istinto di sopravvivenza, nonché timore d’infrangere le regole e le leggi “date loro dall’alto”.
    Sorrise, oltre che con un pizzico d’imbarazzo, soprattutto con tenerezza, al commento di Aidan sul fatto di essere contento di poterla vedere mentre disegnava. Lo prese istintivamente a braccetto, ed annuì quando le propose di dare ufficialmente inizio alla loro avventura, chiamandola “Milady”. Abbozzò uno scherzoso ed appena accennato inchino, e lo abbracciò di slancio per quello che le disse in seguito; ma non ebbe il tempo di dire nulla che, all’improvviso, i due poterono udire uno strano rumore provenire poco distante dall’angolo dell’inizio del labirinto che avevano appena svoltato.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 25/2/2021, 07:02
     
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    “Ruffiano? Dico solo la verità! E ti ho chiamata per cognome perché mi divertiva farlo” Disse concludendo la frase con una risata divertita.
    Aidan non chiamava mai i suoi amici per cognome, e se lo faceva, era solo un suo modo di scherzare. Odiava essere chiamato per cognome dai compagni di scuola, come odiava essere chiamato in tantissimi altri modi. Niente soprannomi, nomignoli, diminutivi e cose del genere. Voleva essere chiamato solo Aidan. Non era nemmeno male come nome, secondo il modestissimo (presuntuosissimo) parere del Dioptase.
    Ma comunque non poté non ridere quando anche lei chiamò Aidan per cognome. E sorrise anche quando lei gli diede un bacio sulla guancia.
    Aidan pensava che quella ragazza, oltre ad essere bella, era anche molto umile, sincera. Era una delle caratteristiche che amava tanto, oltre alla simpatia. Ed Aibileen era simpatica. Ed anche divertente. Probabilmente era anche per questo che lei e Gyll erano diventate amiche. Secondo Aidan erano molto simili. Senza pensare al fatto che entrambe le ragazze potrebbero coalizzarsi contro di lui, in qualunque situazione, e su questo, il ragazzo, dovrebbe fare attenzione. Mai sottovalutare una ragazza.
    Tornando alla scena, anche Aidan ricambiò la linguaccia di lei con una linguaccia e dopo quel piccolo dialogo, i due amici si addentrarono nel labirinto e mentre parlavano Aidan sentì qualcosa in un angolo proprio all'inizio del labirinto. Il moro guardò Aibileen ed alzò le sopracciglia. Strinse la mazza con la mano sinistra mentre con la destra impugnò la bacchetta. Due armi erano meglio di una, secondo lui. “Hai sentito?” disse sottovoce “Andiamo a vedere cos'è...stai dietro di me”.
    Il dioptase non attese nessuna risposta, però si incamminò prima di lei, iniziando a camminare lentamente verso l'angolo da dove proveniva il rumore.
    Non aveva idea di cosa si nascondeva tra i vicoli di quel labirinto e non aveva voluto cercare nulla al riguardo. Voleva che fosse una sorpresa, come se stesse scartando un pacco regalo.
    Aidan Hargraves

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    Aibileen rise all’allegria contagiosa di Aidan, non le era ancora venuto in mente di dargli un soprannome, anche se non era da escludere che le venisse spontaneo farlo un giorno. Al momento, comunque, si trovava benissimo a chiamarlo semplicemente per il suo nome di battesimo che era già, di suo, piuttosto breve e conciso. E pure musicale.
    Quando Aibileen avrebbe scoperto, in una delle lezioni a venire di Difesa Contro le Arti Oscure, che Gyll era la nuova ragazza di Aidan, ne sarebbe stata contenta, perché, anche se non aveva ancora avuto modo di parlarle, da lontano le era sembrata essere una tipa gentile e simpatica, oltre che molto bella. La giovane Ametrin si era affezionata al Dioptase, e le importava sempre di più di sincerarsi, durante le giornate di lezione, che lui stesse bene.
    Quando sentirono lo strano rumore provenire da dietro l’angolo che avevano appena svoltato, si spaventò, e vide improvvisamente il ragazzo impugnare prontamente la bacchetta, dicendole di avanzare, sì, ma di restare dietro di lui. Non le sembrava il momento di impelagarsi in chissà quale botta e risposta; meno rumore facevano, e meglio era.

    “… Devo diventare più reattiva! Mannaggia a me. Forza, Aibileen!”

    Si redarguì, sbrigandosi a tirare fuori anche lei il proprio catalizzatore magico, prima di concentrarsi sul rumore che si faceva sempre più ripetuto e definito, e non solo perché si stavano avvicinando alla fonte dello stesso, le parve…

    << Aidan.. >>

    Richiamò la sua attenzione a voce bassa, toccandogli con una mano il braccio che teneva stretta la mazza.

    << Qualcuno… O qualcosa… Sta scavando. >>

    Mormorò, in apprensione, ma imponendosi di non impanicarsi troppo. Voleva rendersi utile anche lei, in quella situazione, per quel poco che ne fosse realmente in grado!
    Quando i due svoltarono, finalmente, il fantomatico angolo, si ritrovarono davanti ad una mano gigantesca, tutta sporca di terra, che terminava proprio alla fine del polso. Al centro del palmo si trovava una bocca dall’apertura grande quanto un pallone da basket. Dietro la suddetta mano, si trovava un’enorme buca, dalla quale, palesemente, sembrava essere appena uscita. Non possedeva occhi e, proprio al di sopra delle labbra, si trovavano due narici dalle aperture simili a quelle dei serpenti.

    << Merlino! Non avevo mai sentito parlare… Di una creatura come questa! >>

    Esclamò, strabuzzando gl’occhi. Era spaventata, sì, ma da un altro lato, era anche affascinata dalla creatura magica che si stagliava di fronte a loro, nonché incuriosita da morire dalla stessa! Le bastò, però, vedere la suddetta mostrare l’intenzione di avventarsi su di loro e, più precisamente, innanzitutto verso Aidan, per sbrigarsi a tracciare, con la propria bacchetta, un segmento in diagonale dall’alto in basso, e da sinistra verso destra, puntando quella mano gigante… Carnivora? O forse era Onnivora? O magari..

    “Aibileen!”

    << Glisseo! >>

    Esclamò con voce stranamente decisa, nel desiderio sempre più impetuoso di venire in aiuto del compagno.

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    Aidan, come già detto, non aveva la più pallida idea di cosa poteva trovare in quel labirinto. Forse per pigrizia (leviamo anche il 'forse') o forse per non rovinarsi la sorpresa (grossa bugia), non aveva fatto nessuna ricerca in biblioteca. E poi, era convinto che Aibileen sapesse cosa avrebbero trovato lì dentro. Ma erano tutte convinzioni di Aidan. Magari non sapeva nulla nemmeno lei ed avevano pensato la stessa cosa sul fattore sorpresa (o pigrizia)
    I due erano entrati nel labirinto e già avevano sentito i primi rumori. Da bravo galantuomo quale era, si era incamminato per primo verso dove proveniva il rumore.
    Sentì la mano di Aibileen toccare il suo braccio e poi le sue parole. Annuì, facendole capire che aveva capito che qualche essere stava scavando il terreno. Strinse il pugno più forte attorno al manico della bacchetta e svoltarono l'angolo.
    Svoltato l'angolo, Aidan vide una mano gigantesca appena uscita da una buca, probabilmente.
    Il dioptase lo osservò inorridito. “Merda, non pensavo che Mano della famiglia Addams si era ridotto in questo modo!”.
    Non aveva mai visto una creatura del genere e non sapeva nemmeno come chiamarla. Ma a dir la verità, non era il momento di sapere il nome di quella cosa, anche perché, forse per la battutaccia che aveva fatto precedentemente o forse perché era il primo che vedeva, Mano andò alla carica verso Aidan.
    La compagna fu più veloce di lui e lanciò un incantesimo per difenderlo.
    Aidan, istintivamente, mosse la mano che teneva la mazza davanti a quell'essere, per cercare di scacciarlo via (e magari dargli qualche mazzata puramente involontaria, non si sa mai).
    Poi con la bacchetta puntò Mano e pronunciò la formula “Impedimenta!” per rallentare i suoi movimenti.
    “Non provare nemmeno a colpirmi, Mano. Forse è meglio se torni da dove eri venuto.”
    Aidan Hargraves

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    Essendo il labirinto interamente frutto delle incredibili doti magiche della loro Preside, non vi era granché che Aibileen potesse trovare sull’argomento. Ci aveva provato, ad effettuare qualche ricerca, ed anzi, aveva domandato al coetaneo Dioptase di rimandare l’esplorazione del Labirinto proprio per quel motivo, anche se non aveva ritenuto interessante, all’epoca, informarlo in maniera propriamente dettagliata sulle ragioni di tale richiesta!
    Alla fine, si era rassegnata all’evidenza: non era stato scritto nulla sulle particolarità di quel labirinto! Era come se si volesse che un alone di mistero continuasse ad aleggiare su quel luogo… Tale nuova certezza (che non mancava di essere interamente personale), paradossalmente, l’aiutò ad uscire definitivamente vincitrice dalle battaglie contro tutti i timori che poteva avere avuto, ed avere comunque tutt’ora, su quella “spedizione”: voleva decisamente saperne di più! Chissà quali curiose e, magari, addirittura sconosciute creature magiche si nascondevano lì dentro!
    Ed ecco che, dopo neanche qualche passo fatto all’interno di quel labirinto, si erano ritrovati davanti ad una Mano della Famiglia Addams formato gigante, e… Potenzialmente mangia-umani, perdipiù! Quest’ultima, dopo aver indietreggiato, sorpresa dai tentativi di colpi di mazza del giovane Dioptase, scivolò a terra per via dell’incantesimo della ragazza Ametrin. Quando l’amico utilizzò l’incantesimo di rallentamento, Aibileen lo benedisse mentalmente.

    “Così noi potremo metterci in salvo… E lei non si farà male!”

    Stava proprio per esortare Aidan a mettersi a correre, anche a costo di addentrarsi maggiormente nel labirinto, insieme a lei, quando udì provenire, proprio dalla direzione che voleva prendere, il suono di un flauto fino alle loro orecchie (non quello fischiettante del tubicino di plastica che abbiamo, in molti, suonato ai tempi della scuola dell’infanzia, non senza una certa dose di orgoglio – per una buona parte-, quanto più quello dolce, arieggiante e rinfrescante -? E che siamo, in un acquapark?- di un flauto traverso) . Il suddetto, inspiegabilmente, sembrò mettere addosso una paura indicibile alla creatura magica che aveva tutta l'aria di aver voluto provare a “coglierli di sorpresa” (nonché di spalle), la quale, aiutandosi con le dita, per quanto rallentata dagl’incantesimi dei due maghi, tentò disperatamente di raggiungere il più in fretta possibile il buco dal quale era venuta. Aibileen non riuscì ad osservare la scena senza sentire una stretta al cuore.

    “Sembra essere proprio spaventata…”

    Anche se, al contempo, non riusciva neanche ad evitare di porsi dei quesiti dal tatto e dalla delicatezza piuttosto dubbi.

    “Ma quindi… Le mani hanno le orecchie?”

    Salvo poi perdersi momentaneamente in essi…

    “E… Ci saranno anche delle orecchie con le mani? Ma saranno, allora, due per ognuna, o una per una?”

    Per infine rimproverarsi, appunto, la mancanza di tatto e di delicatezza dei suddetti dubbi:

    “Ma insomma, Aibileen! Ti sembra il momento?!”

    Stava quasi per porre fine alle sofferenze della creatura con un Muffliatio (e far rischiare nuovamente la pelle, già che c’era, a lei e all’amico Dioptase!), quando, facendosi rotolare, quest’ultima riuscì a fare ritorno all’interno della sua buca, come un Bianconiglio nella sua tana (?).

    << Poverina! Anche se… Non è un male che se ne sia andata via… Però … Chissà chi sta suonando questa musica! >>

    Esordì la ragazza, dopo qualche istante passato in silenzio, nonché unicamente ad ascoltare la melodia celtica di quel flauto.

    << … Andiamo a vedere da dove viene? >>

    Propose la giovane, terribilmente incuriosita da tutta quella vicenda! Se il coetaneo si fosse dimostrato d’accordo, e l’avesse affiancata, lei si sarebbe diretta verso dove le sembrava provenire il suono di quel flauto, fino a quando, semplicemente… Quest’ultimo non sarebbe cessato.

    << Che bello questo giardino! … Merlino che caldo però! >>

    Avrebbe esclamato Aibileen, non tardando a puntarsi contro il proprio catalizzatore magico, scandendo prontamente il famoso e strausato da tutti incantesimo del cambio d’abito:

    << Vestis! >>

    I suoi vestiti si sarebbero quindi rapidamente tramutati nel vestito a bretelle giallo canarino che le arrivava fino a poco sopra il ginocchio e che, fino ad un attimo fa, si sarebbe trovato ben stipato nel fondo del baule.

    << … Saremo mica finiti nel Giardino dell'estate? >>

    Avrebbe infine consultato l’amico Dioptase, sorridendogli con fare interrogativo, ma sentendosi anche decisamente più rilassata e rincuorata dall’aria pacifica e tranquilla che sembrava regnare in quel luogo verdeggiante, cosparso di nebbia dorata!

    “Per quanto, davvero…”

    << Merlino che caldo! >>

    Avrebbe esclamato, quasi a mo’ di conferma di quanto aveva appena affermato qualche secondo prima.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 4/4/2021, 03:55
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Con l' incantesimo di Aidan, Mano rallentò i suoi movimenti. Prova del fatto che aveva funzionato a dovere.
    “Ottimo...ora forse è meglio...” stava per dire che era meglio andare, ma non riuscì a completare la frase perché venne distratto dal suono di un flauto e soprattutto dal comportamento di Mano quando sentì quel suono. Parve spaventato ed infatti ritornò nella sua buca non senza problemi. Cosa che rese fiero il dioptase, per via del suo incantesimo riuscito, ma non Aibileen che come sempre aveva provava pietà anche per degli esseri che non avrebbero avuto la minima pietà verso gli umani. Ma lui conosceva l'amica, infatti sorrise divertito “Dovresti ringraziarmi del fatto che ho usato l'impedimenta...ero tentato in un Flipendo o peggio, se solo mi venissero in mente, in questo momento. Oppure avrei usato la mazza” Disse girando l'arma a mo' di borsetta(?).
    Però poi annuì a ciò che disse successivamente “Sì, andiamo a vedere!”.
    Come prima, il dioptase si incamminò per primo, verso il luogo dove doveva provenire il suono.
    Adesso si trovavano in un giardino. Concordò poi col commento della compagna e subito dopo rimase ad osservare la compagna cambiare il suo vestito, appoggiando la punta della mazza sul pavimento e il mento sul manico, con un sorrisetto divertito “Potevi venire vestita già così, secondo me”
    Però ora anche lui sentiva caldo. Molto caldo. “Beh fa caldissimo...siamo in un giardino...penso che nome più adatto non poteva esserci. E sì...fa davvero davvero caldo”.
    Allora, il dioptase posò la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni, porse la mazza alla compagna “Mi tieni un attimo questa?” le chiese e, se lei l'avesse presa in mano, Aidan si sarebbe sfilato la felpa e l'avrebbe allacciata attorno alla vita. Avrebbe potuto usare anche lui l'incantesimo vestis, ma doveva proprio? Mi sa proprio di no.
    Con un sorriso divertito poi ascoltò il commento ripetuto dalla compagna “Beh non è abbastanza estivo, il vestito che hai messo? Ti sta pure bene, devo dire!”
    Doveva ammettere che quel momento era stato divertente e non vedeva l'ora di piegarsi dal ridere, come avrebbe fatto anche il player, ovviamente.
    “Beh...continuamo?” Infine avrebbe preso la mazza ch e Aibileen gli aveva gentilmente tenuto durante il suo strip tease e avrebbe ripreso la bacchetta in mano.
    Aidan Hargraves

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    Dioptase, 17 anni

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    Quando la giovane Ametrin udì il coetaneo Dioptase dire che, se gli fossero venuti in mente nel momento dell'attacco-difesa verso quella versione horror di Mano della Famiglia Addams, non avrebbe disdegnato lanciare degl'incantesimi ben più offensivi di un ”Impedimenta”, la suddetta gli lasciò un fintissimo pizzicotto sul braccio, guardandolo per un attimo con fare imbronciato:

    << Aidan! Non possiamo essere del tutto sicuri di cosa volesse quella creatura da noi >>

    … Ah. No?

    << Per quanto, obiettivamente, le possibilità che volesse divorarci fossero a dir poco alte. >>

    Ah, ecco. Mi sembrava.
    La ragazza, comunque, ancora più obiettivamente, non riusciva a tenere il broncio all'amico per più di due secondi. Non tardò, infatti, a sciogliere i tratti del suo volto nel sorriso allegro e rilassato che era, ormai, solita dedicare al Dioptase. Si fidava di lui, e si trovava davvero molto bene in sua compagnia!

    << Grazie, comunque. Per aver usato l'Impedimenta. >>

    Disse con dolcezza, mentre gli scoccava un sonoro bacio sulla guancia. Dopodiché, però, sempre più intrigata dalla musica celtica che stavano udendo, esortò il compagno di avventure a seguire il misterioso suono di quel flauto nascosto.
    Quando arrivarono al giardino dell'estate, rimase genuinamente sorpresa di non vedere Aidan vestis-zarsi (?!) a sua volta. Si accinse comunque, con un cenno del capo, a tenere tra le mani la mazza del compagno.

    << Hai già provato a giocare a baseball? Si tratta di uno sport babbano... Una volta, con i miei cugini, abbiamo provato a reinventarlo sulle nostre scope, usando dei bastoni di legno come mazze, e delle ricordelle come palline! Eravamo in campeggio, è stato divertentissimo... Mi piacerebbe giocare una partita di baseball babbana vera, però, una volta o l'altra... Tu potresti fare il battitore! Che ne dici? >>

    Snocciolò la ragazza, mentre osservava il giovane liberarsi della sua felpa. Quando quest'ultimo le chiese se non fosse abbastanza estivo il vestito che aveva indosso, arricciò per un istante le labbra:

    << Sì, è abbastanza estivo... Non mi aspettavo di ritrovarmi improvvisamente in piena estate, però! >>

    Ammise, prima di annuire alla sua seconda domanda.

    << Andiamo, andiamo! Ti andrebbe di sederci su quel prato laggiù, accanto a quel laghetto? Mi è venuta una fame! >>

    Propose con un sorriso, osservando incantata la nebbia brillante che li avvolgeva, cercando di riflettere ad un modo efficace di rendere un effetto abbastanza simile in un disegno.


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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Aidan sorrise divertito, mentre ascoltava le parole della compagna, che parlava dell'essere appena incontrato come se fosse una innocua puffola pigmea. Scosse la testa ridendo “Aibi, tu troveresti docile anche un coccodrillo che vuole cercare di staccarti una gamba! Prego per l'impedimenta, comunque” Disse alla fine, lasciandole un bacio sulla guancia a sua volta. Ormai le voleva davvero molto bene e si era molto affezionato a lei. Aidan farebbe di tutto per le persone a cui teneva, che sia la sua ragazza o la sua amica più cara, che sia un amico a cui tiene...non avrebbe sopportato che uno di loro soffrisse.
    Dopo un po' lei e Aidan avanzarono fino al luogo dove proveniva la musica.
    Aidan era il solito scemo: Poteva tranquillamente usare anche lui un vestis, ma si scocciava. Dato che in quel giardino c'era caldo, Aidan pensò bene di togliersi la felpa, rimanendo a torso nudo. Mentre lui si sistemava, Aibileen parlò. Lui voltò lo sguardo verso di lei “Sì, conosco quello sport...ma non ci ho mai giocato, in realtà.
    Però..non mi dispiacerebbe giocare assieme a te! Io potrei fare il battitore...tu cosa vorresti fare, invece? La ricevitrice?”
    La osservò con un sorrisetto divertito, immaginandosi già le risate per quante figuracce avrebbe fatto lui, non essendo un pratico di sport.
    Alle parole che disse dopo, il dioptase si trovò d'accordo, ovviamente. Aidan non conosceva il labirinto e non si immaginava che ci sarebbe stato un “giardino d'estate”, sennò avrebbe messo una maglietta a maniche corte, sotto la felpa.
    Quando Aibileen propose di andare a sedersi su un prato che aveva indicato e mangiare lì, Aidan annuì. “Assolutamente sì! Muoio di fame anche io!”
    Quindi sia lui che Aibileen si sarebbero diretti verso il giardino e avrebbero cominciato a mangiare. Aidan divorò quel gran panino che aveva preparato l'ametrina e sarebbero rimasti lì a godersi un po' di pace per un po', fino a quando non decisero di uscire da quel labirinto e tornare nelle rispettive sale comuni.
    Aidan Hargraves

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