Oh My loki

Miniquest da sballo @denrise

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    Il Disting non era una delle più note feste norrene, né una delle più sentite a Denrise, ma per Magnus Korsbenet quella festività rappresentava l'occasione di una vita, del resto a nessuno interessava poi molto una festa propiziatoria il raccolto, non in un isola di predoni/pescatori, ma se la si guardava da una prospettiva druidica la situazione era ben diversa, del resto per riuscire eccellentemente nei riti non serviva forse un'ottima sintonia con l'astronomia, la magia verde, quella elementale e la spiritica? E non erano forse queste le segrete arti dei druidi?
    Se quindi a Denrise la festa era un'occasione come un'altra per mangiare e bere in compagna, da secoli nel tempio essa era vissuta in maniera diversa, permettendo di misurare la forza degli adepti e comprendere quali rami tagliare e quali invece coltivare con amore
    Magnus aveva messo piede nel tempio a dieci anni per studiarvi dentro e lì ancora risiedeva dopo quarant'anni: aveva fatto tutta la gavetta necessaria, aveva servito maestri sempre più potenti, apprendendo quanto possibile e sopportando anche di peggio e quando infine gli anziani avevano individuato lui come druido di riferimento per i preparativi, egli aveva subito capito come fosse la sua occasione: gli Anziani lo stavano mettendo alla prova, per vedere se potesse diventare uno di loro.
    Con la dipartita della strega Aithne, tanto cara a Sigurd, ma tragicamente defunta in Islanda, del resto, non vi erano rivali con pari esperienza e conoscenze a lui, ma una prova era sempre una prova e il fallimento era dietro l'angolo, specialmente quando i capricciosi dei si mettevano di mezzo.
    Aveva selezionato i suoi migliori allievi e si era affidato ad altri druidi esperti per i preparativi; aveva curato personalmente ogni singolo passaggio, assaggiato ogni prodotto e udito ogni canto, ogni formula. Sette giorni prima della celebrazione, il 27 gennaio, Magnus si era messo dunque all'opera, iniziando a benedire i campi e le piante del tempio. Tutto si era svolto ottimalmente, lasciandolo quasi certo della propria promozione, ma il mattino dopo, quando Annabeth, una delle sue allieve, era corsa da lui a svegliarlo, quasi in lacrime, egli aveva compreso quanto non potesse dormire ulteriori sogni sereni.
    I campi erano diventati aridi e secchi, gelati, e tra di essi, talora, era nato solo qualche ramoscello di muschio.
    Magnus aveva ripetuto i riti, due volte quel giorno, ma non aveva ottenuto niente se non ulteriore vischio, aveva tentato allora di consultare testi su testi, cercando una risposta, eppure niente era riuscito ad invertire quello strano fenomeno. Si era persino umiliato ed aveva chiesto agli Anziani un consiglio, ma questi avevano risposto solo in maniera evanescente: da un lato non parevano volerlo aiutare, ma sotto quella facciata l'uomo leggeva anche ben altro, ovvero che non sapessero cosa fare. Il perché a quel punto gli era apparso chiaro, inequivocabile, confermando paure che da giorni attanagliavano il suo cuore: era colpa di Loki.
    Tutte le divinità potevano essere adorate dai druidi, incluso Loki, ma tutti conoscevano la natura duale del dio e tutti ben sapevano come nessun mago sano di mente si sarebbe mai affidato a lui, poiché un patto con quel dio poteva significare dannarsi l'anima o, peggio, compiere peccati indicibili pari alla magia più nera. Ma era la sua occasione, la prima ed ultima, e solo Loki a quel punto, poteva renderla tale.
    Non era uno sciocco e sapeva bene di dover parimenti temere il dio quanto i sussurri del tempio, per quello durante la notte tra sabato 30 e domenica 31, Magnus si era recato con quattro fedelissimi sui monti, ufficialmente per trovare nuovo contatto con la natura e tentare di porre rimedio agli strani fenomeni, ma in realtà per celare al villaggio, tra le conifere, il suo tentativo di contatto col dio più insidioso della mitologia norrena e forse del mondo.
    Si addentrarono tra le piante, staccando con antichi riti rami da diversi alberi, bassi e secchi e prendendo resina dai pini e rocce da terra. Giunti in una radura, avevano disposto a cerchio 24 pietre, ognuna con sopra incisa col sangue una runa, quindi al centro avevano disposto la legna e l'avevano incendiata con la magia.
    I quattro adepti si erano inginocchiati ai quattro punti cardinali, attorno alle fiamme, recitando preghiere nel mentre Magnus gettava erbe essiccate, recitando antiche preghiere perché conducessero a sé qualcuno, qualcuno che potesse placare Loki.

    Magnus era troppo prudente e saggio per evocare Loki direttamente e stringere con lui un patto: solo gli stolti pensavano di poter superare in astuzia il trickster per eccellenza, ma diverso sarebbe stato con un intermediario, qualcuno che, per qualche ragione a lui non nota, godesse del suo favore, o fosse ciò che desiderava. Fu così che la sua magia rituale si sparse per tutta l'isola fino a giungere anche in altri modi e sussurrare le sue suppliche agli dei, perché guidassero a lui la soluzione, una soluzione non poi così lontana, del resto.
    A qualche chilometro di distanza, infatti, si trovava Hidenstone e lì abitava un certo mezzogigante. Il Black Opal non riusciva a dormire sogni sereni dal 27 gennaio: ogni notte si svegliava almeno tre volte, sudato marcio. Sognava di essere bruciato vivo, col fuoco, ma anche con l'acido, sognava del suo volto e il suo corpo sfigurato dalle ustioni, ottenendo lo schifo di tutti coloro che aveva intorno. Sognava di diventare pietra, di diventare polvere, di diventare acqua, di ardere fino a diventare fiamme o ghiacciare fino ad essere parte delle nevi perenni dell'isola e in ogni sogno, indipendentemente da quale fosse la sua rovina, vi erano ovunque vischio, che lo fissava, quasi giudice.
    Anche quella notte non stava andando diversamente, fosse stato a dormire, ma verso l'una qualcosa sarebbe cambiato.
    Una sussurro lo avrebbe destato o lo avrebbe distratto da ciò che stava facendo. Il bisbiglio lo invitava ad andare, anche se dove non si capiva, anche perché la voce, maschile e femminile assieme, pareva sorda alle sue richieste di spiegazioni o anche solo di cessare; l'unica cosa che pareva saper dire era vai.
    Lentamente la voce avrebbe assunto una direzione, precisa. Lo avrebbe guidato all'estero del castello, fin al labirinto, davanti al quale era cresciuta una pianta di vischio. Stava a lui se toccarla o meno: lo avesse fatto, questa sarebbe diventata una sorta di scopa volante, pronta ad essere cavalcata.
    Non lo avesse fatto, Ciaran Hinds avrebbe sentito un violento dolore alla spalla destra e toccandosi avrebbe sentito la propria pelle deformarsi come se fosse una cicatrice da ustione. Il dolore, lancinante, non si sarebbe fermato finché non avesse toccato il vischio.
    Poteva seguire la scopa o poteva salire su di essa, qualcuno lo stava chiamando e in fondo a quella persona poco importava come lo raggiungesse. In ogni caso, la sua meta era proprio la radura dove si trovavano Magnus e i suoi adepti, ancora intenti a pregare ed eseguire i propri riti.
    Note Off
    Bene, eccoci alla quest per cui sei stato scelto.
    Descrivi liberamente il vissuto di Ciaran: è auspicabile che tu arrivi alla radura, ma se vuoi apporti al master destino, libero di agire come credi!

    Regole generali
    * Le scadenze sono fissate di tre giorni in tre giorni;
    * Puoi fare un solo post a turno comprensivo di due azioni e una mezza azione;
    * Puoi convertire exp fino al tuo primo post;
    * Sotto al post posta un breve riassunto delle tue azioni, a scanso di equivoci. Ricordati di inserire Skill e quirk!

    Scadenza: mercoledì 13 gennaio ore 22.00

    Divertiti e divertimi!

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    Ciarán Hinds
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    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
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    Gold is the new black La mano del mezzogigante afferrò il lembo della coperta e le palpebre si spalancarono di colpo. Nella silenziosa tela di Hidenstone, il suo fiatone era l'unico tratto di colore. "Ancora..." Il capo curvò verso il letto del suo compagno di stanza. "Sta dormendo?" Ryu era un tipo strano ma attento e il suo dormire indicava che no, nessuno stava facendo schiamazzi a quell'ora del giorno.
    Ciarán non ne rimase sorpreso.
    Tutto cominciò il giorno del suo compleanno. Il ragazzone non aveva i mezzi o i modi per imbandire una festa degna di nota, dunque si era limitato a festeggiare come meglio poteva all'interno del castello. Gli incubi lo colsero quella stessa notte. Da prima, incolpò l'ansia per i M.A.G.O.; lo studio si faceva ogni giorno più pesante e solo l'aiuto dei suoi compagni sembrava l'unica soluzione possibile per far fronte al problema. Poi, comprese che ci fosse anche dell'altro.
    I suoi incubi erano delle messe in scena: un teatro in cui lui era il protagonista della tragedia e qualcun altro il divertito spettatore. Aria, fuoco, acqua e terra; il suo corpo mutava ogni volta ma in ogni scena c'era un singolo elemento ricorrente: il vischio. Aveva avuto modo di confidare il suo disagio a pochi intimi, tra cui Howard e Elisabeth, ma sapeva che questo non sarebbe bastato.
    "Non può essere una coincidenza" Il braccio si tese e la coperta si sollevò permettendo al ragazzo di uscire dalle coperte. La mano scivolò verso il basso per afferrare il catalizzatore magico. Il pollice scivolò sulla superficie della bacchetta "Vischio bianco". Quella che teneva in mano era una singolarità, come d'altronde lo era anche lui.
    Il gigante si spogliò degli abiti ricoperti di sudore. Sapeva che quello non era più il suo posto, almeno per quel momento. Stivali, jeans, una maglietta nera e un pesante montone che aveva rubato a qualche londinese scemo; poi, fu finalmente libero di uscire dal castello.
    Il cuore era una bussola e il forte dolore che sentiva al petto doveva esserne l'ago. Ciarán seguì il "nord, finendo ai piedi del labirinto. "Questo non è un bel posto" Il mezzogigante deglutì, conscio di come quel luogo nascondesse segreti che, per quanto l'opale fosse robusto, non avrebbe saputo digerire.
    Poi gli occhi puntarono una pianta particolare. "Vischio" Il ragazzo era conscio di come questo fosse innocuo. Le bacche non andavano digerite, certo, ma al contatto non avrebbe dovuto causare problemi.
    L'indice sfiorò la pianta e questa si tese annodandosi su sé stessa. La mano si chiuse giusto in tempo per afferrare quella che poteva ricordare una scopa. Gli occhi del mezzogigante brillarono; dato il suo stato economico non gli capitava spesso di maneggiare oggetti simili. Sapeva volare, certo, ma se nessuno l'avesse reclamata, a fine serata se la sarebbe sicuramente portata con sé (Se a fine serata ci sarebbe arrivato).
    "Dovevo indossare qualcosa di più pesante" Seguendo la sua bussola interiore, inquinata da quelle voci distanti, Ciarán sarebbe volato fino alla radura. Il vento gli graffiava la pelle ma era l'ansia che gli stava stringendo lo stomaco il vero problema.
    Ciarán piegò la schiena e la scopa perse di quota. I piedi sfiorarono il terreno, una rapida occhiata ai sassi disposti a cerchio e l'attenzione venne rivolta verso i presenti.
    «Sera» Il capo venne chinato in segno di rispetto. Le ombre della notte erano un velo che impediva al ragazzo di riconoscere i volti dei druidi e ciò lo accese di curiosità.
    Un'ultima occhiata venne riservata al cerchio. La natura sfrutta questa forma in diversi contesti ma lo stesso vale per i maghi. Dall'aritmanzia il cerchio aveva raggiunto altre branchie della magia. La prima che venne in mente al mago fu l'alchimia. Pochi mesi prima, durante una lezione con il professor Black, Ciarán aveva avuto modo di approfondire il concetto dell'uruboro: un serpente che prendeva la forma di un cerchio, divorando la sua stessa coda.
    Il cerchio non era completezza ma continuità; un simbolo positivo in contesti allegri e uno nefasto in contesti tragici.
    Anche la mitologia norrena raccontava di una creatura simile: Jormungand, figlio di Loki; ma questa era solo una coincidenza.
    «Dove mi trovo?» Un ultimo sguardo venne rivolto verso quello che tra i presenti doveva essere il capo. Gli occhi dorati del gigante ne studiarono il viso, la mani e i modi. Era un nemico? Forse avrebbe potuto affrontarlo ma cosa avrebbe fatto con gli altri? Le dita scivolarono verso a fondina in cui teneva la bacchetta in attesa di un'eventuale risposta.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Stats
    Coraggio: 09
    Empatia: 09
    Intelligenza: 05
    Resistenza: 12
    Tecnica: 13
    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 12

    Oggetti
    Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    Idromave- potere di Aiace: +3 Coraggio, +1 Resistenza per tre turni; gli incanti offensivi fanno un D10 aggiuntivo di danno per tre turni.

    Recap
    Ciarán raggiunge la radura

    Azione 1: Cerca di comprendere le intenzioni dei presenti, o per lo meno di Magnus
    PP: Empatia 9

    Azione 2: Si guarda attorno cercando di comprendere cosa stia succedendo
    PP: Intuito 9/Intelligenza 5

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Magnus era alla frutta: quel piano era la sua ultima possibilità, se non fosse riuscito avrebbe dovuto gettare la spugna e rinunciare al titolo di Anziano, e nulla lo avrebbe fatto arrabbiare di più.
    Si era preparato per quella notte, aveva preso le sue migliori erbe e i suoi migliori discepoli e quindi aveva cercato di essere quanto più preciso possibile, evocando la forma di magia più pura di cui fosse in grado.
    Rimase ovviamente connesso col mondo spiritico, col terzo occhio ben spalancato, come sottolineavano i due principali chiusi, attento ad ogni influsso, ogni variazione, quasi in trepidante attesa 'Datemi un segno... fatemi capire...' e qualcosa lo capì: dapprima fu una fiamma più luminosa, più calda, poi fu fatica, profonda, come se qualcuno gli stesse letteralmente risucchiando la vita: una potente magia stava agendo su di lui, usandolo come fonte per non sapeva bene cosa 'Fa' quello che devi, ma fammi fare un passo in avanti' e quel passo fu fatto.
    'FINALMENTE'
    L'arrivo di Ciaran fu accolto con sollievo da parte di Magnus, tanto che Ciaran lo avrebbe potuto notare senza troppa fatica, così come avrebbe potuto notare tutti i discepoli interrompere i propri riti alle sue parole e volgersi verso di lui.
    Tutti i presenti indossavano un completo con cappuccio verde, ma solo Magnus aveva il cappuccio abbassato; anche gli altri a quel punto scoprirono il volto, permettendo al mezzo-gigante di notare volti forse già noti, sicuramente denrisiani.
    "Buona sera a te, prescelto dagli dei" il sorriso di Magnus era ampio, radioso, anche se aveva un che di freddo e solenne. L'uomo allargò le braccia in direzione del nuovo venuto "Sono Magnus Korsbenet, sacerdote del tempio di Denrise, maestro dei riti del Disting, e questi sono i miei migliori allievi, druidi come me"
    Nelle parole dell'uomo, Ciaran non avrebbe letto intenzioni malvagie, né tese ad ingannarlo: vi era sollievo, felicità, trionfo, certo, ma nulla faceva intendere avesse cattive intenzioni. Del resto, non ne aveva.
    "La festa del raccolto sta venendo disturbata dalle divinità: nessuna coltivazione riesce a nascere e al loro posto cresce solo il vischio... lo stesso di cui è costituito la tua scopa... e la tua bacchetta" l'uomo si avvicinò e mostrò un crescente interesse in lui, fino a giungergli davanti.
    "Sono venuto in questa radura, sulle pendici del monte, chiedendo agli dei di inviarmi un messo per placare la loro ira... e loro hanno portato a me te. Dimmi il tuo nome, ragazzo, e di chi sei figlio, e dimmi cosa ti è successo e dove hai trovato quella inusuale scopa!"
    Note Off
    Mero post di transizione, a te decidere se e cosa dire o fare!

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    Scadenza: sabato 16 gennaio ore 22.00

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    Gold is the new black Udendo il tono di Magnus, Ciarán riprese fiato. L'enorme mano si allontanò dalla fodera in cui teneva la bacchetta per posarsi sul fianco. "Magnus Korsbenet" Il nome gli sembrava famigliare. Il mezzo gigante era stato educato dai druidi ma negli ultimi due anni la sua casa era stata Hidenstone. "Korsbenet" Un cognome adatto a un santone.
    Se non fosse stato per la famigliarità che lui e i suoi uomini stavano esercitando su di lui, probabilmente l'opale avrebbe reagito diversamente; eppure, in quel momento sentì il dovere di essere onesto.
    «Io sono il grande Pdor, figlio di Kmer della tribù di Instar! Della terra desolata del Sknir! Io sono Ciarán Hinds, figlio di Vale e di Magmi Hinds» Il tono del ragazzo era solido come il granito ma il nome del padre venne pronunciato con l'enfasi di una serpe che sussurra di fronte a una preda.
    Prima di continuare, decise di prendersi qualche secondo per riflettere. Gli occhi dorati erano ancora puntati su quelli di Magnus, quasi volesse scorgere nella mente di uno dei druidi più rilevanti di Denrise. "Dunque, non siete stati voi a mandarmi questa scopa" Il ragazzo sentì il cuore tuonare nel petto.
    «Dal 27 Gennaio, gli incubi hanno preso ad infestare i miei sogni» Ciarán avrebbe rivelato al druido tutto ciò che aveva visto e sognato. Avrebbe cercato di descrivere al meglio le sue sensazioni, più per il desiderio di esorcizzarle che di essere d'aiuto.
    «Questa sera mi sono svegliato ancora una volta. Tutti voi conoscete Hidenstone» L'attenzione del ragazzo sarebbe passata da un druido all'altro. Aveva compreso come le loro intenzioni potessero essere genuine, eppure una smorfia - o la sua mancanza - lo avrebbe portato a comprendere cosa ne pensassero sulla scuola sorta sulla loro terra.
    «Sono arrivato ai piedi del labirinto di Hidenstone dove ho trovato del vischio selvatico. Dopo averlo sfiorato, quest'ultimo ha preso la forma di una scopa. Subito dopo, sono arrivato qui» Decise di condividere con gli altri anche quella informazione. Se non erano stati loro a concedergli quell'artefatto, significava che ad averlo fatto era stata l'altra parte in quella disputa.
    Il capo venne rivolto al cielo per qualche secondo, subito dopo tornò verso gli altri druidi. «Posso chiedervi il vostro nome?» Sapere, in quelle situazioni, sarebbe potuto tornare utile; e chiamare per nome sarebbe stato sicuramente un buon modo per portare rispetto.
    «Sacerdote» L'attenzione sarebbe tornata su Magnus. «Mi dica tutto quello che sa. E quello che dovrei fare per essere d'aiuto alla mia patria» Il ragazzo credeva realmente nel sacrificio? Difficile a dirsi, era solo un bambino.
    La mano sinistra si strinse attorno al manico della scopa. Se ne sarebbe potuto andare, lasciando a Denrise i suoi problemi. Eppure, ciò avrebbe significato un debito verso la sua stessa comunità.
    Affrontare quella situazione, al contrario, gli avrebbe offerto un credito.

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    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 12

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    Recap
    Ciarán interagisce con i druidi

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    Magnus non mostrò particolar compiacimento quando la prudenza di Ciaran fu messa da parte, del resto nessuno si era allarmato quando aveva posato la mano sulla bacchetta, certi che gli dei avrebbero invocato qualcuno di docile o denrisiano. Essere druidi forniva uno status particolare, in grado di farli sentire in un certo senso invincibili, o meglio, intoccabili.
    'Un mezzo gigante eh?' il druido non aveva mai davvero conosciuto Cairan, ma conosceva il suo volto quanto bastava per sapere fosse del villaggio e sapeva perfettamente chi fosse Magmi Hinds, ben sapendo di conseguenza anche la discendenza della sua prole 'Chi altri per compiacere quel vanaglorioso di Loki?'
    Il druido si limitò ad annuire alle parole del biondo, rincuorato, osservando anche la scopa quando gli fu indicata, avaro di parole, forse per deformazione professionale: i druidi amavano essere misteriosi.
    Magnus tenne occhi su di lui, salvo poi dover folgorare con lo sguardo i suoi adepti quando questi, all'udire la storia del ragazzo, iniziarono a bisbigliare come quattro topini 'Silenzio!' non lo disse, ma lo fece intuire, del resto anche lui era sorpreso e al contempo eccitato da quanti elementi del ragazzo si incastrassero con le loro vicissitudini, ma il ruolo druidico richiedeva mistero, e il mistero mal si accompagnava con lo stupirsi di chi avrebbe dovuto generarlo.
    Forse proprio per quel loro parlare sottile, Ciaran chiese loro chi fossero "Hai davanti a te Thabitha Solnir, Alfhind e Naenia Drum e Nadir Mikkelson" spiegò lui indicando col palmo della mano man mano i quattro adepti, ancora col cappuccio alzato, del resto perché lo avrebbero dovuto abbassare? Questo narratore già non aveva avuto voglia di scegliere per loro dei nomi, figurarsi dei volti!
    "Ci siamo riuniti nel bosco per cercare un modo di placare gli dei: da giorni ci occupiamo dei riti necessari per il Disting, Ciaran, figlio di Magmi" spiegò lui "Abbiamo tentato ogni genere di rito per far crescere le piante e rendere fertili i campi, senza successo; solo un tipo di pianta cresceva pur non essendo da noi evocata" e a quel punto con la mano non poté non indicare la scopa "Il vischio"
    A quel punto sarebbe stato sciocco spiegare come lui trovasse i loro racconti accomunati da qualcosa, quindi lasciò al mezzo gigante qualche secondo di riflessione, poi riprese a parlare proprio da dove l'altro aveva terminato il proprio favellare "Abbiamo chiedo agli dei di mandarci qualcuno, un segno, e loro ci hanno portato te" con solennità, il sacerdote posò una mano sulla spalla di Ciaran, fissandolo ardentemente negli occhi.
    "Questa notte noi prenderemo contatto con la volontà che ostacola le celebrazioni di questi giorni" Magnus si ritrasse fino al falò, intorno al quale iniziò a camminare "Non abbiamo certezza di chi sia e cosa voglia, per questo abbiamo bisogno di te: dovrai eseguire l'evocazione di chi ti ha condotto fino a noi e dovrai scoprire infine cosa voglia davvero"
    Un compito non proprio semplice, che forse avrebbe spaventato il ragazzo "Non sei un sacrificio, figlio di Magni, sia ben chiaro: tu sei la chiave e noi ti proteggeremo con le nostre arti. Io eseguirò il rito perché contenga l'entità, nel mentre i miei assistenti ti prepareranno a dovere... lasciati guidare da loro e dall'istinto, che non è altro che sussurri degli dei" o deliri del player: questo, in fondo, non si poteva ben sapere!
    Note Off
    Finalmente entriamo nel vivo: Magnus scopre le carte e ti dice infine cosa vuole, ovvero evocare la divinità che sta disturbando la celebrazione.
    Nel mentre lui inizia a muoversi intorno al cerchio e quindi al fuoco, recitando formule i suoi quattro assistenti si avvicinano. Ti mostrano otto unguenti, ciascuno a base di una data pianta:
    - Agrifoglio
    - Betulla
    - Giusquiamo
    - Quercia
    - Sambuco
    - Sorbo
    - Trifoglio
    - Vischio

    Ciascuno offre una protezione diversa, se opportunamente usato sul corpo, iscrivendo simboli sacri a te ignoti. Ognuno di loro può usarne uno su una tua parte del corpo e lasciano a te scegliere quale usare dove. Ti dicono che possono dipingere:
    - viso
    - braccio destro
    - braccio sinistro
    - torso
    - schiena
    - gamba destra
    - gamba sinistra

    Ognuno può eseguire iscrivere una sola parte del corpo con un solo unguento, del resto il tempo non è molto e la magia necessaria è non poca. Alla domanda di cosa possano fare sono categorici: non ti forniranno alcun indizio o spiegazione.
    Purtroppo, comunque, il tuo intuito ben poco ti dice [d20:3+3] se non spostare la tua attenzione sul vischio: quella sera sembra la sua serata, forse anche la sua settimana, ma è al contempo una pianta che a te evoca sicurezza e paura, del resto è il simbolo di ciò che andrete a sfidare e potrebbe tanto fungere da segno di benevolenza quando fornire, letteralmente, un'arma al nemico.

    Per quanto riguara il dove incidere, viene chiarito come non ci siano particolari differenze, ma fa molto freddo quella sera e nessuno, manco un mezzo gigante, vorrebbe scoprire per tutto il rito porzioni di pelle in eccesso...

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    Scadenza: martedì 19 gennaio ore 22.00

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    Gold is the new black Tra le pietre ne esisteva una particolarmente importante. Invisibile alla vista, intangibile al tatto e inodore all'olfatto. Con questa, da millenni, l'uomo aveva eretto i templi più resistenti. Si chiamava fede e in quel momento, per il giovane mezzo-gigante, questa era in crisi.
    «...» Il parlottolare dei druidi inquietò Ciarán. Non temeva la loro reazione; anzi, se così fosse stato, si sarebbe tenuto l'argomento Hidenstone per sé. La verità era che delle persone che si soffermavano su dettagli così insignificanti, o informali, sembravano tra le più inadatte per porsi di fronte all'avatar del chaos.
    L'opale si limitò ad annuire in seguito alla presentazione dei quattro. Il ragazzo tentò di memorizzare i loro nomi ripetendoli tra sé e sé. Con la consapevolezza di come questo Player amasse snervare i master chiedendo dettagli superflui, i presenti furono pronti a passare avanti.
    «Siete sicuri di non aver fatto qualcosa contro Loki?» Pronunciò il nome con sicurezza. Ciarán sapeva quanto i druidi temessero quella divinità, ma in quel momento l'istinto gli suggeriva qualcosa di diverso. Il mezzo-gigante, in mezzo a quei nerd, era il belloccio dell'istituto: il quarterback che ci avrebbe provato con la reginetta del ballo.
    «Pensate che questi avvenimenti possano essere collegati all'invasione del capitan fitzegerald nella Foresta Eterea?» Quello doveva essere il dominio di Freya, ma Loki non sembrava il genere di divinità che potesse rispettare i limiti.
    Ciarán avrebbe atteso le risposte dell'altro, per poi portare la mano destra sulla cerniera del montone che aprì subito dopo con un colpo secco. La scopa venne appoggiata nel primo luogo utile e sia la maglietta che la giacca la seguirono subito dopo. «Sambuco, per il viso; sorbo, per il braccio sinistro; betulla, per il torso e vischio, per la schiena» La morsa del vento avrebbe stretto a sé il mezzo-gigante che, umilmente, avrebbe lasciato agli altri il tempo di preparare il loro rito. Il suo tatuaggio era in bella vista. Tra tutti gli unguenti, sapeva di dover scegliere il vischio per quella specifica parte del corpo. Al contrario, non rifletté neanche per un secondo su quale effetto avrebbero potuto portare tutti gli altri «È questa la gabola della fede. Se sai cosa aspettarti, non hai veramente fede, dico bene?».
    I muscoli del ragazzo si tesero. Grosso come un orso ma privo della pelliccia di quest'ultimo, decise che avrebbe opposto resistenza alle intemperie a modo suo. «Posso usare l'astra natura su me stesso?» Avrebbe domandato a Magnus per eseguire l'incanto in una delle parti libere del corpo se e solo se avesse ricevuto il consenso dall'alto druido. «Astra natura» La mano avrebbe disegnato il simbolo di Plutone per resistere al freddo. «Astra natura» Il mezzo-gigante avrebbe ripetuto la formula subito dopo per incidere poi il simbolo di Urano, nella speranza di inibire il vento che martoriava il suo corpo.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Stats
    Coraggio: 09
    Empatia: 09
    Intelligenza: 05
    Resistenza: 12
    Tecnica: 13
    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 12

    Oggetti
    Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    Idromave- potere di Aiace: +3 Coraggio, +1 Resistenza per tre turni; gli incanti offensivi fanno un D10 aggiuntivo di danno per tre turni.

    Recap
    Ciarán interagisce con i druidi
    Sceglie Sambuco (Viso), Sorbo (Braccio sinistro), Betulla (Torso) e Vischio (Schiena).

    Azione 1 e 2
    Usa
    CITAZIONE
    Nome: Sortilegio dell’elemento astrale
    Classe: Grafico
    Formula: Astra Natura
    Movimento: Tracciare un simbolo planetario e poi una stoccata
    Effetto: genera un marchio argenteo del simbolo tracciato e lo imprime sulla pelle del bersaglio o sulla superficie designata
    Note: gli oggetti saranno caricati dell’elemento riferito al pianeta, mentre gli esseri viventi, se il simbolo sarà diritto, riceveranno bonus alle magie di quell’elemento e subiranno meno danni, mentre se inverso avranno malus alle magie e subiranno danni maggiori.

    Per ottenere una resistenza dal ghiaccio (Plutone) e dal vento (Urano).
    Quirk: //
    Oggetti: Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Il chiacchericcio degli adepti stava nel complesso infastidendo Magnus, quindi era scontato potesse far lo stesso con Ciaran, tuttavia il loro civettare si arrestò nel momento stesso in cui il ragazzo nominò l'elefante nella stanza "Sembri molto sicuro" Magnus, comunque, non pareva spaventato né dal nome, né da quella intenzione, solo curioso "E' una tua sensazione?" chiese, avanzando, fissandolo attentamente negli occhi, avido di informazioni, quanto di sensazioni da parte da colui che gli dei gli avevano mandato.
    Lo scrutò, a lungo, poi distolse lo sguardo, dandogli le spalle "Potrà sorprenderti, ma noi druidi portiamo rispetto ed onore a Loki come a tutte le altre divinità: potrà anche avere un ruolo nel Ragnarok, ma ciò non toglie che sia un figlio di Odino, un dio che più di una volta si è schierato dalla parte degli uomini"
    La risposta era dunque no, anche se il druido non lo disse, del resto qualcosa era pur stato fatto, per quanto inconsciamente, magari, il che frustrava non poco il druido quanto bastava per continuare a dar le spalle al giovane, salvo lanciargli un'occhiata quando nominò Fitzgerald "Denrise ha avuto la sua vendetta più di cento anni fa"
    Ovviamente ci aveva pensato, ma lo spettro e i suoi torturati non appartenevano propriamente al piano astrale, ragion per cui fin dall'inizio erano stati ignorati dagli Anziani, tuttavia tutte quelle domande stupirono il capo dei druidi, che, osservando il ragazzo, si chiese quanto in lui vi fosse di Loki.
    Si portò dalle fiamme per eseguire il rito e lasciò che il mezzo-gigante mostrasse la sua possenza ai quattro assistenti, i quali si disposero attorno a lui non appena ebbe scelto gli unguenti.
    "Il sambuco è un legno che dà forza e coraggio" Nadir, unico maschio del gruppo oltre il loro leader, fu il primo a farsi avanti, da solo, posando sulle guance del ragazzo il proprio dono "La protezione del Sambuco renderà fiero il tuo animo, così possente da permetterti di scacciare uno spirito... fosse anche un dio"
    Ovviamente la potenza di quegli unguenti non era onnipotente e molto sarebbe dipeso dal mezzo-gigante e dalle sue scelte, ma i druidi avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per supportarlo.
    "Anche il Sorbo è un legno che protegge" Thabita dapprima carezzò quasi con affetto il braccio sinistro del ragazzone, poi iniziò a disegnare su di esso varie forme geometriche chiuse "Ti assisterà contro l'oscuro e il maligno, contenendolo e impedendogli di attecchire nel tuo corpo" cerchi, quadrati, rombi e Francesche triangoli prendevano forma sull'avambraccio e il braccio, infondendo nel ragazzo sicurezza nel mentre si tingevamo di blu.
    Ultime ma non ultime, le sorelle Drum.
    Le ragazze furono le uniche a calarsi il cappuccio, mostrando due visi perfettamente identici "Vischio: scelta rischiosa" Naenia prese l'ampolla e si portò alle spalle del ragazzo, posando su di esse le mani e trattenendo poi il fiato alcuni istanti.
    Alfhind notò quell'esitare; lanciò uno strano sguardo alla sorella, quasi folgorandola, poi riportò gli occhi a quelli di lui "Anche la betulla è una scelta che troverai sicuramente... interessante..."
    E ciò fu chiaro non appena i polpastrelli di lei toccarono la pelle di lui. Il gelo dell'inverno stava raggelando il ragazzo, ma il tocco di Alfhind era caldo, molto più caldo di qualsiasi altro apprendista, e molto, molto più penetrante e piacevole di qualsiasi altro tocco "Chi cerca l'amore, brucia legno di betulla e prega gli dei di guidarlo..." la spiegazione di lei era in effetti superflua in quanto accompagnata da quel diabolico tocco, così piacevole da strappare con probabilità gemiti al ragazzo nel mentre ella tracciava spire su tutto il corpo.
    "Hai un tatuaggio alquanto particolare, figlio di Magmi" gli sussurrava intanto, alle sue spalle, Naenia, cercando di strappargli ogni genere di informazione a riguardo "Sicuro di non aver già incontrato Loki?"
    Le spire di Alfhind continuarono per un po', donando un piacere profondo al ragazzo, seguito da una serenità alquanto rara anche dopo il miglior sesso "La calma appagata della betulla sgombrerà la tua mente dalle fugaci emozioni, rendendoti lucido: fanne tesoro" affermò, facendo poi un passo indietro nel mentre la sorella iscriveva serpenti "Il vischio è sacro a Loki: sarà lieto di incontrarti con addosso un suo alleato e apprezzerà la tua fiducia. Ma non esiterà un istante ad usare il suo alleato contro di te"
    I quattro avevano finito e a Ciaran ormai non restava che tantare di incidere i simboli astronomici: il primo ebbe un risultato alquanto modesto, sicuramente complice il sovraccarico di scritte sulla sua cute, ragion per cui neanche tentò la seconda magia, avendo la netta sensazione che avrebbe dovuto spogliarsi ancora per aver qualche speranza. E il gioco non valeva la candela.
    I seguaci avrebbero scortato il ragazzo, così iscritto, attraverso il rigore dell'inverno fino a Magnus.
    "Come tu stesso hai intuito, è molto probabile che sia Loki, figlio di Odino, a disturbare il Disting, ma solo tu puoi esserne certo" egli reggeva in mano una ciotola in legno, con dentro una bevanda che al gusto si sarebbe scoperta amarissima "Bevi, poi scruta le fiamme e cerca in esse una risposta"
    Il druido avrebbe fatto mettere ai quattro punti cardinali, ancora una volta, i suoi ragazzi, poi si sarebbe messo alle spalle di Ciaran, tenendolo per il capo e costringendolo a fissare le fiamme.
    Lo avrebbe tenuto fermo in quella posizione finché le fiamme non lo avessero accecato col loro baluginare, finché le sue retine impazzite non vedessero altro che lui, costringendo il ragazzo a guardarsi dentro e guardare con altri sensi superiori.
    "Cerca in te la forza che ti ha condotto a noi. Cerca nel tuo cuore chi ha toccato la tua anima e ha preso possesso dei tuoi sogni: sentilo, vivilo, desideralo qui con noi... lascia questo desiderio fluire in te... e poi chiamalo"
    Se il tocco dell'uomo sarebbe stato abbastanza aggressivo, la sua voce sarebbe invece stata quasi un sussurro, cospiratorio, familiare, delicato, mellifluo, ma non meno letale, quasi pronto a spingere l'altro alla trans, perché facesse ciò per cui loro lo avevano chiamato.
    Note Off
    Eccoci all'evocazione.
    Avvicinati alle fiamme, fissale e vedici quello che vuoi (incluso niente), decidi tu come avvertire la presenza di Loki, ti do massima libertà su questo e su come visualizzare l'evocazione del dio.
    Unica cosa importante: alla fine, recita una preghiera di invocazione.

    I quattro unguenti sono stati scelti e i loro effetti, che vedrai comunque al momento opportuno (se ne avrai occasione) sono attivi e dureranno tutta la role. Lo stesso l'effetto della tua prima runa, che però, causa tiro basso [d20:3+4+1] ti protegge solo parzialmente dal freddo, che comunque ti attanaglia.

    Siccome hai scoperto braccia e torso perderai 3PV a turno (4-1 per simbolo di plutone).
    Non ti ho fatto ulteriormente spogliare perché il gioco non sarebbe valso la candela: ogni runa andava incisa in un punto diverso.

    Regole generali
    * Le scadenze sono fissate di tre giorni in tre giorni;
    * Puoi fare un solo post a turno comprensivo di due azioni e una mezza azione;
    * Puoi convertire exp fino al tuo primo post;
    * Sotto al post posta un breve riassunto delle tue azioni, a scanso di equivoci. Ricordati di inserire Skill e quirk!

    Scadenza: venerdì 22 gennaio ore 22.00

    Divertiti e divertimi!

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    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black L'indice grattò il mento del mezzo-gigante. Magnus non sembrava intimorito da Loki ma i suoi adepti si «No». Quella parola venne detta con sicurezza. I druidi erano uomini in grado di comprendere la natura grazie alle loro doti empatiche e sarebbe stato semplice per l'altro comprendere come Ciarán stesse dicendo la verità. «Sto cercando di capire, ma non riesco» Questa volta il tono fu più debole. Il ragazzone amava vivere e, quando serviva, sapeva farlo improvvisando; però, per sopravvivere a una tempesta bisogna soppesare ogni scelta. Se era ancora vivo, lo era per la sua ragione.
    Fu l'odore del sambuco a riportarlo con i piedi per terra. «Grazie» Gli occhi di Ciarán seguirono quelli di Nadir. Il denrisiano si sarebbe dovuto mostrare scettico, era la ragione a suggerirglielo; ma in quel campo di battaglia l'unica arma che gli avrebbe permesso di sopravvivere sarebbe stata la fede.
    Poi fu il turno di Thabita. «Grazie» Il capo si voltò verso la donna e un sorriso genuino comparve sul volto del mezzo-gigante. La cura con cui disegnò quei simboli gli ricordò l'amore con cui una madre abbraccia il pargolo.
    Immerso nei ricordi del passato, fu il tocco di Alfhind a riportarlo con i piedi per terra. Se il mezzo-gigante era affondato in un oceano di memorie, alla druida era bastato un tocco per far evaporare ogni singola goccia d'acqua. «Grazie. Grazie ad entrambe» Il freddo gli era penetrato tra le ossa, ma quel tiepido calore riuscì a distrarlo. «Si, dovrò trovare un modo per ringraziarvi entrambe» Ciarán era cresciuto lontano dai vizi che la ricchezza avrebbe potuto portare, ma la carne - nella sua umiltà - aveva avuto modo di assaggiarla in diverse occasioni.
    «Non più» Non disse altro alla seconda delle dame. La domanda di Naenia avrebbe potuto ricevere una qualsiasi risposta ma a quale fine? Ciarán avrebbe dovuto sfoggiare la sua sicurezza prima di confrontarsi contro una divinità del chaos? Aveva lasciato al caso tutti gli unguenti da scegliere. Tutti, tranne il vischio. Perché avrebbe dovuto combattere con Loki? Era quello l'obiettivo di quel rito? Non avrebbe avuto senso. Una divinità avrebbe potuto schiacciare il ragazzo con la stessa facilità con cui quello stesso ragazzo avrebbe potuto schiacciare un canarino.
    «Sono pronto» Con quelle ultime parole, Ciarán allungò il braccio verso la ciotola di Magnus. L'enorme mano portò il liquido alla bocca e il sapore che gli esplose nel palato ricordò al giovane quella bevanda babbana chiamata caffé. Ma era due volte più amara.
    Il mezzo-gigante deglutì a fatica. Percepì la sostanza scivolargli nell'esofago e un conato di vomito gli risalì in petto. Il volto si tese in una maschera di dispiacere. Poi, le iridi si spostarono sul fuoco. La presa di Magnus era viva attorno al suo capo. Sentiva le dita del druido premere. Eppure, se ne dimenticò in qualche secondo.
    "Cosa mi ha condotto qui?" Non avrebbe saputo rispondere a quella domanda e quello era il punto. Non poteva comprendere le intenzioni dell'avatar del chaos.
    «In nome del dio Loki, chiedo che le mie parole vengano trasportate dal vento. In nome del dio Loki, prego affinché la più solida della volontà diventi il più liquido dei pensieri. In nome del dio Loki, chiedo che il mio animo diventi il fuoco che sto osservando. Energia in eterno movimento, senza inizio e senza fine. Un uroboro alimentato dall'energia primordiale: Uruz» Le palpebre si spalancarono e lo sguardo si perse nelle fiamme. Il mezzo-gigante percepì il tatuaggio sulla sua spalla. Non poteva essere certo di aver incontrato veramente Loki, ma se quella era la verità, allora il dio lo aveva marchiato come suo.
    Fissando le fiamme cercò di rimembrarne i contorni in eterno movimento e un'emicrania lo pugnalò all'altezza delle tempie. Era impossibile, perché come il chaos anche il fuoco era in continuo movimento.
    «C'è qualcosa» Un sospiro abbandonò le labbra. Nei ricci di fuoco comparve l'immagine di un ragazzo troppo alto per essere un semplice umano. I colori erano opposti a quelli del mezzo-gigante, come in un chiaroscuro, ma Ciarán era certo di trovarsi di fronte alla sua stessa immagine: un mezzogigante in jeans che teneva stretto tra le mani una figura dall'alone accecante... ricordava quasi un dado a cento facce.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


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    Empatia: 09
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    Intuito: 09
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    Recap
    Ciarán interagisce con i druidi
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    Ciaran non riusciva a capire, e forse non poteva e doveva neanche: si parlava di dei, entità misteriose e multidimensionali; già gli umani faticavano a capirsi tra di loro, davvero si poteva pretendere di poter capire qualcosa di così lontano e complesso?
    La fede, forse, era l'unica risposta reale a tutta quella confusione, specialmente in quella notte: Magnus e i suoi discepoli non parevano avere cattive intenzioni (per essere Denrisiani) e anche le protezioni che offrirono al giovane per ciò che andava fatto parevano propendere per quella sensazione, non a caso percepì da ciascuna di esse provenire una benedizione alla sua persona. Fosse stata tutta una truffa, sarebbe stata davvero ben orchestrata; e poi che dire delle due gemelle? Il ragazzo si era trovato a panino tra di loro, con una intenta a studiare il suo tatuaggio e l'altra a spalmargli quello che pareva più un olio per massaggi spinti che altro, destando probabilmente antichi istinti nel mezzo-gigante, che in effetti fecero emergere dalla sua bocca audaci parole che le due, comunque, accolsero ridendo.
    "Questo tatuaggio ha dei tratti che richiamano Loki... potresti davvero essere benedetto dal dio" propose dietro di lui, Alfhind, facendo aderire il proprio corpo alla schiena di lui, talmente tanto che poteva sentire la consistenza dei suoi seni.
    "E ci sono molti riti in cui potrebbe servirci la tua benedizione e la tua... potenza" completò la sorella, forse alludendo a riti orgiastici o forse cercando banalmente di incantare il ragazzo col sesso, come facevano da centinaia di anni centinaia di donne.
    Dopo una simile preparazione, forse la bevanda di Magnus fu meno acre... o forse no, a giudicare dalla faccia del ragazzo. Il sacerdote rimase davanti a lui, impassibile al suo schifo, portandosi poi dietro di lui per permettergli di fissare le fiamme direttamente e guidandolo con le parole verso uno stato di trance e quindi assolvere alla sua funzione.
    E Ciaran fece ciò per cui era lì, anche se forse non come Magnus se l'era atteso.
    "No, aspetta, non condensare lo spirito in te, evocalo fuori: così tu..." in un primo momento aveva lasciato che il ragazzo parlasse, del resto si aspettava che le sue parole fossero sussurrate dagli dei, ma lentamente comprese come quei sussurri fossero alquanto infidi e, perché no, pericolosi. Per lui, per i suoi discepoli, ma anche per Ciaran.
    Il suo riflesso nelle fiamme gli sorrideva nelle fiamme, nel mentre quel d100 prendeva via via sempre più forma e qualcosa cresceva dentro il giovane.
    Partì da quel dannato tatuaggio e da lì come un calore si estese per tutta la schiena: caldo, bollente, quasi rovente, vivo come niente che lui avesse mai percepito, del resto il vischio che costituiva la protezione della sua schiena si animò e letteralmente fiorì, trasformando il suo dorso in una sorta di prato.
    "E' la potenza infinita che brami, mio diletto?"
    Nessuno udì la voce che parlava a Ciaran, lui incluso: non fu una voce, non fu un pensiero, fu qualcosa di profondo, di primitivo, una sorta di istinto che improvvisamente emerse in lui con la stessa potenza di una fulgore, allagando tutto il suo essere nel mentre il suo riflesso nelle fiamme svaniva e quel dado a così tante facce entrava nel suo petto, riempendolo ancora più di energia, oltre l'immaginabile, persino oltre il temibile.
    "Da dei sacerdoti di Denrise mi sarei aspettato maggior acume" era la voce di Ciaran quella che risuonava nella foresta, ma non era davvero la sua voce: era un tono più mellifluo, più colto e attento, più sicuro anche, e almeno dieci volte più letale.
    Il corpo dell'opale, così come la sua bocca ora non rispondeva più a lui, ma non vi era paura in questo: il ragazzo sentiva chiaramente dentro di sé il dio, ne avvertiva la potenza, così come il sornione divertisi "Quantomeno, alla fine, siete riusciti a ricongiungermi col mio protetto" Non aveva idea di cosa volesse e cosa stesse per fare, ma di una cosa Ciaran poteva essere certo: non era in pericolo. O almeno, ciò gli urlava il suo cuore, ma ci si poteva davvero fidare del re degli inganni?
    "Nobile Loki, noi ti rendiamo omaggio!" Magnus cadde in ginocchio ai piedi del ragazzo, così come i suo attendenti "Perdona se siamo stati così lenti, ma ora siamo qui: sappiamo che reclami un torto da parte del nostro Villaggio, indicaci la via per placare la tua giusta e divina ira!"
    Ciaran non correva rischi, ma gli altri? Posando gli occhi sull'uomo a terra, Magnus avvertiva l'indifferenza di Loki nei suoi confronti, resa più tiepida solo da quanto fosse glaciale e arida nei confronti dei suoi attendenti "Sono solo formiche avide di potere che pensano di poter raggirare un dio per i loro piccoli interessi. Sono esseri inutili" ciò lui pensava e sussurrava alle orecchie del mezzo gigante, mostrando crescente fastidio verso il sacerdote, forse perché sapeva che lui fosse più utile di quello che avrebbe voluto.
    "O forse no?" l'occhio, ora predatorio, di Ciaran si posò su tutti e quattro gli attendenti, uno per uno, nel mentre il dio portava la sua mano al catalizzatore "Il vischio è mio e tuo alleato..." gli spiegava lui infatti, dandogli una certezza, ovvero che una sua magia avrebbe potuto tranquillamente sbaragliare ed uccidere uno dei quattro attendenti, ora che Loki era in lui. Praticamente l'unico limite era il cielo.
    "Sono inutili, ma le anime sono anime..." ancora più sibillina, la voce di Loki divenne quasi un eco seducente, che toccava corde profonde "Vuoi che lanci per te quel dado a cento facce, con cento possibilità per te? Posso farlo: offrimi un'anima, uccidi uno di loro, e lo farò. Per te. E poi ti spiegherò cosa dovrai fare per me, mio favorito, per ricevere da me altri doni"
    Era una proposta assurda, ma Ciaran dentro di sé sapeva che con una magia appropria avrebbe potuto uccidere uno degli attendenti, o anche Magnus, senza alcuna difficoltà, così come compiere molti altri miracoli servendosi di altre formule, e la voce dentro di lui gli ricordava come fosse al momento posseduto da un dio famoso per le sue malefatte, e che lui avrebbe potuto tranquillamente imputare il tutto al dio stesso. E nessuno lo avrebbe mai saputo.
    Poteva offrire l'anima al dio, poteva anche provare ad ucciderli tutti, poteva servirsi anche di quella forza in tutt'altro modo, del resto lui conservava un po' della sua lucidità grazie alla betulla e sapeva come tutte quelle sensazioni non fossero sue, e come Loki fosse e restasse un'entità pericolosa. Poteva cedere alla tentazione, poteva resistere e poteva anche non far niente e invitare il dio a rispondere alle richieste di Magnus: la scelta, alla fine, era solo sua.
    Note Off
    L'evocazione è riuscita... più o meno.
    Loki è dentro Ciaran e fa la classica offerta della vita: un'anima per un lancio. Se accetterai e attaccherai uno dei presenti (o anche più di uno, a te la scelta), ovviamente riceverai un premio, ma ti sarai macchiato di omicidio e di ciò dovrai comunque risponderne sia coi mortali sia cogli dei. Pondera bene se accettare o meno.

    Loki ti riempe di forza, qualsiasi sia la tua scelta, scegli una magia che Ciaran conosce e descrivi nel narrato l'effetto che vorresti: al resto penserò io, il dado e, ovviamente, Loki!
    Puoi anche, come detto, resistere al dio, o anche provare ad espellerlo, o comunque invitarlo a rispondere a quanto chiesto da Magnus: hai totale libertà.

    Regole generali
    * Le scadenze sono fissate di tre giorni in tre giorni;
    * Puoi fare un solo post a turno comprensivo di due azioni e una mezza azione;
    * Puoi convertire exp fino al tuo primo post;
    * Sotto al post posta un breve riassunto delle tue azioni, a scanso di equivoci. Ricordati di inserire Skill e quirk!

    Scadenza: mercoledì 27 gennaio ore 22.00

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    27.01.03, Artide

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    Half Giant

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    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black «Per sdebitarmi, queso è altro» La malizia incorniciò il volto del mezzo-gigante che, solo in un secondo momento, si ricordò degli altri saggi lì presenti. Non li temeva, ma la sensazione che Elisabeth potesse scoprire quanto detto lo mise in soggezione.
    Gli occhi tornarono fissi su Magnus; ringraziandolo con un cenno del capo prima che il rito avesse inizio. Poi, il ragazzo cadde vittima della sua inesperienza. Le parole del druido gli si schiantarono contro frantumandosi a un millimetro di distanza e il mondo collassò su sé stesso.
    "Arde" All'altezza della schiena un chiodo arroventato scavò nella carne avvampando il corpo del mezzo-gigante. Sentì il tatuaggio bruciare, né percepì i dettagli sibilare mentre i vivi odori degli unguenti scomparvero sopraffatti dal potente aroma di vischio. Sentì i filamenti espandersi sul suo corpo e le gambe presero a tremare in preda al dolore.
    Poi, il ragazzo tornò in sé. I polmoni si riempirono d'aria nella speranza di soffocare quell'ansia che lega alla terra l'amante di fronte alla persona amata; se Ciarán era il quarterback in grado di rimorchiare il capo cheerleader, c'erano almeno diverse cene di mezzo prima che questa gliela smollasse. Ma un passo falso avrebbe portato a conseguenze ben peggiori.
    Vide il mondo dall'alto, come in un sogno. Percepì il corpo spostarsi, ma non era lui a muoverlo. Ciarán aveva compreso quello che era successo, e non aveva potuto fare nulla per opporsi; avrebbe potuto riflettere, ma il fulcro di quella serata era il non farlo. "Loki" Gli diede del "tu" perché se l'altro era il chaos, i formalismi si sarebbero rivelati un mero ostacolo "Sono esseri inutili e la loro morte, come quella di una formica, verrebbe dimenticata nel giro di qualche anno".
    Il Dio avrebbe potuto percepire ogni sentimento del mezzo-gigante, questo era vero, ma Ciarán voleva essere onesto. Provava per i cinque compassione perché erano suoi concittadini, e per le gemelle sana lussuria, ma le parole che aveva sibilato a Loki erano vere. "Se stai lasciando a me la facoltà di scegliere il mio bersaglio, lasciami inscenare uno spettacolo più intenso, destinato a portare risvolti più interessanti" Se il limite del suo potere era il cielo, il mondo intero era il suo palcoscenico, e questa volta Ciarán non stava recitando, anzi, dirigeva. "Flipendo" Se avesse ripreso il controllo del suo corpo, il ragazzo avrebbe alzato la bacchetta di vischio verso i cieli per poi concentrarsi su uno scenario ben preciso.
    A miglia di distanze, dal cielo sarebbe calato un fascio di luce che si sarebbe abbattuto contro una persona precisa, privandola della sua vita: si trattava del primo ministro inglese. Sapeva come Londra fosse l'epicentro di diversi tumulti ultimamente e porre fine a un "capitolo" avrebbe permesso a tutti di godersi il prossimo.
    Si sarebbe sentito in colpa per aver tolto una vita? Probabilmente. Ma se il ragazzo ambiva a una potenza infinita, il motivo era che non voleva più sentirsi impotente nel momento in cui avrebbe dovuto difendere i suoi cari. Tirare la leva salvandone molti e sacrificandone pochi, lo avrebbe fatto perché il suo istinto gli suggeriva così.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


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    Coraggio: 09
    Empatia: 09
    Intelligenza: 05
    Resistenza: 12
    Tecnica: 13
    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 12

    Oggetti
    Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    Idromave- potere di Aiace: +3 Coraggio, +1 Resistenza per tre turni; gli incanti offensivi fanno un D10 aggiuntivo di danno per tre turni.

    Recap
    Ciarán interagisce con Loki, cercando di rilanciare
    Sceglie Sambuco (Viso), Sorbo (Braccio sinistro), Betulla (Torso) e Vischio (Schiena).

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    In molti modi Ciaran si sarebbe potuto dimostrare grande e generoso, ricambiando il favore e il piacere ricevuto dalle gemelle, ma forse farsi possedere dal dio degli inganni non era uno di quelli.
    Il panico fu disseminato nella radura, obbligando i quattro accoliti a stringersi attorno al maestro, per sostenerlo e proteggersi, nel mentre il Black Opal poteva sperimentare dentro di sé cosa si provasse ad essere un Dio. O almeno, averne l'impressione.
    Ciaran cercava la potenza infinita e il caos non era altro che ciò. Lo pervadeva, per intero, e la cosa più tremenda era che mormorava al suo orecchio promettendo molto di più. Magnus continuava a ripetere di focalizzarsi al ragazzo, nel mentre supplicava il dio di placare la sua ira e parlare con lui, ma nessuno dei due attori pareva essere molto interessato, del resto era in corso una danza molto pericolosa, ma forse anche molto desiderata.
    I pensieri di Ciaran divennero emozioni di Loki: interesse, divertimento, ciò fu generato dalle sue riflessioni, tanto che nulla si oppose nel ragazzo quando il ramo in vischio fu levato al cielo.
    Vi era silenzio nel Dio, ma solo verbale: la sua potenza melliflua strabordava nel ragazzo e quando questi iniziò ad immaginare il suo bersaglio avvampò, al punto da circondarlo con un vortice rosso di caos.
    "NO, FIGLIO DI MAGNI!" Magnus dovette fare qualche passo indietro coprendosi il viso, anche se non sembrava veramente impaurito, quanto preoccupato "Il divino Loki va adorato e rispettato, e per questo deve anche essere temuto. NON CEDERE ALLE SUE LUSINGHE!" urlava lui, decisamente inascoltato, del resto in quel tripudio di potenza come lo si poteva percepire? Chi davvero sentiva il ronzio di una zanzara durante una tempesta?
    Il caos vorticò attorno al ragazzo e dentro di lui si fece letale forza assassina, una potenza che tutto poteva travolgere, distruggere e corrompere, distruggendolo ora e per sempre come solo il ragnarok avrebbe saputo fare. Non vi era odio, non vi era rabbia, non vi era neanche gioia, vi era sola e pura volontà di distruggere.
    All'enunciazione della formula quella volontà di distruzione lasciò il corpo del mezzo gigante verso l'alto, lasciandolo svuotato non solo di potenza, ma anche di parte della sua coscienza
    "Osserva lo spettacolo che tu stesso hai voluto"
    Lui era il colpo, l'incanto, che si ergeva oltre le nuvole e dal cielo piombava spietato su Londra. Non fu volare, non fu precipitare, fu letteralmente un tuffo dalle stelle verso la terra: rapido, inarrestabile, spietato.
    Nel mentre la mente di Ciarar sperimentava un calore e una velocità mai sentiti prima e l'estasi di essere a tali forze del tutto immune, anzi, esserne direttamente parte, Londra si faceva sempre più vicina così come Downing Street, ove risiedeva l'uomo che Ciaran aveva deciso di includere nella sua tragedia.
    Dapprima vide le luci di Londra, poi i palazzi, poi le strade ed infine Downing Street e nella sua lunghezza il numero 10, ove il suo bersaglio abitava con la sua famiglia, come avevano fatto tutti i suoi predecessori prima di lui. Ne vide le pareti, le tegole, sentì anche la vita brulicare al suo interno: sentì il ministro, sua moglie, così come le sue segretarie e le guardie del corpo. Ne sentì la forza vitale, ne sentì la tranquillità, che tradiva quanto fossero ignari del loro crudele destino, del resto lui era veloce, letale, inarrestabile, e purtroppo già sapeva che il povero Boris non sarebbe morto da solo. Ma in fondo, importava?
    "AHAHAHAHAHAHAHA"
    Rideva nella sua mente il dio degli ignanni, così come lo facevano le labbra del mezzo gigante, nel mentre Ciaran, pura potenza offensiva, vedeva il suo bersaglio improvvisamente curvarsi e allontanarsi: ovviamente non era l'abitazione a spostarsi, ma era lui, per volere del dio.
    "Adoro quando voi umani siete chiamati sul palco del re delle bugie e degli inganni e cercate di fare dell'attore il regista e del regista lo spettatore"
    Ciaran non era più potenza assoluta: era con essa, ma non ne era più parte, per quanto sapesse come all'interno di quella furia vi fosse la scintilla rossa del suo flippendo, e la sua ardente brama. Vide quella massa ardente e furiosa sorvolare i tetti della città, puntano ad un grattacielo della City, ove, alla fine, si abbatté centrando in pieno uno studio, sito al 20° piano di uno dei grattacieli, distruggendo interamente con la furia di una bomba lo studio di John Clane, spezzando con esso anche la sua vita.
    "Non era nei miei piani uccidere Boris, anche perché sono certo che la sua vita porti più caos della sua morte" rideva intanto nella mente del ragazzo il dio "Ma te lo concedo: la morte di John Clane mi ha appagato. Ed è parte di ciò che tu dovrai fare per me"
    L'essenza dell'Opale era tornata dentro al ragazzo interamente, rendendolo di nuovo pienamente partecipe di ciò che lo circondava.
    "LOKI!" stillava ancora Magnus, nel mentre i suoi discepoli si erano posti ai quattro punti cardinali, intonando canti che richiamavano tutte le divinità norrene "Ti abbiamo portato il ragazzo che volevi e ti abbiamo evocato per udire come compiacere il tuo volere! Ti abbiamo mostrato rispetto e timore come si confà ad un dio, ti prego di essere altrettanto misericordioso..."
    Vi era fermezza nelle parole di Magnus, e certo non paura: l'uomo era inginocchiato ai piedi di Ciaran, ma nulla in lui indicava resa o umiltà: era un potente druido e se il dio avesse continuato a fare il capriccioso, lui avrebbe usato tutti i suoi poteri per portarlo alla ragione
    "Tutto questo è colpa tua" disse un po' annoiato il dio, nella sua mente "Avessi udito prima il mio richiamo, ora non sarebbero qui a disturbarci" la sua voce carezzava quasi la pelle del mezzo gigante, risultando sinuoso e piacevole quasi come il tocco delle gemelle, nel mentre ancora la potenza del dio, anche se minoritariamente a prima, lo pervadeva.
    Ancora non sapeva quale fosse la sua missione, e difficilmente ad essa lui sarebbe potuto sfuggire, al contempo però anche Ciaran aveva ancora da parlare col dio, circa un certo premio da riscuotere. Solo, avrebbero avuto il tempo di dirsi tutto continuando ad ignorare Magnus e i suoi?
    Note Off
    Le cose sono andate come volevi... più o meno (?).
    Loki ha ricevuto la sua vita e ha detto chiaramente che ha qualcosa da farti fare, nel frattanto però Magnus sta sentendo puzza di bruciato e sembra bello che pronto per una contro-evocazione, o forse direttamente un esorcismo in piena regola.
    Cosa farai?

    Regole generali
    * Le scadenze sono fissate di tre giorni in tre giorni;
    * Puoi fare un solo post a turno comprensivo di due azioni e una mezza azione;
    * Puoi convertire exp fino al tuo primo post;
    * Sotto al post posta un breve riassunto delle tue azioni, a scanso di equivoci. Ricordati di inserire Skill e quirk!

    Scadenza: venerdì 29 gennaio ore 22.00

    Divertiti e divertimi!

    RevelioGDR
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Vide il mondo come non lo aveva mai visto. Pochi prima, Ciarán aveva solcato i cieli di Denrise su una scopa di vischio donatagli dagli dei. Ora, con la forza dello stesso dio, il ragazzo era diventato parte di quello stesso cielo.
    "Incredibile" Si sentì vivo come non mai. Nel corso della sua vita, il ragazzo aveva affrontato diverse situazioni pericolose e né ricordava bene le scariche d'adrenalina da queste generate; non gli sarebbe servito osservare le cicatrici rimaste come monito per ricordarselo. Ma nessuno dei suoi ricordi era lontanamente paragonabile.
    Percepì l'ignoranza negli occhi del primo ministro inglese. Ancora una volta, si domandò su quanto potesse essere facile raggiungere il potere rimanendo privo di competenze: gli parve quasi di aver bruciato anni di duro lavoro. Che fosse la noncuranza la chiave del successo? A quanto pare no.
    Aveva deciso di vestire i panni del regista, ma in quell'occasione si trovò nuovamente spettatore. Poi, venne ridimensionato ancora una volta passando al ruolo dell'attore.
    La sua energia finì per mietere una vita, ma ciò parve soddisfare il dio.
    "Cos'altro devo fare?" Magnus e i suoi druidi erano l'ultimo dei suoi pensieri "Loro sono un ostacolo ma io ho le gambe lunghe".
    L'attenzione del ragazzo era stata catturata da quella che vedeva come l'altra faccia della sua stessa medaglia "Offriamogli il raccolto migliore della storia di Denrise: devono pensare che sia tutto risolto, che siano stati loro a salvare l'isola. Facciamogli credere che sia stato un bene metterci in comunione. Non solo faranno tutto per rifarlo, ma diventeranno pedine per il nostro gioco" L'opale non aveva avuto ancora modo di apprendere l'arte dell'invocazione o dell'evocazione, questioni così compresse il docente le aveva rimandate al triennio; e sicuramente non sapeva come funzionasse un esorcismo. Tuttavia, riuscì a percepire come Magnus provasse paura. Il druido non poteva nulla contro una divinità, ma se avesse continuato così il suo piano si sarebbe rovinato "Possono interromperci ma entreremo di nuovo in contatto per il secondo tempo, Loki. Sempre che tu voglia".

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


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    Empatia: 09
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    Idromave- potere di Aiace: +3 Coraggio, +1 Resistenza per tre turni; gli incanti offensivi fanno un D10 aggiuntivo di danno per tre turni.

    Recap
    Ciarán interagisce con Loki

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Ciaran aveva le gambe lunghe (tutte e tre, si voleva sperare per Elisabeth (?)), anche se la sua visione forse lo era ancora più del suo corpo: aveva puntato in alto, talmente tanto da far divertire il dio, che alla fine aveva deciso di accettare lo slancio del ragazzo per iniziare la missione da lui desiderata: normalmente gli dei non si sporcavano le mani, ma ciò quella notte era accaduto, tutto per merito dell'intraprendenza del ragazzo.
    Il divertimento del dio era chiaro, così come l'affinità del ragazzo, non a caso i druidi avevano iniziato ad agire di conseguenza, col chiaro intento di porre un limite alle macchinazioni del dio e alle ambizioni dell'umano, del resto Loki sapeva essere molto ammaliante, ma raramente chi lo incrociava non lo rimpiangeva.
    Il dio ascoltò l'ammonimento del druido con fare attento, poi stette in attesa, come un serpente che ritirava la testa, pronta a farla scattare in avanti; non si mosse, dentro al ragazzo, in attesa che egli decidesse cosa fare, le sue metaforiche zanne puntavano la gola dei presenti, ma questi godevano del rispetto e dell'interesse del ragazzo, ragion per cui, alla fine, vennero risparmiati: se Loki aveva sperato in una carneficina, da Ciaran ricevette pietà e, perché no, una buona dose di inganno.
    'Certo che lo voglio Ciaran. Del resto, tu sei mio.'
    Parole forti, diverite, venefiche, furono recitate dal dio ad uso e consumo del ragazzo, che poi posò gli occhi del ragazzo sui presenti, prendendo ancora in prestito la sua voce e invitando il ragazzo ad udire bene, del resto stava per accogliere la richiesta di tutti i presenti "Ve lo riconosco, mi avete mostrato rispetto, anche se mi avete evocato in un bosco e non nel vostro templio, e ciò mi offende... ma mi avete riunito a questo giovane, e per questo vi perdono"
    Divertito, Loki osservò il corpo del ragazzo, carezzandolo e flettendone i muscoli, posando poi nuovamente lo sguardo su Magnus "Non disturberò oltre i vostri rituali, druido, purché tu ritorni al villaggio e racconti al templio di questa serata e spieghi loro qual è il mio volere" maestoso, il ragazzo avanzò fin davanti il druido, con occhi incendiati di rabbia.
    "Questa notte, grazie a questo corpo ho ucciso un uomo, John Clane, uno sporco babbano che con la sua misera esistenza ha ripetutamente ostacolato il mio volere. Riferisci agli Anziani e al Capovillaggio che Loki, figlio di Odino, esige giustizia per la sua protetta, Valentina Vestrit, benedetta dall'opale nero" allargando le braccia, il ragazzo fissò tutti i presenti, per chiarire come tutti loro fossero parte del volere del dio e di come a lui ne avrebbero risposto "Io pretendo che i miei fedeli, incluso questo ragazzo, portino alla luce la verità sulla mia protetta ed esigo che, in suo onore, sia versato sangue, affinché tutto il mondo impari che nessuno può prendersi gioco di chi è benedetto dagli dei"
    E fu così che il dio lasciò il corpo del ragazzo, che semplicemente cadde a terra in ginocchio, privo di forze e mezzo congelato. Le gemelle si gettarono su di lui, per soccorrerlo, nel mentre Magnus piegava un ginocchio per avere il viso al suo stesso livello.
    "Sembra che il dio degli Inganni avesse per entrambi una missione. Pregherò al templio perché nessuno di noi non sia all'altezza delle sue aspettative e debba subire la sua atroce vendetta" disse sinteticamente, nel mentre, dietro al ragazzo, le due fanciulle sussultavano.
    "Il... tatuaggio..." Loki evidentemente aveva deciso di non mollare la presa sul ragazzo, almeno finché non avesse ottenuto ciò che pretendeva, iscrivendo tale brama sul suo giovane corpo: ora il suo tatuaggio aveva i contorni rossi come il sangue, e l'interno verde, dello stesso colore del muschio.
    Magnus osservò le ragazze e toccò la spalla del giovane, alzandosi "Valentina Vestrit... non ho mai sentito quel nome, ma Loki ha detto fosse benedetta dall'opale nero: è una tua compagna, figlio di Magni? Fari bene a scoprirlo e poi riferirmi tutto... così come farai bene a non dire ad anima viva cosa sia successo questa notte, se non forse alla tua Preside" affermò lui invitando i suoi discepoli a seguirlo, nel mentre rientrava al Villaggio "Buona fortuna ragazzo, ne avrai un disperato bisogno" sentenziò infine, lasciando lì Ciaran coi propri dubbi, i propri doveri e una certezza: Loki non se n'era andato.
    Note Off
    Siamo arrivati in fondo a questa quest, mio diletto.
    Come hai visto, la morte di John non è stata casuale e in qualche maniera si collega a Valentina: ora è volere di Loki che la ragazza riceva giustizia come merita e non si fermerà finché ciò non sarà fatto.

    Ciaran: 12exp + 1 Carisma + tatuaggio
    tatuaggio: una S formata da due serpenti coi contorni rossi e il corpo verde. Rappresenta il legame di Ciaran con Loki, che, volendo, potrà invocare ed evocare il dio in maniera certa. Non ha un patto con Loki ed è probabile che un simile atto richieda da parte del dio il sacrificio di una vita umana.

    Ciaran è stato incaricato da Loki di far giustizia per Valentina, ma lui, come tutti, sanno solo della sua sparizione. Nel mentre qualcuno indagherà su John, Magnus ha incaricato il ragazzo di scoprire quanto più possibile su Valentina.
    Se Ciaran aprirà una role in ambiente scolastico nel quale indaga sulla ragazza e taggherà il master, a fine role, sia lui sia chi giocherà con lui riceveranno 3exp extra ed eventualmente altri spunti di gioco.

    Snaso: 21exp da assegnarsi a Markab Castlewine

    La quest è finita: andate in pace!

    RevelioGDR
     
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