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.DistractionsNarrato - Parlato - Parlato Altrui - PensatoMarcus Ainsworth - Dioptase - 16 anni - Scheda.
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.Se Nathan Parker King fosse stato un genere musicale sarebbe stato senza dubbio il raeggeton: testo ai limiti del porno, poco profondo, ritmo che lasciava intendere ben altri movimenti -preferibilmente in qualche vicolo- tutti che lo odiavano ma alla fine musica che faceva davvero partire la festa. Okay, era tutto vero tranne per il piccolo dettaglio che lui non fosse così odiato o almeno quella era la percezione che lui avesse della realtà. Beh, sempre se non si considerava Lancelot Olwen. Il professore aveva deciso di renderlo il suo schiavetto
sessualedopo che lui lo aveva accusato di aver avuto una liaison con una studentessa, mollandola solo perché lei incinta e quindi non riconoscendo il figlio nato dalla loro unione. «Sono troppo buono, avrei dovuto ucciderla con le mie mani, e invece...» E invece ci andava ancora a letto, sebbene i suoi interessi sentimentali iniziassero a veleggiare verso una data Dioptase, dimostrando come non fosse buono ma semplicemente un grandissimo idiota, che ragionava più con le parti basse finendo con l'atrofizzare una già moribonda materia grigia. E così, il fido Ametrino, veleggiava per i corridoi di sabato mattina con una pila assurda di libri tra le mani che dall'ufficio di Olwen stava riportando in biblioteca. Il docente era stato ben chiaro: niente magia, solo pratica di quei muscoletti nel trasportare secoli di sapere da una parte all'altra del castello. Quello, ad esempio, era il terzo -o forse quarto- tragitto che il ragazzo stava compiendo da una parte all'altra dell'accademia con la visuale nascosta dalla costa di un libro che recitava: "Rune apocrife e sigilli aritmantici", un enorme, fastidiosissimo, dito in culo per il bostoniano. E proprio quell'ultimo mattone non gli fece vedere un ostacolo finendo con l'incespicare, far volare i libri e crollare come una pera cotta sul pavimento di pietra. «Ouch! Che dolore!» E si manteneva la spalla dolorante, quella destra, che aveva impattato duramente contro la superficie dove avrebbe dovuto camminare. Alla fine l'ostacolo non era qualche mobilio o accessorio, bensì un ragazzo in carne ed ossa, del suo anno e fin troppo strambo per i suoi gusti. Praticamente non conservava nessun ricordo di lui a lezione e a discolpa del moretto poteva additare la colpa ad Amelia Farley ed Emma Lewis. In un modo o nell'altro le due bionde avevano la capacità di capitalizzare la sua completa attenzione seppur per due motivi diversi. «Ma quando hai fatto l'ultima visita oculistica?» Le parole sebbene astiose vennero pronunciate con un tono leggero, ben diverso da quello che avrebbe utilizzato una Black Opal di nostra conoscenza. «Non pensavo di essere così invisibile, felice di saperlo, pff!» Si guardò intorno, vedendo la distesa dei libri finiti con il creare uno strano disegno a spirale dove di sicuro il prof di Divinazione sarebbe riuscito a trovarne un significato, tipo che a pranzo ci sarebbero stati i broccoli. «Ewww, che schifo!» Un pensiero disgustoso che si tradusse in una smorfia altrettanto disgustosa.
«Tu tutto okay? Ti sei fatto male?» Avrebbe cercato di rimettersi poi in piedi, muovendo dapprima la spalla e poi iniziando a roteare un braccio per sincerarsi che fosse ancora del tutto intero. Al mancato suono sinistro delle ossa e al tendere tranquillo dei muscoli comprese come non si fosse rotto nulla ma che la caduta gli avrebbe al massimo causato un piccolo livido, nulla di più. «Assurdo che tutto questo è successo perché non so tenermelo nei pantaloni!»Nathan Parker
King"The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot."AmetrinWampusQuidditchcode by ©#fishbone
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.I libri, la fretta che fa i figli scemi, lo scontro e la presa a male di Nathan verso il povero malcapitato furono solo alcune delle cose successe nel brevissimo lasso di tempo trascorso da quando aveva lasciato l'ufficio del runologo. Le bestemmie interiori -qualcuna mugugnata tra i denti quando aveva iniziato ad impilare i libri mentre il docente giocherellava con la bustina dell'infuso che stava bevendo- furono molteplici, tanto che buona parte dei santi del calendario avrebbero avuto qualche problema tra starnuti, fischi nelle orecchie e pizzicori costanti. Avrebbe tanto voluto scusarsi per quella sua condotta immorale eppure non ci riuscì. E non ci riuscì neanche col povero malcapitato contro cui era andato a scontrarsi. L'aveva accusato di non vederci bene e alla sua pronta risposta King non si era sottratto nel continuare ad andargli contro. «Secondo me dovresti cambiare medimago, così, giusto per dire», osservò serafico, riprendendo gli stessi movimenti che aveva prodotto a stento cinque minuti prima. Quel che però non aveva previsto era la volontà di tizio di rimarcare il suo nome, come se gli potesse interessare davvero. «Ahw qualcosa è il tuo cognome no?» Per quanto potesse sforzarsi per lui sarebbe stato sempre Dioptase numero tre, ma non per cattiveria: a stento riusciva a rincorrere i nomi e i volti degli ametrini e poi, diciamocelo, lui non aveva alcun requisito fisico che potesse suscitare il suo interesse. Beh, tranne i suoi inquietanti occhi e le orecchie a sventola.
«Ed io ero perso tra le fiamme dell'inferno», lo informò ben sapendo che all'altro non sarebbero interessati. Quanto alla sua offerta di aiuto Parker avrebbe voluto davvero tanto accettare, ma sapeva che farlo avrebbe significato firmare una condanna a morte per i suoi poveri muscoli. Se perdeva quello era decisamente finito. «No, grazie. Olwen ha lanciato qualche maledizione che se qualcuno dovesse provare ad aiutarmi il peso si triplica. Di tutti.» lui e le sue maledette rune di merda capaci di fare cose inimmaginabili. Che poi, ripetiamolo, manco avesse ucciso qualcuno! Tanto che se lui se lo lasciò sfuggire e l'altro non perse tempo nel chiedergli dove volesse andare effettivamente a parare. «Mai inzuppare il biscotto in una tazza sbagliata, Marcus, ti si potrebbe spezzare» e non solo poi così tanto figurativamente parlando. Ad ogni modo se non poteva contare sull'aiuto fisico poteva chiedere a Dioptase n.5 -o era quattro?- di fargli da discreto supporto morale. «Tu, invece, perché eri con la testa altrove? Cosa ti perplime? Racconta pure a Nathanuccio tuo. Sai, stavo pensando di mettere su un format televisivo, tipo salotto di gossip e di sostegno psicologico per noi poveri studenti di Hiddenstone. Non trovi anche tu che sarà un bel successo?»Nathan Parker
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