Galeotta fu la curiosità della cugina

Aibileen Beatrix

<< Giuro che se la vampira o i fantasmi mi giocano qualche tiro mancino, appena arriva Natale ti faccio ballare la Tarantallegra per una notte intera, Taylor! >>

… Odiava la parlantina convincente della cugina, decisamente.

<< Non oseresti mai, cuginetta adorata! E poi dai, vedrai che non ti succederà niente! Io, per andare a dormire, ci passo, dai Sotterranei! >>

Aveva asserito la bionda Serpeverde, serafica.
… Odiava anche quanto la conoscesse bene. Maledetta, subdola quindicenne.

<< Lo dirò a Zia Alys! >>

<<... Aibi: Mamma è quella che è andata a proporre ai Centauri di unirsi a loro, e che andava in brodo di giuggiole all'idea di ballare con delle Acromantule, quando era una studentessa Corvonero ad Hogwarts, ricordi? >>

… Anche i suoi figli stentavano a credere che la loro adorata mammina fosse stata una Corvonero, a suo tempo. Delle ragioni valide dovevano pur esserci state, però, secondo Aibileen: non era una donna priva di una certa intelligenza, di opinioni proprie e di una buona dose di eccentricità, dopotutto.
Alle parole della cugina, comunque, sospirò nel magifonino con cui stava effettuando quella videochiamata:

<< … No, Taylor, non me lo ricordo: sono più grande di te, ma non di così tanto! >>

La punzecchiò. Anche per non pensare troppo al posto in cui aveva appena messo piede. Quella peste di sua cugina poteva dire quello che voleva: aveva sentito certe storie su quelle Segrete, da far accapponare la pelle.
Tantovale che rimanessero segrete, quindi, no?
A quanto pare, secondo la bionda quindicenne, la risposta giusta a quella domanda era: “no”.

“... Che palle.”

Sopra la divisa, prima di scendere, aveva indossato la sua adorata felpa verde scuro. Perché, perché, quella lingua biforcuta di sua cugina doveva avere un potere di persuasione così elevato? Non lo sopportava!
Avrebbe venduto un pitone ad un rettilofobo, quella serpe a cui voleva un mare di bene.
Aibileen, invece, non si sentiva in grado neanche di vendere una Ferrari ad un multimilionario; ma dettagli.

<< … Sono carucce le vostre Segrete, comunque: io ci farei un pic-nic! >>

Ghignò la biondina.

<< Vaffanculo, Taylor! >>

… Quando ce vò, ce vò. Salvo poi cacciare un urlo niente male, quando sentì l'eco di misteriosi lamenti in lontananza.

“... Chi me l'ha fatto fare, di passare in questo modo il sabato pomeriggio.”

<< Io non ci tengo ad incontrare nessunissimo vampiro, Taylor: non è così male, vivere, te l'assicuro. Meglio rischiare per cose più sensate. Le Segrete di Hidenstone le hai viste, adesso, io me ne torno in stanza a disegnare! Due caccabombe ed un abbraccio >>

<< Ehi! Come due?!? >>

<< Te le sei meritate. >>

Bofonchiò Aibileen, imbronciata. Dopo qualche altro breve convenevole, le due riattaccarono, e la ragazza mantenne la bacchetta bene alzata nel Lumos che aveva pronunciato prima di scendere nelle Segrete.
Si guardò un'ultima volta (questo, almeno, era quello che credeva) intorno:

<< ... Decisamente, non è il luogo che sceglierei per una villeggiatura. >>

Decretò, salvo poi concentrarsi per orientarsi il meglio possibile in quella serie di tunnel, per non rischiare di sbagliare strada quando fosse venuto il momento di girare.
Non vedeva l'ora di tornare nella sua cara, dolce ed accogliente Sala Comune!
Quando sentì un nuovo, strano eco di lamenti arrivare alle sue orecchie, Aibileen strinse, per un momento, con una mano la Lacrima d'anima che ormai portava sempre al collo, per poi lasciarla e decidersi a proseguire in quel suo spettrale “viaggio di ritorno” dalle Segrete di Hidenstone.

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Aibileen Beatrix

Lanciò un urlo così forte che Ruri, se stava sonnecchiando da qualche parte, aveva forti probabilità di averla sentita.
Poi, voltandosi di scatto, si accorse che, ad averla urtata di soppiatto, era stata la sua compagna Ametrin, e si rilassò.
La ascoltò e, ridendo, le diede un'amichevole ed appena accennata pacca sulla spalla.

<< Scusami, Addison! Ci siamo fatte paura a vicenda, a quanto pare! Io... Stavo mostrando un'area di Hidenstone che mia cugina ci teneva molto a conoscere, via magifonino. Credo che la tarantallegrizzerò, come ringraziamento, a Natale. >>

Mentre parlava, manteneva la bacchetta alzata nel suo Lumos, perché, no, non si fidava né delle fiaccole che si illuminavano da sole, né di qualsiasi cosa si potesse trovare in quel posto lugubre ed umido, onestamente.

“Appena torniamo in Sala Comune, una coccola dalla nostra super coperta non me la leva nessuno.”

<< È la prima volta nelle Segrete anche per te, quindi? C.. Come ti sembrano? >>

Non poteva dire di conoscerla benissimo, ma dopo quanto avevano vissuto nell'Halloween di quell'anno, in un certo senso il ghiaccio poteva dirsi “rotto”, più di quanto lo fosse stato durante i primi tempi di lezione condivisi, per non parlare delle volte in cui l'aveva incrociata nel corridoio del dormitorio.
Era così concentrata sulla situazione in cui si trovavano, così tesa e particolare, ed era stata così sorprendente e rassicurante la sua venuta, che non le stava venendo nemmeno tanto da balbettare!

<< C.. Credi che la vampira sia qui intorno? Hai sentito anche tu quei lamenti... Saranno i fantasmi? >>

Gli spiritelli combattuti ad Halloween le erano bastati ed avanzati, onestamente... Ma ecco che tornarono a farsi sentire, come se quelli di Hidenstone si fossero appena sentiti chiamati in causa dalle parole di Aibileen, i lamenti che, poco prima di scontrarsi con Addison, l'avevano bloccata e fatta trasalire.
Questa volta, miracolosamente, riuscì a trattenersi dall'urlare. Deglutì.

<< … G.. Gli spiritelli della Foresta sono stati un buon allenamento, se non altro! >>

Disse, cercando d'infondere coraggio sia nella concasata e coetanea, che in lei stessa.

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Aibileen Beatrix

Fosse potuta tornare indietro, avrebbe certamente cambiato molti suoi atteggiamenti e comportamenti, tra quelli avuti durante la notte di Halloween.
Ma, pensandoci bene, quegli spettri, quelle zucche assassine e quegli scheletri stavano benissimo nel nulla cosmico dove erano ritornati.

“Rimaniamo pure nel presente, dunque. E, soprattutto: usciamo di qui!”

Meno male che c’era la risata di Addison, a portare un po’ di allegria in quel sinistro luogo. Le sorrise, già più rincuorata, accingendosi a rispondere alla sua domanda:

<< Perché l’ha ormai vista quasi tutta, insieme a me, tra foto, video e videochiamate! Trai pochi posti che non ho ancora visto, mancavano proprio le segrete. E poi, lei è abituata ai sotterranei di Hogwarts, che portano al dormitorio dei Serpeverde: le piacciono, i luoghi lugubri, inquietanti, “misteriosi” e quella roba lì! >>

Commentò, scuotendo la testa con un sorriso.
Ed Addison le ricordò una delle poche cose che aveva azzeccato in quella nottataccia del malaugurio: aiutare la concasata ad uscire da quella stramaledettissima buca.

<< S.. Sono sicura che avresti finito per trovare il modo di uscire da lì: mi sembri una ragazza sveglia! >>

Commentò, facendole un occhiolino.

<< Ad ogni modo, non c’è di che! Tra Ametrin bisogna aiutarsi, siamo una grande squadra! >>

E, da quando avevano vissuto quel che avevano vissuto durante la notte di Halloween, ci credeva davvero: con tutta se stessa.

<< R.. Ricordo che hai ricevuto un archetto, quella notte, però: s.. Suoni il violino o la viola, per caso? >>

Domandò incuriosita, sorridendo entusiasta: adorava gli strumenti musicali, ne era terribilmente affascinata, anche se non sapeva suonarne nessuno.
Le piaceva da morire cantare, in compenso.
Quando il discorso virò sulle creature che potevano trovarsi lì, però, Aibileen tornò sul pianeta Terra.

“… Stavo meglio nel mondo della mia fantasia, veramente. Non è per dire.”

Strabuzzò gl’occhi alle parole coraggiose, e forse anche lievemente incoscenti della sua compagna:

<< E.. Emozionante… Sì. Da ascoltare come racconto davanti ad un camino, ed accompagnati da una coperta coccolatrice seriale, però. Non da vivere, rischiando di finire male! >>

Aibileen aveva uno spirito di autoconservazione piuttosto elevato, quando si trattava di mera logica.
Era quando si parlava di sensibilità, che tutto andava bellamente a farsi friggere: non avrebbe mai accettato di lasciare una persona in difficoltà, senz’almeno provare ad aiutarla.

<< … Comunque, siamo insieme: è già qualcosa! Ma, vampiro vampiretto, tu rimani pure a dormire, grazie. >>

… Non era la migliore delle strategie per scacciare un vampiro, temeva. Ma, almeno, stava riuscendo a non cedere troppo alla paura.

<< … Quelle zucche, se non fossero state assassine, sarebbero state anche tenere e carine, comunque. Non trovi? >>

Sorrise alla posa eroica che fece Addison: una persona così sicura di sé sembrava essere quello che ci voleva per una situazione incerta come quella. Decisamente.
Sospirò rassegnata all’ultima parte delle parole della concasata: non era proprio nella sua idea di base, andare a cercare i fantasmi o il vampiro. Anzi. Ma non poteva di certo permettere che ci andasse da sola. Quindi, si decise alla svelta per il male minore:

<< … Vada per i fantasmi. Massì, dai, mi sembri simpatica, e fare nuove amicizie piace anche a me! >>

Decretò infine con un sorriso, porgendole una mano.

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Aibileen Beatrix

Aibileen annuì alle belle parole di Addison, sorridendo commossa per via di tutti i ricordi che esse portavano con loro, in particolar modo quelli che riguardavano la liberazione delle anime dei giovani denrisiani.
Anche se lei, purtroppo, non riusciva a sentire di essere “stata grande” durante la notte di Halloween, ma la sua timidezza ed insicurezza avevano assai direttamente a che vedere con quel fatto.
Acconsentì con un sorriso intenerito al suo tentativo di prenderla a braccetto.

<< D.. D’accordo… Andiamo! >>

Esordì, contenta di essere con una delle sue compagne più gentili e coraggiose… E poi, in quel momento, oltre che tutte quelle cose, le stava sembrando anche piuttosto buffa! Il che, dal suo punto di vista, era un pregio.
Sperava che non avrebbe urlato più a quel modo, però, non ci teneva ad attirarsi dei gua..

“Ho davvero appena sentito un << Buh. >>?”

Realtà o suggestione? Difficile a dirsi. Fatto sta che sentì il sangue raggelarsi, e dal braccio passò a stringere direttamente la mano di Addison.
Un brivido troppo profondo per essere considerato “di freddo” aveva attraversato entrambe le due giovani Ametrin.
Aibileen si voltò in direzione di dove le era sembrato provenire quel “Buh”, e rimase di sasso:le due studentesse si ritrovarono a tu per tu con una ragazzina così raccapricciante, così… Così poco umana, nel modo di presentarsi, di sorridere loro in maniera inquietante ma, soprattutto, di guardarle!
Fortunatamente, il suo istinto di sopravvivenza era ancora lì, bello integro, e non tardò a spingerla a correre il più velocemente possibile fuori dalle Segrete, portandosi appresso anche Addison, entrambe seguite dalla risata terrificante (ad avviso di Aibileen, perlomeno) della vampira che, ormai lo potevano asserire con certezza, lì ci viveva davvero! Una volta uscite da lì, le avrebbe sorriso con le mani che le tremavano visibilmente:

<< Fiuf… L.. L’abbiamo proprio scampata bella! >>

Commentò, sforzandosi di sorridere.

<< A.. Andiamo a prenderci una cioccolata e qualche dolcetto alla Sala da Té? >>

Propose con un sorriso. Dopo quello che avevano appena vissuto, un po’ di “conforto zuccherino” era proprio quello che ci voleva! Così, entrambe si diressero a passo spedito alla Sala da Té di Hidenstone, l’immagine della figura e della risata agghiaccianti di Ruri ormai stampate a fuoco indelebile nella loro mente. E nei loro ricordi.

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