Primi Giorni

Marcus cominciava, attimo dopo attimo, a capire con chi aveva a che fare. Non stava pensando ad Alex o a Benjamin, ma ai due estremi, Aibileen e Blake. La prima, calma e pacata, sembrava più un cucciolo che voleva solo cercare di far andare avanti il mondo come una qualche strana utopica idea di convivenza. Lodevole, un po' troppo irrealistico, e soprattutto ai limiti della sua comprensione. Per quanto giovane, al ragazzo era chiaro che andare d'accordo con tutti fosse un'impresa impossibile. C'era da dire che lui non si impegnava eccessivamente, al riguardo, ma questo non era certo colpa sua, no?

Dall'altra parte, Blake, il ragazzo dalla parlantina veloce e arrogante. Più parlava, però, più Marcus sentiva che non tutto fosse esattamente come gli appariva. Blake, lentamente, gli stava dando più l'idea di una persona che non sa trattenere i pensieri al suo interno, più che un arrogante. Non migliorava di molto la sua prima impressione, ma era certo molto meglio. Senza contare che, in ogni caso, Marcus non era molto diverso da lui, per alcuni frangenti. Aveva solo imparato a tenere a freno la lingua. Aiuta in tante cose, alla fine.

Possibile che nessuno gli abbia ancora fatto mordere quella dannata lingua?

Era un pensiero naturale, ma che scacciò velocemente, tornando a concentrarsi sulla conversazione che si stavaancora svolgendo. Ascoltò Aibileen e, dunque, quello che Blake rispose al ragazzo.

Accetto, Blake. Sono qui per imparare e, se puoi aiutare, poco mi importa del resto. - Era serio. Non c'era arroganza o voglia di dimostrarsi superiore, era solo curioso di vedere da dove spuntasse tutto quell'orgoglio e se veramente si potesse imparare qualcosa da un tipo del genere. Gli orgogliosi erano di due categorie, in fondo: chi poteva permetterselo, e chi no. Stava parlando del suo futuro, in fondo. Con l'idea di diventare Auror, il ragazzo sapeva già a cosa andava incontro. Non per nulla i suoi, per quanto orgogliosi, non sembrarono nemmeno particolarmente contenti la prima volta che se ne uscì con la frase "Voglio diventare come voi". In parole povere, Blake poteva tranquillamente essere considerato come una delle tante prove che doveva affrontare. Magari, col tempo, sarebbe pure riuscito a sopportarlo, ma sono discorsi per un futuro lontano.

Rivolse poi lo sguardo verso Benjamin, che nel frattempo aveva cominciato a parlare della sua storia, a grandi linee, che sembrò onestamente abbastanza normale come storia al ragazzo. Benjamin sembrava lo stereotipo del bravo ragazzo, a questo punto. Si chiese se non ci fosse qualcosa sotto, ma sapeva benissimo fossero solo congetture campate per aria. Fece un po' più attenzione quando cominciò a parlare di Ilvermony, curioso di capire qualcosa di più su quella scuola. In fondo, Hogwarts non era l'unica scuola di magia, e ne sapeva onestamente poco delle altre, considerando che il ragazzo aveva voluto seguire passo per passo le orme dei genitori senza pensarci due volte. Un peccato, ora che ci pensava, perchè gli erano rimaste alcune lacune. Proprio per questo, questa era un'occasione buona come un'altra per capire meglio. Rafforzò dunque la domanda di Blake.

Già, parlacene un po'.

Tese dunque l'orecchio cadendo nel silenzio, aspettando l'eventuale risposta.