Una canna per due!

Blake&Jawaad

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    Meno un giorno al ballo. Cazzo di ballo cominciava a stargli stretto, cosa dovevano festeggiare esattamente? lui odiava il Natale ed odiava anche quelle cose assurde. O meglio, non è che odiasse i balli, ma quello non era veramente il periodo di festeggiare assolutamente niente. Blake Barnes non solo era completamente scazzato, ma ultimamente non riusciva neanche ad avere tre minuti per se stesso. Stava sempre attaccato al culo di Lilith e la cosa assurda era che non riusciva a farne ammeno, senza contare che comunque era uno di quei fidanzati gelosi fino all'inverosimile. Ma fosse solamente la gelosia per la sua ragazza, allora tutto poteva ridursi in un"Blake cazzo datti una calmata", ma la gelosia assurda era anche per il suo migliore amico Jesse. No, non era gay e non se lo voleva fare, ma il problema di Blake era che Jesse non doveva farsi nessuno ne doveva farsi scopare e sapere che non solo si faceva scopare, ma gli piaceva pure, era deleterio. Blake egocentrico Barnes non voleva che il suo migliore amico potesse pensare ad altri, come aveva tenuto il muso dopo aver saputo del suo parabai, adesso lo teneva per altri motivi e quel povero Jesse ancora non lo mandava a cagare. Si, se quello non era amore, non riusciva a capire cosa lo fosse. Comunque quella sera, anzi, quella notte, aveva deciso che basta, non ce la faceva più, doveva davvero darsi una calmata e doveva farlo a modo suo. I pugni e la musica non bastavano più e quindi decise di accendersi l'ultima canna che gli era rimasta. Lo fece nelle segrete, vicino le cucine, in maniera che nessuno potesse rompergli le palle. Era seduto davanti alla porta d'ingresso della cucina, li, con il culo per terra e la schiena contro il muro, la tuta pesante ed una buona dose di erba. Non aveva intenzione di finirsi male.... ma... ecco, era esattamente quello l'andazzo. A sua discolta, poteva dire, che o si sfogava e calmava in quel modo oppure avrebbe creato altri disastri in giro per la scuola, come aveva fatto fino a quel momento. Fece un bel tiro alla sua canna. Non ne fumava una da quell'estate e da quando Aaron aveva trovato il suo nascondiglio. Maledetto fratello maggiore che non si sapeva fare i fatti suoi. Aveva deciso che questa volta l'avrebbe portata a scuola nel suo cassetto. Infondo il prefetto della sua casata era il suo migliore amico, la prefetta era, in teoria l'altra sua migliore amica, e gli altri e 4 prefetti non potevano rompere le palle nella sua stanza e comunque sia Erik che Lilith erano uno un suo carissimo amico e l'altra la sua fidanzata. Sorrise pensando a Lilith. Che culo... Lo disse ad alta voce pensando alla sua fidanzata, ma comunque era abbastanza fatto per non riflettere a quello a cui stava pensando. Ma andiamo, era un adolescente in astinenza forzata a vivere qualcosa molto più grande di lui! A cosa avrebbe mai dovuto pensare?
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    Seduto a gambe incrociate sul suo letto guardava, anche grazie alla luce soffusa che mandava la sua lampada, il dolcissimo e stronzissimo compagno di camera. Se pochi giorni prima aveva pensato che sarebbe andato dal caposcuola a farsi cambiare la stanza, quel giorno malediva il fatto di non esserci andato. Perché continuava a stare in camera con quel decerebrato mentale che russava manco l'orso Yoghi? Ogni giorno malediva sempre di più la nascita di Winchester, sperando ogni santa sera che cadesse da qualche scala e si facesse così male da rimanere bloccato in infermeria per più di... sempre!
    A quell'essere che dormiva poco distante da lui, non l'avrebbe svegliato neanche la terza guerra magica, maledetto. Così, per divertimento sadico prese un pezzo di pergamena e la portò alla bocca. La masticò per bene e, tirando fuori una bic che si era portato dal mondo babbano gliela lanciò. Lo fece muovere, ma non svegliare ovviamente. Era un essere immondo, si. Fece un'altra pallina e, lentamente, con tutta la calma del mondo, la lanciò al suo compagno di stanza. Porca puttana si sarebbe risvegliato in una montagna di palline piene della sua saliva. Continuò così per più di un'ora, sperando veramente di soffocarlo con quelle palline... Ma ahimè questo non avvenne.
    Con l'ultima che lanciò, lo centrò in piena bocca aperta. Alzò le braccia al cielo e esultò, senza preoccuparsi minimamente di svegliarlo: centro perfieeeettto.... Urlò imitando Ace ventura, un film babbano. Il suo compagno, non so per quale oscuro motivo, si svegliò e gli urlò dietro un: ma sei scemo? Io stavo dormendo! Si alzò e, già pronto con la divisa (perché sapeva bene che non sarebbe andato a dormire quella notte) si alzò e andò verso il letto del suo compagno.
    Sono quattro fottuti mesi che io non dormo. Per un giorno non morirai. E ora crepa! Quasi l'urlò, per la rabbia che provava. Ma che fai, esci? Sei matto...? Per poco non tornava indietro mentre chiudeva la porta della stanza, per strozzarlo. Matto? Lui? Erano quattro mesi che, per non so quale oscuro motivo, sopportava tutto quello e lui gli diceva che era matto?! Ringhiò verso la porta chiusa. Muori... E anche male! E ti cavoli che poteva svegliare tutto il dormitorio. Uscì dalla sala comune, fregandosene del becero nel quadro che gli urlò di spegnere la bacchetta. Doveva più che essere abituato a vederlo lì. Oramai usciva quasi ogni notte dalla sala comune per farsi un giro sperando che un crampo alla mascella beccasse il suo compagno di camera.
    Quel giorno si avviò verso le cucine. Ohssì... Voleva rubare qualcosa agli elfi... Aveva fame. Ma non fece in tempo ad entrare che, dall'oscurità arrivò una voce che disse: che culo. Si guardò intorno, puntando la bacchetta in giro per vedere da dove arrivasse quella voce. Quando lo trovò, lo fissò dall'alto in basso.
    Bah... E' un culo più che normale. Ma grazie del complimento, zio! Cosa.vedevano.i.suoi.occhi? Una canna? Quella era una canna? Merlino doveva benedire quel ragazzo. Socchiuse gli occhi sentendo il fantastico profumo della canna, mugugnando come un bambino di fronte alla cioccolata. mi vendo per un tiro di canna. Che cosa ti serve? uno schiavo? Eccomi... Esclamò allargando le braccia. Se ne sarebbe pentito? Forse. O forse no! Ma andare a dire ad uno sconosciuto che si sarebbe venduto per un po' di erba, chiedendo se gli servisse uno schiavo, non era tanto normale. Ma lui non fumava da quando era arrivato. Ed era un cazzo di dramma quello, per lui. Soprattutto, ora che ci pensava, ma come cavolo aveva fatto a non strozzare il suo compagno di stanza dopo quattro mesi di astinenza da erba?


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    Blake Barnes e la fortuna sfacciata. Ecco qual'era il problema principale di quel ragazzo, alla fine gli andava sempre bene. Di tante persone che potevano incontrarlo e denunciarlo ai professori o ad un prefetto - che a quel punto pur se suo migliore amico, fidanzata o amico stretto non avrebbe mai potuto negare l'evidenza - aveva incontrato un ragazzo che si sarebbe venudto per una canna. Quante persone in quella scuola potevano dire una cosa del genere? Blake Barnes era sicuramente una persona fortunata, il fato aveva una certa simpatia per quegli occhi chiari e quel ciuffo biondino. Blake Barnes si ritrovava sempre a dover vincere in qualsiasi occasione. Era successo così la notte del 31 ottobre dove era riuscito esattamente nel suo intento, ossia liberare la sua bella, nonostante l'essersi gettato nella nebbia senza pensarci minimamente e facendo quasi ammazzare suo fratello, e stessa cosa era successa all'evento di inizio anno dopo aver imitato un suo professore, aver preso fuoco, e esser diventato comunque un ragazzo da lodare. Era come il suo gatto, alla fine cadeva sempre in piedi. Quando sentì quella voce, si alzò un pò da terra dandosi quasi un contegno, quando vide la divisa dei dioptase sogghignò appena, e quando capì, finalmente, che il ragazzo che aveva di fronte pensava che il complimento l'avesse fatto al suo sedere, scoppiò a ridere. Oh cuore!!! Sto fumano, ma ancora non guardo i culi dei ragazzi.... pensavo a quello della tua prefetta! Diciamo che quella poteva essere la prova del nove, potevano diventare migliori amici da subito oppure farsi prima una lunga litigata, ma il problema era che comunque in quel momento qualsiasi cosa che diceva il ragazzo di fronte a lui poteva non andare bene. Perchè se diceva che aveva guardato il sedere della Clarke, allora Blake sarebbe divenuto geloso, se diceva, al contrario che non lo aveva mai guardato, allora Blake si sarebbe indignato: la sua ragazza era la più bella come era possibile che lui non se ne fosse accorto?! Si, era una contraddizione vivente oltre ad essere la persona più instabile che il moretto dioptase potesse incontrare nella sua esistenza ed interamente ad Hidenstone. Fatto si era che in entrambi i casi, Blake era così nella pace dei sensi che alla fine non era sicuro che le sue parole e il suo cervello fossero davvero collegati. Fece un altro tiro bello profondo, tenne il fumo un pò in bocca e poi lo cacciò lentamente, godendosi tutta l'erba che aveva messo dentro quella cartina lunga. Sogghignò alla parole del ragazzo. Attento a chi vendi l'anima...! aggiunse prima di fargli segno di venirsi a prendere la canna. Era ovvio che lui non si sarebbe mai alzato da dove era, lui Blake Barnes non si alzava neanche quando veniva chiamato alla lavagna dai docenti, figurarsi per passare una cosa che poi era la sua. Un Dioptase che fuma... e io che pensavo che foste tutti quanti terribilmente degli addormentati! Eh si, le canne, quelle buone, erano come l'alcool, o almeno a Blake facevano quell'effetto. Se di solito diceva sempre tutto quello che pensava, adesso, era ancora peggio, non rifletteva neanche se poteva dirlo o meno!
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    Dopo aver fatto un centro perfetto nella bocca del suo compagno di stanza che se la dormiva bellamente - a differenza sua che non dormiva da quattro mesi - Jawaad pensò bene di andarsene dalla sala comune, come un giorno si e l'altro pure. Ormai era normale routine che se ne scappasse dal quel posto; come era normale che litigasse con il quadro del vecchio ubriacone che aveva davanti all'uscita della sala comune. Ogni volta lo ribeccava e ogni volta lui lo mandava al diavolo. Mo uno non poteva neanche uscire dalla sala comune che quel rompiscatole doveva star lì a buttar merda.
    Quel giorno decise di andare verso le cucine, sperando di riuscir a rubare qualche a quei mezzi umani che le popolavano. Magari si sarebbe inventato qualche dolore di pancia o qualche altro dolore da dover mangiare qualcosa per prendersi un anti infiammatorio. Insomma, qualcosa si sarebbe pure inventato quando venne bloccato da un borbottare poco distante dalle cucine. Si bloccò e cercò, anche grazie alla bacchetta, da chi arrivasse la voce che aveva appena parlato.
    Trovò un ragazzo mezzo seduto ad un muro, più di là che di qua. In mano una canna e, lo amava.
    Gli venne spontaneo rispondere che il suo di culo era normale, ma che lo ringraziava del complimento quando lo sentì ridere dalla sua frase. Pronunciò una prefetta che, sinceramente, manco aveva notato. Ma non perché non gli piacesse o cosa... Semplicemente lui andava avanti per la sua strada e non si guardava intorno. L'aveva vista, certo, in quei mesi ma non gli interessava minimamente. buon per te, zio! Rispose con voce febbrile perché - sinceramente - della sua perfetta, a lui non gli interessava un emerito cacchio in quel momento. Vedeva solo una cosa: cannabis.
    Ho già venduto la mia anima al diavolo... Ammise, sogghignazzando. Tanti anni fa, quando mi ha portato sulla retta via delle canne. Continuò ammettendo e anche un po' ridacchiando. Davvero era andata così. Un giorno, in un pub vicino casa lo avevano fatto entrare solo grazie ad una carta d'identità finta... Se ne stava al bancone a bere la sua coca cola e un tizio si era avvicinato a lui... Puliva i bicchieri dietro il bancone e gli fece notare che era giù di morale. Per risollevarlo, gli donò la cannabis che diventò la sua migliore amica. E lui, il ragazzo dietro al bancone, divenne il suo diavolo personale. Si chiamava Blaise ma lui lo chiamava Er diablo. Ed era il suo, ormai migliore amico e spacciatore privato.
    Gli fece segno di avvicinarsi per prendersi la canna e, quasi con gli occhi che gli brillavano, si allungò per prenderla. La portò alla bocca proprio nel momento in cui il suo interlocutore gli diceva un: Un Dioptase che fuma... e io che pensavo che foste tutti quanti terribilmente degli addormentati!
    Sogghignazzò ancora, guardandolo da dietro la nuvola di fumo che si creò quando buttò fuori la prima boccata. Si andò ad appoggiare poco distante da lui; non troppo vicino ma neanche troppo lontano.
    Dicevano la stessa cosa quando ero ad Hogwarts. Un corvonero che non era tutto libri. Fottesega di ciò che dite... Ammise con un ghigno, facendo altri due tiri e ripassandogli la canna. Lo guardò quasi innamorato. Se fosse stato anche un poco attirato dai maschi, quel ragazzo sarebbe stato uno dei più belli a suo parere. Ma non era attirato dai maschi, quindi nisba.
    Si guardò un po' intorno, schioccando la lingua in attesa. In attesa di cosa, poi? Non lo sapeva neanche lui ma, sinceramente, fino a quel momento di notte aveva sempre trovato gente strana quanto lui. Di giorno giravano i normali dentro a quella scuola, mentre di notte tutti i pazzi. E ovviamente lui era felicemente uno di loro. Visto che stiamo in ambito: dove posso trovare la cannabis qui? Domandò girandosi verso di lui, incuriosito. il mio pusher è nel mondo babbano e come sai... Ridacchiò E un po' difficile chiedergli di mandarmela.
    Er Diablo non sapeva come mai per tutti quei mesi Jawaad sparisse. Ovviamente non gli aveva potuto dire la verità; ma non perché non si fidasse, ma perché come cavolo faceva a spiegargli che era un mago? Nel suo cervello, ne era certo, pensava tipo che era un narcotrafficante che spariva ogni tot mesi e ritornava più stressato che mai. Ma loro, anche se erano migliori amici, non si chiedevano mai dove o cosa avevano fatto in quei mesi.


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    La cosa buffa di Blake in quel momento era che si sentiva così tanto rilassato e nella pace dei sensi che non riusciva a dire niente di effettivamente sensato. Blake amava tutta quella tranquillità ed infatti fumava regolarmente almeno una canna al mese. non tantissime, non gli piaceva, ma una canna al mese era obbligatoria. Lui che non sapeva come distrarsi o come scaricare la sua estrema rabbia contro tutti, lui che non sapeva gestire le sue emozioni brutte e peggio ancora quelle belle, le canne erano l'unica cosa che, effettivamente, riuscivano a farlo calmare. Aveva incontrato la sua migliore amica in quel modo, ed adesso, boom, quel tizio con lo stesso suo ciuffo! Che era un modo per trovare le persone giuste? Lilith non faceva altro che levargli la sigaretta dalla bocca e quando lo faceva era estremamente bella e sexy... cosa avrebbe dato per una sana scopata con lei in quel momento. Ma la prefetta dei Dioptase non c'era e doveva accontentarsi di immaginare il suo bel sederino. Ridacchiò. Questa volta non seppe esattamente per cosa, ma forse la canna cominciava a farli effetto. Oh, certo che sono fortunato! Cazzo hai davanti Blake Barnes, non il primo degli stronzi! Ed esattamente cosa c'erava con il "buon per te, zio?" Blake era fatto. Ecco casa ci entrava veramente quello che aveva detto. Cercò di alzarsi da per terra ma niente da fare, si riaccasciò ridacchiando ancora e poi guardandolo in tutto il suo splendore. Oh, no, non aveva idea di che cosa stava succedendo li. Blake era un ragazzo dal cuore d'oro, ma anche un incorregibile egoista, megalomane ed egoriferito, con un pizzico di attacco d'ira di qua e di la, quando meno te lo aspetti. Oh tesoro...per un pò d'erba!? Bisogna conquistarsela davvero la retta via... se no non vale! Giustamente per un adolescente cresciuto senza genitori, e solo con il fratello maggiore che gli aveveva dato per la prima volta la sambuca tra le mani ad occhi e croce a 12 anni, cercando di farlo calmare, che lo aveva visto fumare e si era acceso anche lui una sigaretta, che lo aveva praticamente svezzato a suo di feste, tette, culi, alcool ed erba, quella della canna non era neanche una via, era solamente un piccolo ingresso per arrivare al salone principale. Sorrise al ragazzo e quando non tossì ma veramente si fece un bel tiro di canna degno di nota posò una mano sulla spalla del ragazzo e annuì. Non so chi tu sia, e probabilmente non me ne frega niente... ma sei mio amico! Che cosa rara oltre che unica, Blake era veramente fatto per dire una cosa del genere, lui che non aveva mai data così tanta confidenza neanche ai suoi amici abituali. Insomma, cosa diavolo aveva messo dentro a quel filtro trasparente. Ridacchiò. Oh cazzo! Io ero una serpe ad Hogwarts e non ti ho mai visto, dove cazzo ti eri nascosto?Si, certo amici di infanzia adesso erano diventati? Ma non si sentiva così tanto bene da parecchio tempo, quindi, prima che al ragazzo dioptase prendesse veramente a bene ci sarebbe stato un bello spettacolo, almeno per lui, da osservare. Nessuno, o comunque non in quella scuola, poteva vantarsi di aver visto Blake completamente fuori controllo ma nel senso buono della cosa. Lo avevano visto tutti quanti incazzato, lo avevano visto completamente folle di rabbia tanto da minacciare una persona che stava per uccidere mezzo corpo docenti con una sola piantina, ma nessuno poteva vantarsi di averlo visto in veste amichevole e quasi gentile. Si, gentile per i suoi standard. Ehi, a tutti importa cosa dico io... quindi se vuoi fumare ancora, deve importarti per forza. Sono Blake Barnes!Aveva intenzione di ripeterlo ancora un'altra volta, o forse poteva andare bene così? Aveva intenzione di dire altro.... sgranò gli occhi e ci riflettè. Oh. Te la procuro io l'erba. Non solo ho il mio fottutissimo fornitore, ma ho anche tutti gli amici prefetti, quindi nessuno mi rompe il cazzo. Ah e per mera informazione, la tua prefetta, è la mia ragazza. Quindi... cazzo non farti beccare che è una bacchettona sexy assurda! Non solo era fatto, ma cominciava anche a dire cose a caso. Ma dimmi un pò... tu, ragazzo tanto fortunato, come ti chiami! Oltre ad avere la disgrazia di essere stato un noiosisimo corvetto, che hai fatto nella vita? Si riprese la canna, ne fece un altro tiro e poi la ripassò al ragazzo affianco a lui. Blake che non sapeva neanche come si scriveva la parola "condividere"! Beh, che dire... era sicuramente una questione di simpatia o comunque di pelle. Ma quel tizio gli stava simpatico. Il solo fatto di avergli detto che voleva o comunque sarebbe potuto diventare il suo schiavo, faceva di lui una persona speciale. Almeno per quell'egoriferito di Blake.
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    Ma perché ogni qualvolta decideva di uscire dalla sala comune beccava gente strana? Non che pensasse che quel ragazzo era strano, ma aveva un non so che di malato mentale. Il che, capitemi, poteva solo piacergli. Aveva bisogno di una spalla su cui appoggiarsi e, forse - ma non voleva parlare troppo forte - l'aveva appena trovata. Ma per "una spalla su cui appoggiarsi" non intendeva mica un amichetto con cui prendere il tè con i biscotti... Nono! Ma uno con cui fare cazzate.
    Oh, certo che sono fortunato! Cazzo hai davanti Blake Barnes, non il primo degli stronzi! Alzò un sopracciglio a quella frase. Non seppe bene come rispondere perché, andiamo... Quel Blake non sapeva chi avesse davanti. Forse su una scala di stronzaggine lui era un tantino sopra a quel ragazzo, ma non dava un comunicato ufficiale prima di testarlo.
    Dal momento in cui si ricordava, Jawaad era sempre stato un tantinello sopra gli altri in fatto di stronzaggine. Oh tesoro...per un pò d'erba!? Bisogna conquistarsela davvero la retta via... se no non vale! Ridacchiò continuando a fumare, pensando che la retta via l'aveva davvero conquistata. Ma lui non poteva davvero saperlo di cosa era in grado di fare. Mentre tu stai decidendo di avviarti verso l'inferno, fidati che io già sto stringendo la mano al diavolo mentre mi da il benvenuto. Sussurrò passandogli di nuovo la canna. Lui era un fumatore incallito. Di sigarette e di canne. Potevano stare lì tutta la notte e, solo dopo un trefiltri o un carciofo si sarebbe ritrovato mummificato su quel muro. Ma dubitava seriamente che, come primo incontro, potesse chiedere a quel ragazzo di farsi un carciofo per sballarsi. Anche perché, sinceramente, lo vedeva già bello arzillo. Povero cucciolo, gli faceva quasi tenerezza.
    A differenza di quel Blake, Jawaad era ancora fin troppo lucido... Il che non era buono. Non so chi tu sia, e probabilmente non me ne frega niente... ma sei mio amico! Si grattò la testa, guardandolo. Okkkk. Era felice per lui, perché veramente stava facendo tutto da solo. Non sapeva neanche chi fosse, come si chiamasse e per lui erano già amici. Magari il giorno dopo non si sarebbe neanche ricordato chi fosse. Buon per noi amico. Concludiamo questa amicizia con un bel brindisi? Domandò con una strana luce negli occhi. Perché gli era appena balenata in testa una cosa folle. Rubare più cibo possibile e soprattutto una bottiglia di vino. Magari gli saliva la pezza, così. Lo sentì ridacchiare come solo un fatto ridacchia. Cuccioletto. Gli faceva quasi tenerezza. Ridacchiò con lui, ma non perché stava fatto, ma perché provava tenerezza verso quel ragazzo.
    Si sapeva che chi si faceva le canne, principalmente, era per scappare da qualcosa. E si domandò da che cosa scappava quel Blake per farsi le canne e stare fatto. Venne a sapere che era una serpe e gli chiese pure dove si fosse nascosto.
    In qualche aula in disuso a farmi le mie punizioni, sicuramente. Ridacchiò, ricordando piacevolmente della caterva di punizioni che aveva avuto per essere stato beccato a fumare erba o cose simili. Subito dopo, se ne uscì con una frase che gli fece alzare un sopracciglio. Ma era normale oppure...? Chissà da non fatto com'era quel ragazzo. Magari, se si fosse ricordato di lui, il giorno dopo l'avrebbe scoperto. Tu Blake Barnes io Jawaad Bàs. Lo disse un po' come un bambino ritardato, ma dettagli. Gli disse che era amico di tutti i prefetti e, in quel momento, capì che quel ragazzo e lui sarebbero davvero diventati amici. Mai farsi nemico un ragazzo che conosceva tutti i prefetti. Lo avvisò pure della sua prefetta mentre Jawaad annuiva veramente interessato alla piega che stava prendendo quel discorso. Ma nell'altra parte del cervello stava valutando come fargli una statua d'oro in giardino. La mia perfetta no, ok. Ricevuto. Non che una ragazza gli mettesse ansia, ma non gli andava di passare un giorno si e l'altro pure in punizione anche lì dentro. E poi gli chiese di parlare di sé. Non c'era domanda più difficile per Jawaad. A parte passare tre quarti della mia vita scolastica in punizione? Arricciò le labbra, pensieroso. Cerco mia sorella. Secco e coinciso. Ma era la pura e semplice verità. Non che si aspettasse che da un momento all'altro cominciassero a chiacchierare come due becere di fronte ad una tazza di tè, ma lui gli aveva fatto una domanda e Jawaad aveva risposto. Noiosissimo corvonero dici, uhm...? Chiese, pensieroso e continuando a fumare. Quella canna aveva visto più saliva che una lumaca. Bah... Schioccò la lingua, ridacchiando. Mi sono sempre chiesto perché a Corvonero visto che ho passato più giorni a pulire trofei che a studiare... Si girò verso il suo compagno, ridacchiando. La nota più bella che ho preso è stata...mmm... Ci pensò su, seriamente. L’alunno B. ogni volta che la preside interviene per dare una comunicazione attraverso l’altoparlante si butta a terra esclamando ad alta voce :”oh no, ancora queste voci!” Rise di cuore al ricordo di una delle tante volte che aveva preso una nota. Su quello era imbattibile. Se ne rimase per qualche minuti in silenzio a sorridere come un ebete ricordando i tempi andati e le varie note che aveva preso. Poi si girò ancora verso il suo nuovo amico.
    Te l'ho detto che io già ti sto salutando dalla porta dell'inferno con al fianco il Diavolo. Non che si vantasse delle cazzate che aveva fatto, ma un po' si.


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    Blake
    Barnes
    Fino a quel momento Blake Barnes era stato semplicemente una minaccia mortale per Hidestone, alunni, professori, personale addetto... tutti quanti compresi, ma quando ad una forza della natura, un pò instabile, esplosiva ed incediaria si affiancava una persona esattamente come lui, cosa poteva succedere davvero? Blake aveva sempre cercato di mantenere un profilo basso perchè aveva conosciuto Jesse, il suo socio, il suo migliore amico, colui che lo aveva sempre cercato di far ragionare anche se in maniera del tutto folle, ma era il suo freno e sopratutto la sua salvezza,poi c'era Erik la sua coscenza, ed adesso, improvvisamente si sentiva di nuovo tornato ad Hoqwarts, con qualcuno che fumava e beveva come non mai. Non voleva tornare ad essere come prima, ma una serata cosa voleva significare? Oddio per Blake tantissimo, era uno che andava molto a sensazioni e quindi se non gli stavi simpatico dal principio allora sarebbe stata la fine di tutto, ma non era quello il caso. un pò la canna, un pò la depressione, un pò la rabbia, ma quel ragazzo sembrava capirlo in maniera spettacolare. Davvero? Beh, lo scopriremo solo vivendo, non sono uno che ama le chiacchiere! I fatti saranno necessari per convincermi di quello che tsai dicendo! No perchè Blake aveva questi deliri di onnipotenza dove tutti dovevano dimostrare a lui, e proprio a lui, di che pasta erano ftti. Era ovvio che lui non dovesse ricambiare in nessun modo il favore, ed era altrettanto ovvio che non doveva spigarlo. Il suo atteggiamento avrebbe fatto tutto quanto al posto delle sue parole. Il suo essere così sempre perfettamente egoista ed egorferito lasciava che gli altri capissero e si comportassero di conseguenza. Aveva un dono naturale nel riuscire ad ottenere quello che voleva ed era proprio vero che nella vita era tutta questione di atteggiamento. Adesso il punto era. Da quel ragazzo, esattamente, cosa voleva? Forse niente, ma quando lui disse che voleva qualcosa da bere, Blake cacciò anche la sua immancabile fiaschetta di Sambuca, la stessa che gli aveva permesso di fare amicizia con Jesse il prio anno in quell'accademia, la stessa che aveva fatto in modo che le sue serate più depresse non finissero con qualcuno in ospedale ma con lui che dormiva beto nel letto, o che vomitava nel bagno del suo dormitorio. Gliela passò. Sambuca. Sogghignò. Non si riteneva avanti per quelle cose, solamente un pò più furbo degli altri! Insomma cavolo erano in una scuola di magia, mica bisognava andare in giro con le casse di alcool, avevano la magia, avevano una bacchetta, potevano utilizzare un semplice incantesimo e puff, sambuca a non finire! Non capiva perchè non riuscissero ad arrivarci tutti! Ma poi si rispose anche che non tutti sapevano che voleva dire bere sambuca... Pensieri confusi sicuramente, ma in quel momento non riusciva neanche ad avere gli occhi aperti, figurarsi ragionare. Si era finito in maniera indecentee sapeva benissimo che quella sera sarebbe finita solamente in un modo, ossia male, molto male. Ma gli importava? No! Nessuno lo avrebe esspulso da li, nessuno gli avrebbe detto niente, Ensor poteva solamente torturarlo e la cosa neanche lo spaventava, quindi, tornando a chi aveva di fronte ridacchiò. Bàs, bevenuto nel tuo paradiso personale! In quel momento si riferiva sicuramente a molte cose, come ad esempio che aveva fatto bingo ad incontrarlo perchè nessuno li dentro avrebbe mai fatto niente per ostacolarlo, anche se i suoi amici erano tutti quanti bacchettoni, gli volevano estremamente bene... quindi... beh, poteva fumare e bere con lui quando voleva! E nessuno gli avrebbe detto niente!Bene, ti serve un investigatore privato?Io ho mandato in coma un ragazzino. Te l'ho detto, non parlo molto... soffro leggermente di attacchi d'ira... ovviamente stava fatto se no non glielo avrebbe mai e poi mai confessato. Andiamo a mangiare? continuiamo con la sambuca, vuoi del vino? Si, appunto, non era uno che si perdeva in chiacchiere e quando lui disse la nota che aveva preso rise di rimando. Uno spasso, lui faceva cose pericolose non divertenti. Quel ragazzo gli piaceva particolarmente. Benvenuto ad Hidestone Jaw! Si alzò in piedi e sogghignò. Vieni!
    ✕ schema role by psiche
     
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6 replies since 27/12/2019, 18:20   157 views
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