1984

per Blake Barnes

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    Molly Jane Trouble
    Studentessa | 16 anni

    E' un giorno di Ottobre che scorre esattamente identico a tutti gli altri. C'è una fastidiosa brezza fuori, di quelle che scompigliano i capelli e sferzano ogni centimetro di pelle scoperto. Non fa freddissimo, quello no, o almeno nulla di irreparabile se si utilizza una sciarpa ampia. Però, ecco, tra il vento inclemente e i rovesci che inzuppano sin dentro le maniche della giacca, uscire in cortile non è il consiglio più raccomandato. Per questo Molly, che pure molto spesso sta all'aperto per leggere qualche argomento spiegato a lezione, opta per una tranquilla sessione di studio all'interno del castello. Con il libro di Trasfigurazione sotto braccio, ha scelto la Biblioteca per via del religioso silenzio che regna al suo interno. E potrebbe trascorrervi l'intera giornata, non fosse che ad un certo punto, proprio nel momento in cui ha trovato la tanto agognata posizione comoda che consente di stare curva sui libri senza soffrire troppo - o almeno, entro i limiti del ragionevole -, Judy, sua sorella, le fa un cenno con la mano dall'uscio della porta. E' vero che tenda a disturbarla, se così possiamo dire, per ogni sciocchezza, ma di solito Molly chiude un occhio perché sa quanto Judy possa essere timida. Ed è suo compito, da fedele sorella, sostenerla in salute e malattia, finché morte non le separi. No, un attimo, quelli sono marito e moglie...
    «Molly. Mi dispiace.», inizia così la loro conversazione, nel corridoio di fronte alla biblioteca. E non promette nulla di buono. «Che?», risponde lei, visibilmente confusa. Cosa potrebbe mai averle fatto, Judy, che persino ha il timore di commettere una cattiva azione nello scacciare le zanzare? «Il tuo libro. Quello che... Mi hai prestato.», vale a dire 1984, di George Orwell, il preferito di Molly. «... Non dirmelo.», risponde Molly, mentre si porta una mano alle tempie, facendola scivolare verso gli occhi, a coprirli. Perché non vuole vedere, sentire ciò che Judy ha da dire in proposito. «Non ricordo dove l'ho messo. Credimi, sto impazzendo.», e fa bene ad impazzire, perché la gemella numero uno non ha affatto intenzione di fare una carezzina alla gemella numero due, affermando di non preoccuparsi. Tutt'altro. «Un secondo, un secondo, un secondo.», la frena, Molly, mentre cerca di mettere ordine nei pensieri. «Quand'è l'ultima volta che hai letto?», le chiede, speranzosa che Judy ricordi. «Ieri mattina. Oggi lo cercavo, proprio per continuare, ma niente... Non è in Dormitorio, sicuro.», conferma la piccola Ametrina. «E... Dov'eri, te lo ricordi?», la incalza Molly, incrociando le braccia sul petto. «Ero andata a studiare, nell'aula in disuso, mi pare.», risponde lei, e senza avere il tempo di aggiungere nulla, ecco che Molly già cammina a passo svelto verso il quinto piano, col cuore in gola. Perché si dà il caso che 1984 gliel'abbia regalato il padre, e per quanto sia l'ultima persona sulla faccia della terra che in questo momento vorrebbe vedere, ha comunque un ricordo bellissimo di quella giornata. Era un pranzo domenicale assolato e pieno di gente, ma loro due avevano svicolato - molto carinamente - gli ospiti, con la scusa di dover prendere delle bottiglie di vino dal vigneto. Di fatto, avevano cavalcato in lungo e in largo, attraverso i bassi alberelli della tenuta dei Trouble.
    Molly, ora come ora, non ha nessuna intenzione di accettare il fatto che il suo libro preferito sia scomparso. Per questo, quando entra nell'aula in disuso, neanche guarda in faccia i presenti, né controlla se si tratti di più persone o meno. Dice soltanto: «Avete per caso visto un libro?», e parte alla ricerca, guardandosi rapidamente a destra e a sinistra, perlustrando con occhio attento la zona.


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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Cominciava a pensare seriamente che i professori ce l'avessero con lui. Perchè dovevano per forza riempirli di compiti? Cosa diavoo era adesso quella novità della pergamena di Astronomia? Cosa diavolo doveva scriverci? E sopratutto perchè la sua ragazza non era li con lui a pomiciare su quel banco? Era il 1 ottobre e non aveva nessuna intenzione di mettersi li a studiare, di mettersi li a capire cosa doveva scrivere su quella pergamena. C'erano così tante meterie inutili in quella scuola che Blake delle volte si chiedeva, o meglio se lo chiedeva spesso, perchè mai avesse accettato di andarci. Perchè suo fratello non lo voleva a casa tra i piedi? E sopratutto perchè lui gli dava sempre dannatamente retta? Cominciava a sentire il peso di quelle pergamene addosso. Blake entrava li dentro solamente per recuperare i tremila compiti non svolti e sopratutto per fare si che l'anno si salvasse da solo, senza dover arrivare a maggio con l'acqua alla gola. Ecco quello era un piano che non gli era mai riuscito. L'aula in disuso era sempre quasi vuota perchè si preferiva andare in biblioteca a studiare ma lui, bastian contrario come sempre, odiava andare in biblioteca, non lo sopportava affatto in realtà. Troppa gente e sopratutto troppe distrazioni. Per uno come Blake che si distraeva anche solo guardando un libro o la polvere sul tavolo, la biblioteca era deleteria. Ma poi, a breve, lo sarebbe diventato anche il suo angolino di concentrazione. Una ragazzina rossa entrò in quella stanza senza neanche chiedersi se qualcuno stesse facendo qualcosa di utile e produttivo. E tu hai per caso intenzione di non far casino? Chiese poi sbuffando sonoramente. Ecco voleva far capire a Lilith che non era lui che andava cercando le ragazze, erano le ragazze che non facevano altro che andare da lui. Sia per rompergli le scatole che per altro. Alzò un sopracciglio. Che diavolo di problemi hai che prendi ed entri dentro un'aula in questo modo! Oh si, la simpatia di Blake era leggenda per tutti. Ma comunque non aveva nessuna intenzione di aiutarla. Non sapeva neanche come fare. Si, quando era entrato aveva visto un libro "1984" sul banco dove era adesso lui, ma non ci aveva neanche fatto caso sommergendolo sotto ai suoi di libri e pergamene, quindi qualsiasi cosa volesse quella rossa era capitata nell'aula giusta con la persona sbagliata.
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    Molly Jane Trouble
    Studentessa | 16 anni

    E' già dentro l'aula alla ricerca del suo prezioso tomo, quando una voce leggermente piccata le arriva alle orecchie. Le viene chiesto se abbia intenzione di continuare a far casino e, per tutta risposta, vorrebbe dire che sì, lo farà fin quando non avrà finito, ammesso che si possa definire casino la rapida domanda da lei posta poc'anzi. Ma quando il ragazzo rincara la dose, le arriva un po' troppo sangue al cervello. «Addirittura. Come siamo suscettibili.», risponde, guardandolo storto. Solitamente, quando le persone si rivolgono così male, è perché soffrono, e di conseguenza avvertono la necessità di proiettare sugli altri tutto un insieme di carinerie che sarebbe meglio non vengano mai alla luce, ma che sfortunatamente in alcuni casi rappresentano il punto centrale di una conversazione. Molly non è il tipo da attaccare briga dal nulla, ma di certo non è neanche una ragazza che incassa in silenzio senza far nulla. «Non so in che mondo parallelo abiti, ma ho semplicemente fatto una domanda chiara e semplice, e non sono entrata in aula in nessun modo. Non vuoi rispondermi? Perfetto, continua a fare quello che stai facendo, lo farò anch'io.», e gli sorride visibilmente ironica, portandosi al centro dell'aula. Ma siccome adesso ha le scatole girate anche lei, non si preoccupa di urtare alcuni banchi, facendo, questa volta, davvero casino e pronunciando una scusa che falsa è dire poco: «Colpa mia, esclama, ad una tonalità di voce così stridula che potrebbero sentirla pure in Francia, mentre a passi pesanti arriva alla prima fila di banchi, iniziando a controllare sotto ognuno di essi, nel caso il libro fosse caduto per terra. «Ah, per la cronaca.», inizia il suo discorso, avendo cura di scegliere le parole per bene e di utilizzarne il più possibile, così da spezzare il silenzio e dar noia al ragazzo: «Volevo dirti che, sai...», e poggia malamente la borsa su una sedia, spostandola indietro e facendo stridere i piedi della stessa per terra, per poi compiere lo stesso movimento in senso inverso, avvicinandola di nuovo al banco. «Non sta scritto da nessuna parte che nelle aule in disuso si debba stare in religioso silenzio per studiare. Per quello c'è la Biblioteca. Giusto per farti rendere conto di quanto le tue pretese siano ridicole.»

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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
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    La saccenza nelle ragazze era qualcosa che lo mandava in bestia. Alzò un sopracciglio guardando quella ragazzina fare avanti ed indietro per quella stanza per cercare chissà che cosa. Ah si, lo aveva detto, stava cercando un libro. Poi alzò anche un sopracciglio quando sentì la sua frase. Non sono suscettibile, sei tu che sei una grande maleducata! Disse il ragazzo che aveva smontato mezza Hidestone perchè poteva vantare una forte e severa educazione. Molly non aveva la più pallida idea chi stesse provocando e da una parte era anche molto meglio e sopratutto più divertente in quel modo. Sicuramente in un mondo dove le persone non hanno quelle pieghe sulla propria divisa e sopratutto in un modo dove le persone sappiano parlare bene ed in modo educato. Si, esatto viviamo in due mondi completamente differenti. Tu da quale periferia vieni? Si, delle volte faceva spiccare tutta la sua innata simpatia. Blake non era mai stato un tipo troppo socievole e delle volte per fare amicizia ci voleva solamente una persona molto paziente e che sapesse vedere al di la di quelloche Blake stesso mostrava. Tutti i suoi amici, quelli che si era fatti li, li riteneva persone profonde e poco superficiali, solo in quel modo si poteva veramente essere amici di Blake, o comunque fartelo stare simpatico era un'impresa veramente roica. Si alzò nel momento stesso la ragazzina urtò dei banchi, era chiaro che lo stesse facendo apposta. Andò verso di lei al centro della stanza ed alzò un sopracciglio, si mise le mani in tasca e la guardò più da vicino. Sei così disperata per un libro che non ti rendi neanche conto che non solo sei maleducata e mal vestita, ma cominci anche a seccarmi. Allora come si chiama questo libro? E la prossima volta che decidi di fare cose stupide, tipo disturbarmi, prega che io sia sempre nell'umore giusto. Si, Blake non era solo presuntuoso, era anche una di quelle persone che se la credevano parecchio e Molly era fortunata, che in quel momento, effettivamente era leggermente infastidito, ma comunque d'umore buono. Ah, quindi tu credi di poter entrare da 2 mesi in una scuola nuova, entrare nell'aula in disuso, rompere le palle a Blake Barnes ed uscire da qui senza che ci siano conseguenze. Ok. Mi fa piacere. Non era una minaccia, ma essendo lui una persona popolare o comunque anche se non lo fosse stato, metterla in croce per il resto della sua carriera accademica non era certo un problema per lui. Le sorrise appena furbo e poi tornò a guardarla dall'alto verso il basso. Vuoi che ti compri una bella ricordella? Oppure ce l'hai e non sai dove l'hai messa? Ti aiuto a cercare anche quella? Si, la stava prendendo in giro, era chiarissimo che lo stesse facendo.
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    Molly Jane Trouble
    Studentessa | 16 anni

    La rossa non sa se ridere o piangere, nel dubbio opta per uno sguardo storto in direzione del Black Opal. Il ragazzo non fa che ricordarle quanto lui sia Blake, quanto lui sia Barnes, probabilmente ignorando il fatto che a Molly freghi meno di zero. Le dà persino della maleducata - per aver fatto cosa, poi, non è dato saperlo - e a quel punto lei non può fare a meno di sorridere, tra sé e sé. Se i suoi genitori sentissero una discussione del genere, probabilmente li ritroveremmo in ospedale nel giro di poco, a causa di un infarto inclemente e che non lascia speranze. Perché che la piccola Trouble sia maleducata, dopo infiniti collegi, inservienti, professori privati e tutte le altre figure dell’ambito - profumatamente pagate affinché le due gemelle risultassero delle perfette damerine - è un eufemismo fatto e finito. «Beh, hai ragione Barnes. Mi hanno allevata le pecore ed i miei genitori sono il bue e l’asinello. Ma sinceramente lo preferisco, perché se il risultato di un’educazione coi contro-fiocchi è Blake Barnes, grazie tante, ma sto bene così.», risponde, voltandosi a fronteggiarlo ed interrompendo per un attimo la sua ricerca. Non vorrebbe dargli importanza - ignorarlo e continuare a cercare tra gli scaffali alle pareti sarebbe ben più semplice. Non avrebbe voglia di litigare, ma di fatto vi è costretta per non si sa quale motivo. Blake le riversa addosso frustrazioni di natura sconosciuta, e lei semplicemente attende che l’uragano passi, cercando di mantenere ferma la propria posizione. Come uno scoglio in mezzo alla tempesta di onde. Chiunque si creda di essere l’opalino, lei non ha affatto nulla da perdere. Ed è proprio per questo che gli risponde a tono. «Uhm, scusa se preferisco i libri all’abbigliamento. Ma, sai com’è, siamo a Hidenstone. E Hidenstone è un’Accademia che si prefigge di formare maghi e streghe da un punto di vista culturale. Per intenderci, non è un avamposto della fashion week di Parigi. Dunque preferisco cercare il mio libro e tornare, appunto, sui libri, anziché stirare le pieghe della gonna.», conferma, abbastanza piccata dalla contestazione di lui sulla sua divisa verde acqua leggermente fuori posto. «Perché, altrimenti che fai? Mi picchi?», e a quel punto ride, perché trova ridicolo il tentativo di presa di potere che il ragazzo fa. Può mostrarsi prepotente quanto vuole, ma alla fine dei conti Molly è certa che non le sfiorerà un capello. E che non abbia il coraggio di arrivare a tanto. Sarebbe stolto da parte sua, non perché non abbia la possibilità di vincere un eventuale scontro, ma perché si mostrerebbe solo un violento con tinte di follia se provasse a prendersela - inutilmente - con lei. «Sono contenta ti faccia piacere.», gli sorride sarcastica, ben sapendo che il ragazzo non sia affatto contento. Né felice. Una cosa è certa: non sarà facile continuare a respirare la stessa aria dell’aula in disuso. Per questa ragione, Molly si affretta ancora una volta tra i banchi, nel tentativo di scorgere il rosso della copertina del suo libro preferito. «Credo di poterla anche comprare da sola, sai. Ma se vuoi farmi un regalo, sei il benvenuto.», gli risponde. «Come potrei ricambiare? Se vuoi vado in infermeria e mi faccio fare una ricetta da Mave. Un po’ di tranquillanti potrebbero esserti d’aiuto.»


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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Se c'era una cosa che a BLake piaceva fare era battibeccare con le persone, tanto più se queste erano in grado di farlo. Aveva sempre pensato che tramite un battibecco si potessero scoprire molte più cose di una persona rispetto a parlarci in maniera normale. Le persone quando erano arrabbiate o alterat davano sempre il meglio della loro natura, perchè non avevano il modo di pensare davvero, avevano solamente il loro istinto e l'istinto, per Blake, era veramente tutto. Quella ragazzina, di cui non sapeva ne il nome ne altro, conosceva beissimo il suo nome, sia perchè glielo avesse detto lui, ma lui era convinto che la sua fama lo precedeva. Non era per forza una bella reputazione, era semplicemente la sua reputazione. Sapeva che il mondo sapeva che aveva prso fuoco alla cerimonia di inzio anno e comunque era una di quelle persone che non poevano stare sulla bocca di tutti, ma poco importava. Non gli interessava niente, Blake era più il tipo di persona che adorava rompere le scatole in maniera meno razzista del mondo, ossia a tutti. Non faceva nessuna distinzione di razza o di sesso, se era una persona che sapeva rispondere, allor voleva dire che lui si sentiva in dovere di dare fastidio. Il fatto che tu sia maleducata, non vuol dire che tu sia stata educata male, sai a volte ci sono delle persone proprio portate per non riuscire a comprendere che quando si entra in un aula non si fa un baccano assoluto! E io non ho mai detto di essere una persona educata! Aggiunse poi alzando le spalle prima di ridere a crepapelle per quello che disse successivamente. Che dolce, si vede che sei una matricola del primo anno, dentro questa accademia ci sono più persone che tendono alla ninfomania che alla cultura. E poi, tesoro credi che chi non sappia neanche tenersi la divisa stirata, sia in grado di fare qualcosa nella sua vita? Aggiunse con il solo ed unico scopo di farla innervosire ancora di più, il suo tono piccato era tutto quello che dava soddisfazione a Blake, ed era su quella strada che avrebbe continuato ad andare. Sorrise ancora soddisfatto prima di avvicnarsi a lei, sempre di più. Stava ad un palmo dal suo naso. Da quando le donne hanno detto di voler essere trattate come i maschi...e visto che io ci credo davvero nella parità tra i sessi, non credi che potrei davvero picchiarti? Ovviamente no. Non lo avrebbe mai fatto, ma era saggio da parte sua sfidare una persona che non conosceva in quel modo. Rimase a quella distanza prima di sogghignare e fare qualche passo indietro. Lui un regalo a lei? Davvero? Sospirò e poi rise ancora per quello che disse dell'infermiere. Ti prego, vai pure da Skyler a chiedere dei farmaci per me, e poi riferiscimi pure la risposta e sopratutto se te li darà! Diciamo che Blake e skyler si conoscevano abbastanza bene, ed era convinto che Skyler non avrebbe dato neanche una bustina di camomilla a Blake se non fatta direttamente da lui. Infondo la targhetta sul muro dell'infermeria con tanto di lettino e postazione riservata, non erano stati messi li solo per caso. Sogghignò. Ah asmetta, tu sei? Se dovevano proprio battibeccare, doveva almeno sapere come si chiamava. Oppure posso chiamarti carotina? No Blake era solo coglione, non era cattivo ne antipatico, solo un grandissimo cretino!
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