Sorry, I’m lost

Samuel x Jessica

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    Samuel May
    Mezzo-Veela | I anno | Black Opal
    La scuola era iniziata, da poco però, e se c’era un’abilità che Samuel proprio non possedeva era il senso dell’orientamento: vagava già da un po’ alla ricerca della biblioteca, ma diavolo, erano cinque piani da esplorare! Tutto sommato non gli era dispiaciuto osservare l’ambiente, così simile ad Hogwarts e comunque così diverso; ora però iniziava a innervisirsi. Ovviamente non aveva chiesto a nessuno di indicargli la strada giusta, sia mai, e alla fine aveva deciso di scendere di nuovo fino alla Sala di Ingresso per fare mente locale e magari, ripassare i piani con più attenzione. Sbuffò, nella sua nuova uniforme nera e rossa (nera e rossa!), la spilla dei Black Opal in bella vista sulla giacca, la bacchetta assicurata alla cintura, lo sguardo vacuo. Si fermò al centro dell’enorme sala e guardò in su. «Ma chi me l’ha fatto fare...» avrebbe potuto rimanersene nel dormitorio, dato che le lezioni della giornata erano ormai concluse! Si aggiustò il cravattino, come per prendere tempo, e poi fece qualche passo in avanti con il suo solito passo ciondolante. «Uno snaso.» borbottò in una risatina che riecheggiò lungo tutto l’ambiente, proprio non l’aveva ancora digerita questa cosa. Scosse la testa, abbassando infine lo sguardo sulle scarpe, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.
    «Parlato» - Pensato - “Ascoltato” | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Edited by L i s a - 3/10/2019, 21:18
     
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Le lezioni erano ormai finite forse da un paio d'ore e Jessica poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo. Era stata una giornata pesante e zeppa di compiti, quindi il suo prossimo obiettivo sarebbe stato quello di andare in biblioteca a studiare... o magari sarebbe rimasta al pian terreno. La sala grande aveva comunque ampi tavoli e a quell'ora non era mai eccessivamente chiassosa. Sospirò mentre stava giocherellando con Alex stesi sul suo letto. Il bimbo aveva tra le mani una bacchetta giocattolo -che lo rendeva molto carino- e si stava esercitando a fare magie. O meglio, era quello che le piaceva pensare. Era ovvio che ad appena due mesi e poco più, non poteva sapere cosa fosse la magia, ma presto lo avrebbe saputo. Accarezzò le sue guanciotte paffute e si prese un attimo per solleticargli il pancino. La dolce risata infantile di Alex si sparse per la stanza non troppo grande ma accogliente. Era uno dei rari momenti nel quale poteva stare con lui, eppure l'eccessiva mole di compiti le impediva di trattenersi ancora a lungo, quindi presto sarebbero arrivati gli elfi domestici a prendersi cura di lui. Lo avrebbe volentieri portato fuori, ma era sicura che non avrebbe fatto nemmeno un quarto dei compiti che aveva, in quel caso. Diede un bacio sulla fronte del figlio e aspettò che arrivassero gli elfi, come da accordo e nel frattempo si vestì. Erano finite le lezioni e non aveva nessuna intenzione di mettersi quella scomoda divisa, quindi optò per dei vestiti più casual dal suo guardaroba. L'unica cosa che tenette del corredo scolastico, oltre ai libri, fu la bacchetta. Mise in una borsa tutti i libri necessari ai compiti che aveva intenzione di svolgere quel giorno, mise in tasca la bacchetta e, non appena l'elfo arrivò, la corvina si congedò per poi scendere ai piani inferiori. Le scocciava molto l'idea di passare il resto del pomeriggio a studiare, ma avrebbe dovuto farlo. Quindi a passo pesante scese tutte le scalinate che dal terzo piano, sala comunque degli Opali, la separavano dal piano terra. Si trovò quindi nella spaziosa sala d'ingresso da dove poi si sarebbe diretta nella sala grande... e lo avrebbe anche fatto, se non avesse visto un viso conosciuto... Un ragazzino che faceva parte dei Serpeverde quando erano ad Hogwarts e al quale aveva dato spesso una mano per quanto concerneva l'orientamento e i compiti. E a proposito di orientamento... sembrava essersi perso. Cercò di ricordarne il nome prima di avvicinarlo... chiuse gli occhi e ci meditò per un po'... lo conosceva da quando lui era una matricola serpe, non poteva esserersene dimenticata... Samuel! Ecco come si chiamava. Samuel May. Si avvicinò, dunque, guardandolo. Ehi Sam, quanto tempo lo salutò, fermandosi affianco a lui. Sembri spaesato... ti sei perso? chiese, con gentilezza. Era certa -sperava- che anche lui si ricordasse di lei; in fondo avevano passato insieme pomeriggi interi a studiare.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance


    Scusa il ritardissimo! Ma prossimamente cambiamo casa ed il trasloco mi sta uccidendo xD
     
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1 replies since 3/10/2019, 17:08   123 views
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