हाथ से पढ़ना

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  1. Claire J. Murray
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    octurn Alley aveva sempre avuto un fascino inquietante per lei, almeno quando era poco più che una ragazzina; dopo averlo perlustrato in lungo e in largo per via del lavoro, però, il vicolo aveva perso gran parte del suo fascino e tornare lì per recuperare ingredienti utili per le sue piante -e la sua pozione- era diventato un passatempo di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
    Era a Denrise da pochi giorni, eppure aveva scovato le botteghe di maggior interesse. In un paio aveva messo in chiaro le cose con il proprietario: lui non avrebbe fatto a nessuno il suo nome e lei avrebbe evitato di spifferare agli Auror gli affari che l'uomo conduceva in quel covo. Lei sapeva che era un criminale e sapeva dove trovarlo, non era stata un Auror mica per niente.
    Nel terzo negozio, invece, la proprietaria era appena arrivata e Claire non sapeva nulla di lei: dall'incarnato mulatto e occhi grigi che le ricordarono moltissimo i propri, l'erbologa notò con un certo disagio della cecità della ragazza, motivo per cui fu convinta di non avere nulla di cui preoccuparsi. Non che agli insegnanti fosse vietato frequentare Nocturn Alley, ma non avrebbe voluto che il suo nome fosse associato a quel vicolo, tanto meno che si sapesse in giro che acquistasse lì e con una certa regolarità un ingrediente fondamentale per la Pozione Polisucco.
    Duecento grammi di Polvere di corno di Bicorno, grazie.
    Disse esprimendo con il tono di voce una certa urgenza.
    La ragazza annuì e cercò con inusuale maestria l'ingrediente all'interno di uno scaffale pieno di oggetti vari ed eventuali; Claire provò a sbirciare al di là della spalla della negoziante, ma non riconobbe nessuno di quegli aggeggi, se non un mucchio di paccottiglia.
    Quando le fu consegnato un sacchetto con ciò che aveva richiesto, pagò quanto dovuto e girò i tacchi, pronta ad andar via. La mano della ragazza però si strinse sul suo polso e, lasciando cadere l'acquisto sul pavimento polveroso, Claire si voltò verso di lei con la bacchetta stretta nell'altra mano, puntata dritta dritta contro il petto della giovane.
    Non avrebbe voluto farle del male, ma avrebbe proceduto se non avesse avuto scelta.
    Lasciami e non ti farò niente.
    Non era del tutto vero, probabilmente le avrebbe cancellato dalla memoria gli ultimi due minuti.
    La ragazza, tuttavia, non sembrava essere dell'idea di accontentarla né minimamente turbata dalla minaccia, anzi, allentò la presa ma sfiorò il palmo di Claire con le dita dell'altra mano. L'erbologa fu sul punto di sottrarre il polso alla sua stretta, invece rimase immobile, col cuore che batteva a mille e un'insana curiosità di capire cosa stesse facendo l'altra. Sembrava cercasse di decifrare le linee della sua mano, di interpretarle o questa fu l'impressione che la strega ebbe nel constatare che la fronte della negoziante si corrucciasse di tanto in tanto.
    La linea dell'amore è frammentata. Non è insolito, non si preoccupi, significa solo che lei ha amato e lo ha fatto profondamente, ma sembra non essere stata destinata a quella persona. Amerà ancora, ma è come se il suo cuore non possa trovar pace... sempre in tumulto, sempre alla ricerca di qualcosa che pare non poter trovare.
    La ragazza aveva uno strano e forte accento, probabilmente indiano, ma la cosa rese l'atmosfera ancor più coinvolgente.
    Claire non poté fare a meno di pensare che di solito i clienti preferivano sentirsi dire che avrebbero presto incontrato uno straniero e il loro sogno d'amore sarebbe stato realizzato, cosa che a quanto pare a lei non sarebbe stata concessa.
    Abbassò la bacchetta e dimenticò il sacchetto sul pavimento, concentrata sulle parole della ragazza, seppur sempre all'erta.
    Mh... guardi il suo pollice: questo è il monte di Venere. Pare che nessun uomo abbia mai voglia di abbandonare troppo presto il suo letto, anzi, sembra voglia tornarci il prima possibile.
    Lo disse senza riuscire a trattenere un ghigno, e Claire sorrise di rimando, imbarazzata oltre misura.
    Un attimo dopo, però, l'espressione della ragazza si incupì, la fronte si aggrottò di nuovo e il suo indice premette maggiormente su un punto preciso del palmo.
    La linea della vita è marcata, riesce a vederla? Vuol dire che Lei gode di buona salute, ma... ad un certo punto subisce una biforcazione, come se stesse vivendo una doppia esistenza.
    Claire ritirò la mano con foga e, ringraziando in maniera frettolosa e goffa la ragazza per la lettura, lasciò il negozio velocemente e si soffermò per un attimo contro uno dei muri del vicolo in ombra, riprendendo fiato.
    Lei non credeva affatto nella divinazione, la riteneva al contrario la branca magica meno precisa e veritiera al mondo. Eppure... si guardò il palmo della mano e poté constatare come i punti in cui le dita della giovane l'avevano sfiorata fossero ardenti, quasi sentì il fuoco penetrarle la pelle e i muscoli.
    Agitò il braccio come per scrollarsi di dosso quella sensazione, ma le sue gambe parevano non volere accennare a muoversi, neppure quando ricordò di aver lasciato il sacchetto al negozio.
    Dannazione.

    Per chiarezza: il mio pg si chiama Brianna Scott ed è creduta morta durante una missione. Il suo corpo non è mai stato ritrovato perché in verità fa parte di una sorta di "programma protezione testimoni" e, tramite la Polisucco, ha assunto le sembianze di Claire (secondo nome e cognome inventati da Brianna).

    Generalità di Claire:
    -Erbologa
    -32 anni
    -Ex Serpeverde
    -Capelli castani
    -Occhi nocciola
    -Pelle chiara
    -Insolente, severa, riservata

    Generalità di Brianna:
    -Auror
    -26 anni
    -Ex Grifondoro
    -Capelli rossi
    -Occhi grigi
    -Lentiggini
    -Pelle ambrata
    -Cicatrice sul ginocchio e sul lato destro alla base del collo
    -Riservata, dolce, coraggiosa

     
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    Quello si che era un posto strano, ogni volta che ci veniva sentiva come degli occhi sempre addosso, ed un lieve fiato glaciale sul collo… Non era di certo posto per lui quello, or almeno non del lui che mostrava: quello raffinato, e gentile con gli sconosciuti, quel carattere che sua madre aveva cercato di plasmare nel tentativo di salvarlo dal medesimo fato del padre, ma che suo nonno aveva rimodellato a suo piacimento… No, quello era posto per la sua parte malvagia, eccentrica e un po' folle. Tra quei vicoli si sentiva come Voldemort asceso tra i maghi ancora una volta: superiore, e con una certa voglia di spargere Chaos e distruzione tra le loro fila... Ma non poteva, e lui questo lo sapeva, non era pronto… Era ancora troppo giovane, ed inesperto per lasciar si che la sua oscurità prevalesse sulla ragione. In quel periodo aveva imparato a fare la parte del cagnolino, in attesa di un giorno nel quale avrebbe finalmente potuto strappare il guinzaglio dal suo collo, e divenire cosi lui stesso il padrone…Proprio per questo motivo doveva ancora fingere, fingere e sforzarsi nel contenere quella sua parte, e quei pensieri indicibili, cosi oscuri che neanche i Dementor sarebbero riusciti a tirarne fuori la parte felice.
    Alzò lo sguardo in cielo, e mettendo meglio a fuoco osservò il suo corvo mimetizzarsi tra l'oscurità della notte, quanto lo invidiava alcune volte… Con calma si aggiustò la giacca, e con un bigliettino tra le dita della destra si lasciò guidare dalle sue indicazioni fino a destinazione… Non era li' per affari privati, si trovava in quel posto per conto di suo nonno, ciò che doveva fare era semplice: prelevare da uno dei suoi negozi più fidati un ordinazione, qualcosa di cui neanche il giovane non sapeva, e non ne voleva sapere l'identità. Forse tra tutti i maghi, il suo vecchio era l'unico che stimava, e più gli somigliava… dopotutto non solo nell'aspetto fisico, ma anche in termini di carattere erano due gocce d'acqua, e di questo ne era più che felice, in fin dei conti era stato lui a fargli da padre quando il suo venne a mancare nella battaglia di Hogwarts tra le fila di Lord Voldemort, era stato lui ad insegnargli tutto, compresa la magia oscura… perfino quella bacchetta che teneva dentro la manica era opera di suo nonno, il quale aveva speso chissà quanti pezzi d'oro per far si che fosse perfetta, aveva scelto il meglio: Legno di Sambuco, ed una zanna intrisa di veleno di Basilisco, la quale essenza di quella bestia ogni tanto poteva percepire sibilare dentro le sue orecchie. E quindi con passo calmo, ed elegante si mosse tra quei vicoli, scansando ed ignorando i maghi nella via fino alla bottega designata. "Dovrebbe essere questa pattumiera" Disse in un sussurro ricolmo di veleno come la sua bacchetta, e disprezzo alla vista di quel posto. Con pazienza si fermò qualche secondo davanti al suo ingresso, ed attese in silenzio e sguardo chino che ogni tipo di clientela se ne fosse andata da dentro il locale. Una volta sicuro, staccò le spalle dal muro ed aumentando leggermente il passo raggiunse sveltamente la maniglia della porta. Dentro lasciò il suo sguardo vagare per qualche istante tra l'ambiente, almeno l'interno era meglio dell'esterno… tranne per la pulizia, cosa alla quale i maghi di quella zona sembravano essere allergici. Raccolse con un profondo respiro dentro i polmoni polvere, ed ossigeno presenti nell'aria insieme a qualche strano profumino magico… Si mosse fino al bancone, ed adagiò entrambe le mani su di esso, involontariamente schiacciando qualcosa nel cammino, probabilmente distruggendone il contenuto, però senza accorgersene. Osservò per un ultima volta il biglietto, e lo lasciò scivolare sul bancone, quasi pulendolo nel cammino, senza però dir parola in tutto ciò… le istruzioni su quel pezzo di carta erano chiare, il nome camuffato di suo nonno ed il numero dell'ordinazione erano li, quello era tutto ciò di cui la proprietaria aveva bisogno, ma per qualche motivo non si mosse. Ed a quel punto osservandola meglio si ricordò: gli doveva mostrare l'anello, il bigliettino non era sufficiente. Tirò fuori dalla tasca la mano destra, e la mise di fianco al pezzo di carta, e con calma lasciò che il dito della proprietaria passò su di esso identificandone le lineature del metallo, non era quello completo, ma una copia fasulla che suo nonno gli aveva consegnato… Su di esso non vi era il simbolo della famiglia Swain: cioè un drago, ed un corvo… ma solamente un drago. Il viso della donna mutò leggermente, e con attenzione si mise a cercare dietro i scaffali esposti oltre il bancone, quasi come se ci fosse un doppio fondo in ognuno di essi, o magari degli ingredienti celati dietro le prime file… Nell'attesa Boram incominciò a tamburellare impazientemente sul tavolo con l'indice, quasi mimando la musica preferita di suo nonno, mentre il suo sguardo cercò di capire cosa la donna dall'altra parte stesse facendo

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  3. Claire J. Murray
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    e servirono non pochi minuti per calmarsi e, pur dopo aver regolato nuovamente la respirazione, non seppe se fosse il caso di tornare all'interno del negozio. Era quasi certa che la chiromante non avesse capito nulla sulla sua doppia identità, anzi, era altamente probabile che l'altra l'avesse presa in giro durante tutta la lettura della mano, eppure non voleva rischiare... peccato che preparare la Pozione Polisucco fosse una questione di primaria importanza e non poteva permettersi di tralasciarla. Non c'era altro da fare, pensò accasciandosi contro il muro e sbuffando sonoramente: doveva rientrare nel negozio e recuperare l'ingrediente che aveva lasciato cadere sul pavimento lurido e polveroso.
    Dopo una manciata di secondi in cui si mise a pensare dove altro avrebbe potuto recuperare un ingrediente simile e aver contato mentalmente quante fiale di pozione le restavano -due, tanto per la cronaca- decise di non potersi concedere il lusso di andarsene.
    Si avviò incerta verso il negozio, percorrendo al contrario la strada che poco prima aveva fatto di corsa. Si affacciò nuovamente dalla porta d'ingresso e tentò di non attirare l'attenzione della commessa che, con un po' di vergogna, ricordò essere cieca.
    Se avesse fatto abbastanza silenzio, forse la ragazza non si sarebbe neppure accorta di lei.
    Fortunatamente, però, vide che la strega pareva essere impegnata con un altro cliente e, pertanto, difficilmente avrebbe potuto prestarle più attenzione del dovuto. Si avvicinò circospetta tentando di non fare rumore e cercò con lo sguardo il sacchettino, difficile da scorgere in quella penombra. Quando le sembrò di vederlo si indirizzò verso quel punto del negozio e, nell'afferrarlo, si rese conto di come fosse ridotto: fortunatamente si trattava di una sostanza in polvere, o avrebbe dovuto ricomprarla dato che pareva che qualcuno ci fosse finito sopra.
    Per quanto tale consapevolezza la facesse alterare, non avrebbe potuto dare la colpa a nessuno: in quella dannata bottega era difficile vedere dove si mettevano i piedi. E difatti, mentre si avviava verso l'uscita, mise un piede in una bacinella in cui era contenuto un liquido dall'odore nauseabondo. In quel momento pregò solo che non si trattasse di pipì di gatto, ma il rumore che fece inciampandovi sopra fu abbastanza accentuato da attirare senz'altro l'attenzione dei presenti.
    Quando Claire alzò lo sguardo terrorizzata, tuttavia, vide che la ragazza era svanita nel retro, probabilmente alla ricerca dell'ordinazione del cliente che pareva essere l'unica presenza in quella stanza oltre a lei.
    Mi scusi, non volevo spaventarla.
    In realtà, voleva solo andarsene di corsa da lì. E lo avrebbe fatto, non appena fosse riuscita a sfilare la scarpa dalla bacinella maleodorante.

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    Dai doppi fondi dello scaffale, la proprietaria si andò ad imboscare nel retrobottega, sempre alla ricerca di ciò chiesto da suo nonno. Il suo tamburellare con l'indice dopo qualche minuto cessò, si passò sul pantalone il dito ricoperto di polvere, e dopo un altra interminabile attesa sbuffò, ormai stanco d'aspettare "Ma quanto ci vuole per un misero ingrediente? Sarà un buco quel retrobottega, e questa non torna da minuti!!" Si domandò, per poi darsi a vari pensieri nella sua mente… quasi isolandosi dal mondo esterno, in quel periodo ne stava passando di cotte e di crude… Troppo occupato alla ricerca di alcune risposte nella sua mente, non sentì per niente la porta aprirsi dietro di lui non notando la figura in entrata, fino a quando qualche secondo dopo un forte frastuono soverchiò di gran lunga tutti i suoi pensieri. Boram lasciò subito cadere da dentro la sua manica la bacchetta di Sambuco, che una volta voltatosi non tardò a puntare verso la schiena dello sconosciuto, o meglio… sconosciuta in quel caso. Ci mise qualche batter di ciglia per mettere a fuoco quella sagoma, aiutato specialmente dalle parole che seguirono. Lo sguardo del giovane calò insieme alla sua bacchetta, dal viso della ragazza fino alla provenienza di quel rumore… Al chiarimento della situazione, una risata mezza contenuta si fece strada tra le labbra mentre con la sinistra riportò all'indietro alcune ciocche ribelli "Beh... Buonasera anche a voi, giovane ladra?" Insinuò alzando un sopracciglio in un espressione di curiosità, e divertimento in viso… Celò la bacchetta dietro la schiena, e con un veloce movimento del polso fece una C lanciando nella stanza un "Colloportus" per chiudere la porta dietro di lei. Diede una veloce occhiata alla maniglia oltre la ragazza, ed una volta girata la serratura sorrise alla sconosciuta.
    "Si tenga a qualcosa, che magari non sia la vostra refurtiva" Disse, per poi riportare la bacchetta davanti per lanciare un "Accio" mentalmente in direzione del secchio tirandolo verso di se "Ed adesso ditemi… Per che tutta questa fretta, non è mica scattata l'allarme? Che probabilmente neanche c'è in questo posto… Ma in ogni caso..." Domandò portando la sinistra a sostegno del braccio destro, e la destra a difesa delle labbra, con ancora la bacchetta tra le dita. Nel frattempo da oltre la vetrina un corvo si posò sull'insegna all'esterno, osservando con occhi brillanti di sangue, e viso inclinato verso destra la ragazza attraverso il vetro impolverato.

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  5. Claire J. Murray
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    on voleva farsi rivedere lì dentro solo perché non aveva intenzione di dare alla commessa ulteriori motivi per dubitare di lei. Il fatto che le servisse l'ingrediente per la pozione era stata l'unica cosa che l'aveva convinta a rientrare in quella sporca e lugubre bottega, ma di certo ci avrebbe ripensato se avesse saputo cosa fosse ciò in cui avrebbe messo il piede e della presenza di un ragazzo apparentemente molto insolente.
    Avrà avuto poco meno della sua età, pensò Claire nel guardare il suo volto quando, probabilmente spaventato dal rumore, si era voltato verso di lei con la bacchetta in mano. La strega, che godeva dei riflessi di una brillante Auror quale effettivamente era, riuscì a recuperare il proprio catalizzatore e a puntarlo in direzione del giovane a sua volta. Si maledisse mentalmente: la vera Claire non sarebbe mai stata così veloce, ma prima di tutto c'erano alte probabilità che quel ragazzo non l'avesse mai incontrata prima di allora, e secondo punto non aveva intenzione di morire per mantenere quell'identità.
    Quando il giovane la appellò come una ladra, le sopracciglia della donna si inarcarono e la sua fronte si aggrottò.
    A chi hai dato della ladra, ragazzino?
    Iniziava a piacerle giocare il ruolo di Claire, nettamente più strafottente e pungente di quanto lei non fosse mai stata.
    Abbassò la bacchetta non appena lui mise via la propria, ma quando sentì la serratura della porta alle sue spalle scattare e notò il ragazzo controllare con uno sguardo proprio quel punto, la strega decise che non fosse il caso di rimanere disarmati di fronte a un tipo simile.
    Si voltò verso la porta d'ingresso e, con un cipiglio divertito, rivolse la propria attenzione al biondo.
    Credi davvero che quella roba mi trattenga qui dentro?
    Non riuscì a fare a meno di sorridergli, mentre con un ultimo calcio lasciava finalmente che quella terribile ciotola abbandonasse il suo piede.
    A guardarlo meglio si rese conto che il suo interlocutore non era poi così giovane a suo parere, ma Claire aveva qualche anno in più di lei e l'idea di fare la parte della donna adulta e di mondo iniziava a piacerle.
    Comprese solo dopo che il ragazzo stava cercando solo di liberarla dal suo impedimento.
    Nessuna fretta, ho lasciato qui ciò che ho acquistato pochi minuti fa e sono venuta a riprenderlo. Ma dovresti sapere che non sono cose da chiedere a chi bazzica a Notturn Alley.
    Si ricompose e mise via la bacchetta, almeno per il momento. Il biondo non pareva essere particolarmente pericoloso e tanto valeva evitare di farsi notare in quella bettola di criminali.
    Si portò le mani in tasca, insieme al sacchetto recuperato, sostenendo lo sguardo del giovane e ignorando il corvo che pareva averla presa di mira.
    "Fai come se niente fosse" pensò.

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    Forse era stato troppo avventato a giudicare quella situazione senza investigare, ma dopotutto come non biasimarlo? Si trovava a Nocturne Alley, e la ragazza si era introdotta di soppiatto all’interno della bottega prendendo un oggetto da essa senza farsi sentire, chi non avrebbe fatto lo stesso? "No, ma per aprirla dovrete utilizzare un incantesimo, e ciò sarà registrato nella cronologia incantesimi della vostra bacchetta…" Rispose alla minaccia con un espressione di sfida "E comunque se non vi fosse comportata come tale, non vi avrei mai chiamato in quel modo" Gli disse facendo spallucce, e tentando di spiegare il suo comportamento. Una volta chiarito il malinteso, il giovane sbloccò la porta e subito dopo rifonderò la sua bacchetta scacciando dopo una lotta interna la sua personalità malvagia. Si lasciò andare ad un profondo sospiro, ed il suo sguardo cadde improvvisamente sul pacchetto in pessime condizioni, ed in quel momento un flashback gli passò per la mente generando un sorriso imbarazzato sul suo viso "Ah..." Disse all’improvviso senza rendersene conto... "Ecco che era quel suono" pensò abbassando lo sguardo sulle scarpe, le artefici di quel danno "Ehm… Mi sa che vi devo delle scuse, non solo per il malinteso, che in parte è colpa vostra, Eh... Ma principalmente per le condizioni nelle quali si trova la vostra refurtiva" Disse l'ultima parola con tono ironico portando nel frattempo la mano destra dietro la nuca dall'imbarazzo… Maledetto lui quando non guardava dove metteva i piedi. "Comunque Mi chiamo Lucius, piacere di conoscerla" Si presentò con un veloce inchino, e sorridendo… Non voleva darle il nome vero, dopotutto quella era zona piena di gente alquanto "interessante"... criminali, maghi oscuri, ricercatori e molto altro… chissà in quale di quelle categorie quella ragazza ricadeva si chiese in attesa di una risposta, per poi azzardare un "Posso farmi perdonare in qualche modo per questo malinteso, signorina?" Alzò lo sguardo su di lei, ma prima passando dall'insegna all'esterno, dove il corvo sembrava essere sparito nella notte.

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    a donna si ritrovò a sbuffare alle parole del ragazzo, non riuscendo tuttavia a dargli completamente torto. Per quanto non fosse carino intrappolare qualcuno all'interno di un negozio, non poteva biasimare il ragazzo che aveva cercato di sventare un furto.
    Certo che se Claire fosse stata realmente una ladra, non avrebbe avuto molto di ché campare data la sbadataggine appena mostrata. All'affermazione del biondo circa il fatto che l'incantesimo per annullare il suo sarebbe comparso nella "cronologia" della sua bacchetta, la strega si limitò a inarcare un sopracciglio. E allora? Cosa voleva che comportasse una cosa del genere? Iniziò a pensare che il giovane avesse una serie di manie di protagonismo, ma quando la propria attenzione -ed evidentemente anche quella dell'altro- cadde sul proprio sacchetto ormai conciato davvero male, non poté fare a meno di sospirare affranta. Sperò di poterlo utilizzare comunque per la pozione.
    Fu sul punto di riconsiderare la propria iniziale opinione sul ragazzo quando lo sentì scusarsi, sollevando la mano in un cenno come a volergli lasciare intendere che non dovesse chiedere scusa, era stata lei quella sbadata a dimenticarselo lì, ma quando lui puntualizzò ancora una volta come fosse stata lei in parte a sbagliare, la donna incrociò le braccia al petto e arricciò le labbra.
    Diciamo che accetto le scuse.
    Sì, diciamo.
    L'altro si presentò con un mezzo inchino e le sorrise, mentre lei si puntava la bacchetta sul piede e in un moto di disgusto enunciava la formula dell'incantesimo di pulizia.
    Ciao, Lucius, io sono Claire e il piacere è mio.
    Dannazione, che schifo.

    Quando fu soddisfatta della pulizia, tornò a guardare il ragazzo e alla sua proposta di salvare il salvabile, la bruna scosse la testa con un cipiglio divertito.
    Direi di no. O meglio, potresti smetterla di darmi del "Lei", non sono poi così tanto più vecchia di te.
    In realtà non lo era affatto, ma il ragazzo non poteva saperlo.
    Finalmente Claire lo osservò con attenzione e meno astio di prima, cosa che le concesse di notare alcuni particolari del suo aspetto. Assottigliò lo sguardo e si permise di esprimere un pensiero.
    Sembri un ragazzo per bene, Lucius, non dovresti frequentare certi posti.


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    Allora l'aveva notato pure lei: quel posto era una vera e propria pattumiera, un po' come la maggior parte di locali in quella zona… Posti squallidi, e sporchi, ornati da strati di polvere e decorati con ragnatele centenarie, che mai nessuno avrebbe pulito in quella zona. Ma per fortuna lui, e forse anche lei, non erano natii di quel posto, ed al contrario di quella cerchi di persone avevano avuto la fortuna di nascere, e vivere lontani da quella zona ricolma di misteri, e crimini. La bacchetta della giovane si mosse sul pavimento, e col suo passare ogni cosa in quel locale tornò a vita nuova. Il giovane attese il finire dell'incantesimo, e poi si guardò attorno soddisfatto anche egli del nuovo aspetto della bottega, non era cosi difficile dopotutto… ma forse il fatto che la proprietaria fosse cieca negava le pulizie a quel luogo, anche se a suo avviso era più che una scusa per non muovere un dito. Al parlare della ragazza, il suo sguardo torno ancora una volta su di lei. Un leggero sorriso si aprì sul suo viso "Darle del tu?"Si chiese, per poi ascoltare la motivazione… Beh, non era mica per la vecchiaia che aveva usato quella persona, ma per etichetta, dopotutto neanche la conosceva "Oh... Non mi permetterei mai di Darl… Darti della vissuta, era giusto per educazione" Spiegò alla ragazza, correggendo quasi immediatamente l'errore, dopotutto era stato abituato cosi dalla nascita… Tutta colpa di sua nonno pensò per un attimo, anche se lui al contrario della parte buona del ragazzo usava le parole per ferire peggio di una lama. "Cosa ci faccio qui? Beh… di solito non vengo in questi posti, dovevo fare una commissione per un amico, e poi quello che puoi trovare tra questi vicoli certe volte ti stupisce" Disse con sincerità, tralasciando qualche dettaglio, per poi lanciare una piccola occhiata lievemente velata di malizia al termine. Passò in rassegna con lo sguardo la ragazza, dai piedi alla testa, per poi porre anche egli la stessa domanda rigirando la frittata "Neanche a te si addice questo posto" Domandò curioso alzando il sopracciglio destro, mentre da dietro il bancone un rumore di passi incominciò a farsi sempre più presente nella bottega "Finalmente! Dopo secoli la vampira ritorna alla luce" Pensò scherzosamente girando la testa verso destra, e guardando la porta del retro con la coda dell'occhio in attesa della sua venuta. "Dimmi, ci mette sempre cosi tanto a prendere dei miseri ingredienti?" Chiese con una leggera risata verso la ragazza puntando col pollice la porta alle spalle

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  9. Claire J. Murray
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    S
    i era sempre premurata di non chiedere mai a nessuno cosa ci facesse a Notturn Alley, così come si aspettava che nessuno lo chiedesse a lei. Tuttavia, nel vedere quel giovane dai modi raffinati e dal viso pulito, non poté fare a meno di pensare che le apparenze potevano davvero ingannare con facilità.
    Quando l'altro le disse che si trovava lì per un amico, la donna inarcò un sopracciglio ma rimase in silenzio. Era evidente che il ragazzo non avesse alcuna intenzione di svelarle il reale motivo del suo bazzicare in un luogo tanto malfamato, e lei non poteva dargli torto, in fondo aveva la stessa spinta. Annuì ma rimase a distanza di sicurezza, in fondo tendeva a non fidarsi di nessuno da quelle parti. Quante volte aveva frequentato quei vicoli solo per dei semplici giri di pattuglia? E quante volte era stata attaccata da giovani scapestrati finiti di fronte al Winzegamot solo per semplici bravate? Di veri criminali difficilmente se ne trovavano, ma perché sfidare la fortuna?
    L'occhiata che il ragazzo le rivolse la convinse maggiormente a non avvicinarsi. Aveva cercato di rivolgerle un complimento? Ah, lei la galanteria non sapeva neppure dove stesse di casa.
    Alla domanda del suo nuovo interlocutore lei si ritrovò ad annuire.
    Già. Anche qui sono qui per conto di un'amica.
    Beh, non affatto vero ma chi lo avrebbe mai saputo?
    Sentì la ragazza muoversi e far cadere qualcosa nel retro, motivo per cui le venne spontaneo poggiare la mano sulla maniglia. Non doveva restare in quel negozio, la ragazza non doveva rendersi conto della sua presenza.
    Beh, diciamo che questo posto non è rinomato per l'eccelso servizio alla clientela.
    Ammise sorridendo. Poi sentì la maniglia della porta scattare sotto la propria mano e alzò la sinistra in segno di saluto.
    E' stato un piacere, Lucius, ma come avrai capito non ho alcuna intenzione di farmi rivedere qui dentro. Ti auguro una buona continuazione.
    Le dispiaceva troncare in quel modo una conversazione, ma non poteva rischiare che la commessa/veggente carpisse qualche informazione in più del dovuto circa la sua identità, motivo per cui dovette mettere da parte l'educazione e sperò che Lucius potesse comprendere, per quanto possibile.

    Ti chiedo scusa se l'ho fatta andare via, ma da come premetto nel primo post, lei vuole solo andarsene da quel negozio perché ha paura che la negoziante abbia capito qualcosa e ovviamente non può permetterselo ^^ vedi tu se vuoi rispondere, in caso contrario segnalala pure tra le concluse.
    Per correttezza sottolineo che Claire non pulisce il negozio come si evince dal tuo post, ma solo la propria scarpa.

     
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8 replies since 22/9/2019, 14:12   165 views
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