Pork-flavoured alchemy

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    Nikolai van Aalter
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    La Testa di Porco era sicuramente uno dei posti che, prima o poi, Nikolai avrebbe voluto osservare da vicino. Insomma, il suo essere un luogo così caratteristico e pittoresco, pieno di tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, più o meno nobile, potevano considerarsi "esponenti di spicco" della popolazione denrisiana, quasi fossero degli scarabei splendidamente colorati, lo incantava completamente. Anche solo restare fermo a fissare i tavoli era sicuro che sarebbe potuto essere fonte di ispirazione. Si, andiamo, sembrava proprio uno di quei posti in cui in media avveniva almeno una rissa o uno svenimento causato dall'alcool al giorno, oltre ad essere uno di quei luoghi dove poter sentire talmente tante di quelle storie di marinai, furfanti e predoni da poterne fare indigestione per mesi interi. Sfortunatamente, però, quel giorno non era ancora arrivato e la sua "iniziazione" sarebbe dovuta essere destinata a data da rimandarsi. "Si, si, qui andrà bene.." Aveva infatti pensato lui, prima di gettarsi di scatto attraverso le porte della locanda. Era vestito con una canottiera nera ed un paio di jeans abbastanza attillati neri anch'essi ma, nonostante questo suo abbigliamento molto estivo, era sudato come poche cose al mondo. I suoi ricci sembravano un ammasso di cotone senza né capo né coda, quasi sformati sulla sua testa e la sua tipica espressione sorniona era svanita. Cercava spasmodicamente qualcosa con lo sguardo, con occhi ben aperti.
    Si, ok. Lì.
    Sussurrò quasi più a sé stesso, prima di dirigersi verso il bancone e sedersi con un rapido sprint su uno degli sgabelli che già stava venendo puntato da un tipo grosso e largo più o meno il doppio di lui, sudato allo stesso modo ma dalle cui ghiandole, ad occhio, fuoriusciva birra piuttosto che sudore. "Ok, ok, sorridi, Nik" si disse, mostrando poi un sorriso a trentadue denti alla ragazza di spalle.
    Salve!
    Avrebbe fatto, squillante, appena quella si fosse girata.
    Ho.. ehm.. diciamo che, avrei bisogno di un paio di cose, se non le dispiace e credo che lei sia l'unica che possa aiutarmi!
    Ridacchiò, cercandosi addosso qualcosa. Il suo sorriso sembrava vagamente nervoso, ma era difficile da inquadrare per bene.
    Oh, eccolo qui.
    Esclamò, tirando fuori un rettangolino di carta da una tasca, su cui sembrava esserci scarabocchiato qualcosa. Nik tirò fuori la bacchetta ed indicò il frammento di cellulosa, alzando il dito davanti alla ragazza.
    U-un secondo solo, eh. Finite Incantatem!
    Pronunciò rapidamente il ragazzo, mentre quel francobollo iniziava violentemente ad avere come degli spasmi, seguiti da altri spasmi, mentre si ingrandiva fino a diventare una lunga lista tra le mani di Nikolai.
    Oooh, eccoci qui. Allora, vorrei: un bicchiere di succo d'ananas, uno di Scoccafreccia, uno di whisky infuocato e infine uno di Frizzabirra! Anzi.. facciamo un bicchierino di tutti. Si, direi che va bene anche solo un bicchierino.
    Finì di leggere lui, guardando con un grande sorriso la donna, mentre arrotolava la sua lunga lista su cui, a quanto pareva dalla lunghezza, c'era scritto ben altro rispetto a quello che le aveva letto in quel momento. Ma soprattutto, che diamine aveva in testa quel ragazzino? Un succo di frutta, un cocktail conosciuto per le proprietà afrodisiache da condividere con il proprio partner, la bevanda alcolica forse più potente del mondo magico e uno di quei "finti alcolici" super frizzanti che si facevano bere ai giovani per far credere loro che stessero bevendo dei cocktail senza in realtà danneggiarli troppo sul tasso alcolico. Li aveva ordinati.. tutti?
    E ora, soddisfatto della sua ordinazione, si guardava attorno come spaesato ed effettivamente a ben vedere, lui lì dentro c'entrava veramente come il cavolo a merenda. CHIUNQUE, entrando dalla porta, avrebbe puntato automaticamente gli occhi su Nikolai. Era così fuori posto tra tutti gli avventori che quasi brillava di luce propria.
    Oh..
    Fece poi, guardando nuovamente la signorina dietro al bancone.
    So cosa sta pensando. Non si preoccupi. Le giuro che sono maggiorenne e posso bere tutto quello che le ho chiesto. Solo che.. adesso non ho proprio i documenti con me.. mi crede sulla parola?
    Domandò, con un sorriso enorme ed ingenuo, mentre intanto si malediceva e pregava ardentemente che quella accettasse. Insomma, lui 18 anni ce li aveva sul serio.. forse però non li dimostrava appieno, ecco.
    RevelioGDR
     
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