do you ever heard about the murphy's law?

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  1. vy murphy
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    vivyan
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    Erano rare le volte in cui Vivyan trovava oziosa una serata, specie quando questa la passava in grembiule e gonnella dietro il bancone della Testa di Porco.
    Quando accadeva, ad ogni modo, la giovane donna si poggiava sinuosamente ad una parete e livamava le proprie unghia affinando la loro forma già perfetta, oppure posava entrambi i gomiti sul bancone e a testa bassa passava distrattamente il polpastrello del dito indice sullo schermo del proprio telefono, navigando su internet o giocando.
    Il vecchio compagno di scuola Salvatore, varcando la porta del locale, l'avrebbe trovata invece quella volta intenta a sorseggiare un thè immersa nella lettura della gazzetta. Un qualcosa del tutto nuovo ed inaspettato per chi, conoscendo superficialmente l'attuale Vivyan, mai avrebbe detto di poterla vedere sotto una simile luce, dedita ad un'attività cosí poco estrosa e frivola.
    Aveva appena portato a termine un lavoretto (roba di poco conto per una come lei, che rubava da ancor prima che imparasse a camminare) e ave a fortemente sperato che il weekend, cosí come generalmente accadeva, avrebbe visto maggiore affluenza al locale e dunque nuove possibili prede. Era stata la delusione, dunque, a portarla a sfogliare le pagine di quel vecchio giornale che non portava neppure la data del giorno. La noia derivata dalla malcapitata quiete che Denrise, a differenza di Londra, quasi ostentava, a farle mettere sú il thè anzichè buttar giù un whiskey liscio.
    Non aveva mai amato bere in solitudine e scorgere la porta aprirsi con la coda dell'occhio quando era ormai giunta a credeva che avrebbe chiuso il locale senza veder l'ombra di un qualcuno all'infuori del vecchio ubriaco Sam, seduto in un angolo intento a parlar come sempre da solo con i propri demoni, quasi non riuscì a rincuorarla. Purtroppo fallí nel riuscirvi proprio perché l'ospite che si rivelò entrando altri non era se non il vecchio compagnio di scuola di cui prima, Daniele Salvatore.
    « Daniele, honey*, sii buono e chiudi la porta o entra il lezzo della strada » Accogliendolo a quel modo, Vivyan avrebbe poi condito la sua richiesta con un sorriso: una maschera, se non altro, per camuffare l'ancor più profondo tedio portato da quella visita.
    Ora poteva dirsi certa che quella non sarebbe stata una serata nè utile nè tantomeno piú tranquilla dacchè Daniele era lí e il battibecco (come quelli che da sempre avevano costellato il loro rapporto) pronto dietro l'angolo.
    Eppure, richiudendo il giornale e riportando sul bancone la propria tazza seguendo l'ex Grifondoro con lo sguardo, Vivyan potè dirsi altrettanto certa che almeno quella notte sarebbe potuta comunque sia diventare divertente.
    « cosa bevi? »



    * Vivyan vezzeggia chiunque con nomignoli smielati o ammiccanti, tenendo a pronunciarli con il suo marcato accento Londinese ed una tonalità melliflua.

    Edited by vy murphy - 8/8/2019, 16:56
     
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    Daniele Salvatore
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    I suoi anni ad Hogwarts erano stati forse i più diverte, spensierati e pazzi anni della sua vita. Non poteva dire che non si era divertito e non poteva neanche dire che era stato un Grifondoro non degno di quella casata, Daniele Salvatore aveva tutti quante le caratteristiche del caso: era sfrontato, coraggioso e si metteva sempre in mezzo ai guai per onor del vero. Non c'era niente, niente da fare, lui era fatto in quel modo assurdo e non poteva tirarsi indietro. Era uno di quei Grifondoro irritanti e che non piaceva per niente e nessun Serpeverde. Anche in questo fu abbastanza "scontanto" era ovvio che si fosse preso almeno una mezzadozzina di cotte per una Serpeverde e che con questa ci avesse battibeccato e fatto sesso fino a non poterne più. Il problema vero, era che non era ancora arrivato davvero il momento in cui non ne poteva più ed infatti, da quando era tornato verso Londra e precisamente da quando poteva permettersi un pò più di libertà, sopratutto economica, faceva totalmente un'altra vita, la vita che lui aveva sempre desiderato.
    Quella sera aveva deciso di andare a fare una piccola visita alla ragazza di cui aveva una cotta in adolescenza, e perchè non anche adesso? Avete presente quando non riuscite assolutamente a sopportare una persona, ma alla fine ci finite a letto per farla stare in silenzio?
    Ecco, a Daniele succedeva esattamente quello quando vedeva Vyvian. Entrò nel piccolo locale e si guardò intorno. Non c'era nessuno. Sogghignò quando sentì la sua voce, chiuse la porta come lei stessa gli aveva ordinato qualche secondo prima.
    La guardò attentamente, quella ragazza sembrava quasi aver fatto un patto con il diavolo, non invecchiava mai e la cosa più inquietante era che era sempre dannatamente bella. Non di quel bello banale, aveva quel qualcosa che ti lasciava interdetto, quasi senza fiato. Aveva dei lineamenti particolari e la cosa lo stuzzicava ed anche parecchio. Era ovvio che da quando si facevano i dispetti a scuola le cose erano cambiate molto, loro erano cambiati, ma comunque c'era sempre quell'elettricità nell'aria che lo lasciavano attivo.
    Sapeva che si sarebbe divertito. Anche il suo modo di mettere sempre qualche tipo di aggettivo subito dopo un nome lo faceva sorridere e neanche poco. Vyvian la salutò con un cenno del capo prima di andarsi a sedere di fronte a lei. Mi conosci da così tanti anni che dovresti saperlo cosa prendo... Rispose poi con il solito tono che usava quando parlava con lei, tra l'altezzoso e lo scherzoso. Sorrise. Se è possibile un rum e cola Aggiunse poi guardandosi nuovamente intorno. Allora, oggi non si lavora molto? Chiese più per avere una conversazione che altro!
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  3. vy murphy
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    vivyan
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    « Mi conosci da così tanti anni che dovresti saperlo cosa prendo...Se è possibile un rum e cola »
    « tesoro » Vivyan lo rimbeccò immediatamente, riprendendo parola come risposta istantanea a quella velata accusa riguardo una sua presunta distrazione e o disinformazione. Daniele non lo aveva fatto per attaccar briga (non ancora) ma il riflesso difensivo della bionda Murphy era partito lo stesso in automatico, colto sul vivo. « la mia speranza è sempre quella che tu abbia superato la fase adolescenziale e ti sia elevato ad un grado alcolico più maturo rispetto ad uno considerabile come bevanda scura annacquata con delle bollicine »
    Nel parlare, Vivyan si era sporta in avanti con le spalle, cosí quando le alzò a coronare la sua espressione trapelante un "vabbè" non verbale in coda alla sua velenosa (ma servita con grazia) osservazione, il gesto fu evidente esattamente come doveva essere.
    « ma se è ciò che ancora preferisci tutt'oggi... chi sono io per giudicare? » D'altronde anche a lei piacevano ancora cose che avrebbe fatto meglio a lasciar sepolte assieme alla Vivyan studentessa ormai superata. Tipo il fascino da orso misterioso ma sagace e brillante con cui Daniele continuava a stuzziccarla. Sí, era davvero intollerabile che potesse ancora piacerle o affascinarla un soggetto come quello, cosí rozzo nell'aspetto e fin troppo candido d'animo. Detestabile.
    « ad ogni modo sí, ho visto serate migliori... » Si era già messa all'opera per preparare il drink dell'ex grifondoro, ma quando arrivò a spillare la gassosa nel bicchiere ci tenne particolarmente ad aggiungere due dita di schiuma e una cannuccia colorata, cosí che il drink risultasse ancora piú stonato rispetto al contesto. Un dispetto, quello di Vivyan che non potè non accompagnarsi ad una frecciatina che (con ogni probabilità) senza troppo girarci attorno avrebbe finalmente dato il via alle vere danze: « come anche clienti migliori... come mai sei qui? » aggiunse quindi, servendogli infine il suo drink.


    Edited by .murphy - 10/8/2019, 18:36
     
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    Daniele Salvatore
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    Ecco la Serpe che era in lei che usciva come se non ci fosse un domani. Non ce la poteva proprio fare, se non gli faceva una qualche osservazione su qualsiasi cosa potesse fare lui, la ragazza non era del tutto contenta. Sogghignò divertito da quei suoi movimenti, dal suo essere sempre così fine e cortese nella forma ma sempre tagliente nel contenuto.
    Certamente non è colpa di chi beve il drink se questo è annacquato... in genere una brava barista sa far diventare qualsiasi tipo di bevanda qualcosa di eccezionale! Rispose mentre l'osservava fare il rum e cola che lui stesso gli aveva richiesto. Ed eccoli la, dopo tutto quel tempo, dopo tutto quello che avevano passato insieme a fare ancora gli adolescenti dispettosi. Avrebbero mai smesso di avere quell'atteggiamento infantile uno nei confronti dell'altra? La osservò per tutto il tempo necessario ed alzò un sopracciglio quando vide chiaramente che stava mettendo della schiuma. Scosse il capo. No, quella guerra non sarebbe mai del tutto finita e cominciava anche a pensare che non voleva veramente vedere la fine di tutto quello. Infondo si divertiva parecchio e trovare una ragazza tanto bella ed interessante che ti sapesse rispondere per le rime non era per niente scontato al giorno d'oggi.
    Ah, quindi adesso sbagli anche apposta, oppure non sei capace e quindi non ti accorgi di quello che fai? Ed era ovvio che quella frase era detta più per infastidirla che per altro! Sapeva che la ragazza era brava nel fare quello che faceva - qualsiasi cosa, se doveva dirla proprio tutta - ma era divertente vedere la sua espressione ed il suo viso indignati mentre lui pronunciava quelle parole.
    Era sempre più convinto che se un giorno lei non lo avesse più stuzzicato in quel modo, lui ci sarebbe rimasto seriamente male. Sapeva anche che prima o poi i due dovevano chiudere quel rapporto... strano, ecco! Anche perchè, da che ne aveva memoria, le loro diatribe finivno sempre in una camera da letto; era davvero necessario concludere tutto quello? Nah, Daniele non era era propriamente pronto quindi decise di scuotere la testa, predere il drink che Vivyan gli aveva preparato, sorseggiarlo e poi alzare un sopracciglio.
    Clienti migliori ripetè ridacchiando facendo un altro sorsetto di rum. Hai un concetto di migliore tutto tuo, carissima, ma questo lo abbiamo sempre saputo... si vedeva già dalle persone che frequentavi in adolescenza... ma comunque... sono qui perchè mi avevano detto che c'era qualcuno che sapeva fare qualcosa di buono, ma deve essere stata la mia giornata sfortunata... visto che ci sei tu. Con una totale scioltezza decise di bersi il suo rum e cola tutto d'un sorso. Posò infine il bicchiere e la guardò di nuovo.
    Quindi, tu che sei esperta... che tipo di drink maturo hai intenzione di consigliarmi? Chiese per un secondo giro, infondo era li per divertirsi, no?

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  5. vy murphy
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    vivyan
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    La stra grande maggioranza delle volte in cui Daniele prendeva parola, Vivyan alzava gli occhi al cielo. Anche quella volta, mentre lui prese a prenderla in giro a suo volta, non fece eccezione.
    « [...] Ah, quindi adesso sbagli anche apposta, oppure non sei capace e quindi non ti accorgi di quello che fai? »
    « mi conosci da cosí tanti anni » lo canzonò, imitando la sua voce scendendo di un ottava « che dovresti saperlo in cosa sono brava davvero » e poi ecco ancora una volta un sorriso sorgere sul suo volto severo (e fu ammiccante, addirittura).
    « Hai un concetto di migliore tutto tuo, carissima, ma questo lo abbiamo sempre saputo... [...] la mia giornata sfortunata... visto che ci sei tu »
    Vivyan si portò una mano al petto sottraendola alla superficie del bancone, mettendo sú l'espressione più eclatantemente indignata di cui fosse capace. Nel troppo Daniele doveva ben vedere quanto poco le interessasse in realtà il suo giudizio o affronto.
    « farò finta che tu non mi abbia appena dato della vera barista e ti servirò comunque un drink tale del nome, ma... solo a patto che questo sia l'ultimo giro per te »
    Vivyan non era lí perché era povera o cameriera per vocazione: quello non era realmente il suo campo, nè esattamente l'ambiente in cui doveva trovarsi una come lei. Daniele lo sapeva, l'aveva conosciuta proprio perché capace tanto quanto poteva affermare essere lui, ma volutamente stava lasciando intendere credesse davvero che quella, per Vivyan, fosse una professione e una situazione in cui non pareva strano ritrovarla.
    Aldilà di questo, poi, c'era il fattore rabbia. Più lui restava lí più lei si spazientiva e quel genere di cose finivano solo in un modo: quello che la mattina dopo rimpiangi.
    Il suo volerlo fuori dal locale era dunque sí, sincero e motivato.
    Non attese realmente una risposta prima di girarsi a prendere la bottiglia del pregiatissimo Latte di Vipera (un liquore invecchiato che superava di almeno tre volte il limite di gradazione babbano legalmente consentito per gli alcolici da bar) che, modestamente, era anche il suo preferito.
    Quando si rigirò verso il bancone difatti, i bicchieri tra le sue dita erano ben due, anziché uno, ma non era forse vero che un patto non poteva ritenersi suggellato senza un brindisi?
    « forse ti farà un pò male, ma ucciso il ragazzo che ancora dimora in te ti risveglierai uomo, finalmente » Cosí dicendo gli mostrò la bottiglia posandola sul bancone, lasciò che lui potesse scorgere l'etichetta e poi la riprese, avviluppando le proprie lunghe e sottili dita al collo di quest'ultima, trascinandola poi lungo il bancone finché non raggiunse l'uscita della pedana per inoltrarsi nel locale, dalla parte dove generalmente ronzavano i clienti.
    « ho bisogno di riposare le gambe... ti dispiace? »
    Indicò con un cenno del capo il tavolo a cui era più prossima (quello alla sinistra dell'entrata venendo dalla strada, dove c'era la vetrata che dava proprio sul vicolo desolato) e ancora una volta non attese il superfluo consenso altrui: posò bicchieri e bottiglia sul legno duro del piccolo rettangolo dove intendeva appoggiare i gomiti e si sedette, aspettandolo intrecciando le dita sotto il proprio mento.
    « vieni... sai che mordo solo previo consenso. »
     
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    Daniele Salvatore
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    Se c'era una cosa che aveva imparato in tutti quegli anni di Vivyan era l'inutilità di risponderle. Infondo lei erauna ragazza che poteva veramente dire con le "palle", si divertiva così tanto con lei proprio perchè le piaceva il suo modo di rispondergli di alzare gli occhi al cielo e di fare sempre la preziosa. Lei era fatta in quel modo così particolare che non riusciva neanche ad immaginarla diversa, nonostante, in alcuni momenti, avrebbe voluta davvero ucciderla con le sue stesse mani. E diciamoci la verità, quei pensieri ad uno come Daniele Salvatore non venivano mai, lui era molto più per la pace e per i discorsi, quelli sensati, quelli che alla fine portano sempre alla soluzione più giusta per tutti. Daniele era un pacifico, un bonaccione, un ragazzo che vedeva sempre del buono in qualsiasi cosa e persona. Daniele era uno di quei ragazzi che si erano estinti con il passare del tempo. Vivyan lo sapeva e lo sapeva anche lui. Ma quella biondina, con quel viso da perfetta stronza, i suoi modi di fare da reginetta, lo attraevano così tanto quanto il malessere che provava nello stare nella stessa stanza con lei. Eppure si ritrovava sempre in quel dannato locale, a farsi servire da lei e, ovviamente, a farsi insultare con quell'aria disinvolta che aveva. Era così, era sempre stato così, infondo da una serpeverde ed un grifondoro ci si aspettava esattamente quello: battibecchi e colpi bassi, colpi bassi che non tardarono ad arrivare quando lei gli rifece la voce.
    Devo dire che la maturità non è mai stata il tuo forte... eppure, sei cresciuta! Sbuffò quando lo riuscì ad imitare alla perfezione. Era ovvio che era andato in pace, ma era altrettanto ovvio che non si sarebbero comportati come due normali vecchi amici. Ma infondo non erano mai stati amici e neanche nemici; Daniele non aveva mai davvero inquadrato il loro rapporto visto che si tiravano le cose e poi finivano a letto insieme. Come se il sesso tra di loro fosse l'unico momento in cui potevano davvero parlare e capirsi senza litigare. Aveva tradito un paio di ragazze per colpa della sua ex compagna di scuola che era li di fronte a lui, e lei lo sapeva. Lo sapeva fin troppo bene.
    Non ricordavo che fosse il tuo locale, ricordavo semplicemente che tu fossi la cameriera di questo posto! Non la riteneva una semplice cameriera, ma non avrebbe mai e poi mai ceduto a niente di tutto quello che lei avrebbe detto, non importava se fossero stati insulti o semplicemente complimenti, lei non avrebbe mai avuto l'ultima parola con lui. O comunque non in quella serata.
    La vide prendere del Latte di Vipera, prendere due bicchieri e con una nonchalance assurda anche per lei, andarsi a sedere ad un tavolo. Il locale era ancora vuoto. Alzò un sopracciglio per la sua affermazione in merito al fatto che poteva fargli male quel liquido così forte, e il fatto del ragazzo e dell'uomo... scosse semplicemente il capo guardandole appena il fondoschiena mentre andava verso il tavolo destinato a quel brinisi che li avrebbe portati seriamente a ricominciare quel circolo vizioso.
    ... consenso che io non ti ho mai comunque dato! Si alzò dallo sgabello dove era seduto ed andò a sedersi di fronte a lei. Prese il suo bicchierino.
    Allora, a cosa brindiamo? Chiese poi versando il liquido sia nel suo che nel bicchiere della ragazza. La guardò ammiccante.


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