E le stelle stanno a guardare

... indifferenti la nostra vita che scorre, ma come sono poetica e.e André e Jessica

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    Black Opal
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    Jessica Veronica Whitemole
    Black Opal | 17 anni
    Non era la prima volta che Jessica si svegliava nel cuore della notte, solo che quella volta non era a causa delle nausee, principalmente presenti fino al terzo mese. Ormai lei stava per concludere il terzo trimestre di gravidanza, era maggio. Maggio era uno dei suoi mesi preferiti: l'arietta che le solleticava la pelle, il sole che la riscaldava senza eccedere, andare in giro con vestiti leggeri ma la notte dormire con il lenzuolo. La primavera era decisamente la sua stagione preferita, di solito. Ma non quell'anno. La ragazza era fottutamente incinta e questo non contribuiva certo a farle godere quel mese da lei tanto amato. Sembrava tutto perfetto, le coperte fresche a coprire il suo corpo, la finestra semi aperta che lasciava entrare la brezza, le stelle che riempivano il cielo... No, sembrava tutto bello, se non pensava alla sua condizione.
    Si passò una mano tra i lisci capelli corvini e si rigirò nel letto per parecchio tempo. Una cosa che amava di quei morbidi materassi era il fatto che non cigolavano, sembrava di essere su delle piume. E probabilmente lo erano. Ma ormai il sonno era andato, quindi non fece altro che alzarsi in piedi e, dopo essersi stiracchiata, andò a cercare dei vestiti decenti.
    Mentre proseguiva la sua ricerca -praticamente al buio- si mise a pensare a tutto ciò che l'aveva portata fino a là.
    Quando era stata ammessa ad Hidenstone, si era sentita dire che era stata molto fortunata, in quanto era un'accademia nata da pochi anni e che lei sarebbe stata la prima della famiglia a frequentarla. Sì, certo si sentiva fortunata perché così aveva imparato cose nuove e conosciuto persone nuove, ma avrebbe voluto farlo in circostanze diverse, il condizioni diverse. Ma ormai era andata, perciò non le restava che lasciarsi quelle considerazioni alle spalle e lasciar passare il tempo fino al momento del parto, momento da lei atteso con ansia. Non vedeva l'ora di liberarsi di quel pancione.

    Quella notte decise che sarebbe andata alla torre di Astronomia, magari da là avrebbe visto le stelle. Si sentiva particolarmente sentimentale in quel periodo e le stelle le piacevano, quindi quando trovò i vestiti -in realtà era una sottoveste larga, per permetterle di non comprimere la pancia ed essere libera nei movimenti- se li mise ed uscì dal dormitorio e poi dalla sala comune, facendo attenzione a non fare rumore. Percorse silenziosamente il corridoio e si ritrovò ben presto nella torre dove vi era l'osservatorio. Salì anche quelle scale e presto si ritrovò in uno spazio angusto con diverse finestre e telescopi per osservare le stelle. Stanca, si sedette vicino una di quelle e appoggiò la schiena contro il muro.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance
     
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