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by SPOILER (clicca per visualizzare)Shay Cameron Grey. -
Shay Cameron Grey.
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Dichiarare il falso non era mai stata una sua priorità, ma delle volte veniva resa tale dalle circostanze della vita.
Shay era convinta che le persone si dividessero in due categorie: i bugiardi incalliti e quelli che a mentire proprio non erano capaci; in altre parole, gli individui onesti erano talmente rari da non rientrare né nell'una né nell'altra categoria, ne avevano una tutta loro.
Lei, in tutta modestia, amava definirsi "diversamente onesta" e ciò porta alla luce l'esistenza i ben altre categorie oltre alle sole due citate in precedenza; considerazione, questa, che va a far crollare tutto ciò che avete assimilato fino ad ora, gentili lettori, dunque siate felici che si sia trattato solo di poche righe.
La verità, secondo la giovane Opal, era del tutto relativa e come tale doveva riuscire a espletare il semplice compito di rendere credibile qualunque cosa fuoriuscisse dalle labbra della ragazza dai capelli d'ebano, soprattutto quando le veniva chiesto il motivo per cui pareva recarsi nell'osservatorio di astronomia prima di cena.
Wilma, la mia rana, stava quasi per morire dallo spavento quando il perfido Kneazle della mia compagna di stanza ha tentato di farne un aperitivo e non posso lasciare che quella povera creatura pensi che la soluzione al suo problema sia quello di lasciarsi cadere dalla Torre di Astronomia, non ti pare?
In quella frase, enunciata senza prendere neppure un briciolo di fiato, Shay disse una serie improponibile di astrattezze: tanto per cominciare, lei non aveva una rana, le facevano piuttosto schifo; neppure la sua compagna di stanza aveva uno kneazle -o non ne era del tutto sicura, in fondo non aveva ancora imparato il suo nome dopo quasi un anno di convivenza- e infine se una rana avesse davvero pensato di suicidarsi dalla torre di astronomia, di certo lei non glielo avrebbe impedito.
La verità era che si stava recando in uno dei punti più alti del castello solo per godere di una bella vista e, senza pubblicizzare la cosa più di tanto, fumarsi una sigaretta in santa pace.
Ottenere merce di contrabbando a Denrise non era poi troppo difficile se si conosceva la gente giusta o, come faceva lei, se si dava confidenza a qualche ragazzo più grande per ottenere ciò che in quelle mura pareva essere proibito.
In verità, pensava Shay mentre gradino dopo gradino la distanza dalla porta che conduceva all'osservatorio diminuiva, non le era dispiaciuto sapere dell'esistenza di tali regole restrittive; era del parere che ciò che era proibito desse maggiore soddisfazione una volta ottenuto.
E ciò implicava naturalmente il doverle violare quelle regole.
Lo aveva fatto tante volte in quei mesi? Sì.
Era stata mai beccata? Purtroppo sì.
Aveva dunque imparato la lezione? Ovviamente no.
Fu canticchiando allegramente che pose una mano sulla maniglia della pesante porta in legno massiccio e la spalancò, per trovarsi di fronte un panorama leggermente diverso da quello che si era aspettata: Blake Barnes sostava a pochi metri da lei, con una chitarra in mano e una sigaretta fra le labbra.
La ragazza lo guardò per un istante, realizzando di dover condividere il suo rifugio con un altro individuo che, però, pareva voler violare le regole quanto lei.
La sua parola contro la mia.
Avrebbe potuto funzionare.
Si chiuse la porta alle spalle e andò a posizionarsi vicino a lui, poggiando la borsa contro il freddo pavimento di pietra e la schiena contro il muretto sopra il quale sostava il ragazzo, con le gambe penzoloni dall'altro lato.
Shay soffriva di vertigini, motivo per cui evitò di sporgersi o di tentare di far tornare Blake con i piedi per terra. Sfilò invece una sigaretta dal pacchetto che teneva nella giacca della divisa e sporse la mano sinistra in alto, alla ricerca di Blake.
Che ne diresti se prima di dire addio alla tua vita mi passassi l'accendino?.