Claire Jeffords
Auror | 31 anni
Quello dell'Auror era un lavoro particolare e difficilmente monotono. Non esisteva una routine, e non era per tutti svegliarsi la mattina senza sapere cosa si sarebbe fatto quel giorno: le attività dipendevano da incidenti, imprevisti e, soprattutto, dalla stranezza della gente. Le prime ore di quella giornata erano sembrate infinite per Claire, passate ad ascoltare le testimonianze e le richieste più disparate di chi aveva deciso di presentarsi al Ministero per denunciare misfatti e varie stranezze direttamente agli Auror. Si erano toccate vette altissime con la signora Twinklepond, un'ingioiellata strega vecchio stile che era convinta che il proprio vicino di casa ultracentenario fosse un losco criminale, a capo di un gruppo di malavitosi internazionali che contrabbandavano creature magiche e antichi manufatti leggendari. Erano quelli i momenti in cui Claire, intenta ad ascoltare con impassibilità le ardite teorie della strega, si domandava perchè avesse deciso di fare l'Auror.
Per sua fortuna la giornata aveva preso una piega diversa. Dopo aver diligentemente redatto i vari rapporti delle segnalazioni più o meno serie che aveva raccolto quella mattina ed essersi concessa un pranzo leggero, Claire era stata spedita a Diagon Alley per una ronda assieme a Carter, un suo collega. Di qualche anno più grande di lei, serio e taciturno, lo conosceva da anni ma non avevano mai scambiato più di una manciata di parole al di fuori del lavoro, e le andava bene così. Era un'ottimo rapporto quello che avevano, anche se non ricordava nemmeno quale fosse il nome di lui, abituata com'era a chiamarlo per cognome. Avevano passato la maggior parte del pomeriggio lungo la famosa via dello shopping magico, tenendo sotto controllo persone losche ed elementi dall'aria disagiata. Per lo più innocui, ma all'apparenza estremamente sospetti. Un trambusto proveniente da un vicolo laterale aveva mosso le acque in quel pomeriggio monotono, ed erano finiti col rincorrere un mago mentre un'altro cercava di colpirlo con incantesimi e maledizioni di vario genere.
Qualche minuto dopo la situazione era tornata sotto controllo, con Claire che teneva sotto tiro con la bacchetta il mago fuggitivo, debitamente fermato e ammanettato, mentre Carter si occupava dell'assalitore, in realtà vittima di un furto mal riuscito. Si erano ritrovati in una zona più frequentata di Diagon Alley, uscendo dai vicoletti, attirando un piccolo gruppetto di curiosi. L'Auror sbuffò per cercare di ricacciare indietro una ciocca di capelli che le era finita davanti al viso, seccata immensamente da quel ricciolo che proprio non ne voleva sapere di collaborare - che fosse giunta l'ora di provare una pozione per lisciare i capelli?
Jeffords?! Non ci posso credere, sei proprio tu! squillò una voce.
Claire si era voltata, aveva risposto malamente, e due giorni dopo si era ritrovata ad una cena di classe.
Quella che aveva avuto la sfortuna di incrociare a Diagon Alley era una sua ex compagna di dormitorio dai tempi di Hogwarts, una ragazza logorroica che non vedeva da quando aveva dato i MAGO, e che avrebbe preferito non rivedere per molti anni. L'Auror era quasi stata costretta a fare un Voto Infrangibile promettendo che avrebbe partecipato alla cena, vista l'insistenza della ragazza e il suo pessimo tempismo. Si erano ritrovate a parlare in mezzo a Diagon Alley con un ladruncolo a portata di bacchetta da trascinare al Ministero per accertamenti, un collega che la guardava con un sopracciglio alzato, e svariati curiosi che assistevano al modo in cui un'Auror musona veniva presa alla sprovvista da una strega iperattiva e sorridente che non la smetteva di parlare - anzi, urlare. Claire voleva togliersela dai piedi alla svelta e aveva acconsentito per tenerla buona: solo ore più tardi, con calma e lucidità, aveva realizzato con orrore a cosa sarebbe andata incontro venerdì sera.
Chi aveva organizzato quella rimpatriata aveva avuto l'accortezza di prenotare una saletta privata in un locale non troppo frequentato di Diagon Alley. C'era già stata un paio di volte e si mangiava bene, da quel che ricordava. Non era un posto eccessivamente raffinato e snob, ma neanche una bettola come la Testa di Porco, un giusto compromesso, e una scelta forse un po' strana e sobria visto che stava per rivedere i suoi vecchi coetanei e compagni di casata. Era una serata esclusiva: annata '88, Serpeverde. Claire avrebbe preferito passare altre tre ore con la signora Twinklepond e le sue teorie ossessive nei confronti del vicino, forse.
L'Auror arrivò in ritardo, infilandosi nella saletta e attirando su di sè la maggior parte degli sguardi degli ex-compagni di scuola. Stirò le labbra in un sorriso forzato, salutando i presenti con un'entusiasmo quasi accettabile per la serata, e si diresse verso un posto vuoto.
Dovete ancora mangiare, vero? domandò a chi aveva intorno, togliendosi la giacca e lasciandosi quasi cadere a peso morto sulla sedia.