You're too good for giving up

Aidan e Aibileen

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  1. Aibileen Beatrix
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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 18 anni


    Il dolore alle ossa era lancinante. Aibileen si era sdraiata sul pavimento, stringendosi forte le braccia graffiate. Sapeva che qualche unguento magico sarebbe bastato a lenire e guarire il tutto in fretta, in modo che Aidan non avesse il tempo di vedere quei segni... E questo la confortava non poco. L'unico che le fosse rimasto visibile, a mo' di cicatrice, era quello del morso che aveva, una notte di giugno apparentemente uguale a milioni di altre, cambiato interamente la sua vita.
    Nella sua testa, continuava a pensare a quanto male, quanto dolore, avrebbe potuto provocare quel lupo mannaro che si portava dentro, se mai non si fosse ritrovato incatenato... E se mai fosse successo qualcosa ad Aidan?
    A quel pensiero, si portò entrambe le mani ai lati delle tempie, trai capelli, sentendo qualche lacrima uscire da suoi occhi suo malgrado, e soffocando con stanchezza qualche singhiozzo nascente.

    "Aidan ha promesso di non avvicinarsi a me, durante le notti di luna piena..."

    Si ricordò, calmandosi e rincuorandosi grazie a quel pensiero. Era nuda, ed in quel luogo freddo ed umido, dove le temperature invernali non venivano decisamente attutite, si sentiva tremare, i nervi ed i sensi a fior di pelle. Come fare a non odiarsi, a non considerarsi un mostro? Fissò il proprio sguardo contro quello scuro del soffitto.
    Essendosi "ritransformata", doveva essere "già" mattina... Qualcuno avrebbe finito con il venire a liberarla dalle catene, in modo da poter recuperare la propria bacchetta e lanciarsi, quanto prima, un incantesimo di vestizione. Per tentare, ancor più "quanto prima", e come ogni volta... Di andare avanti. Con la consapevolezza di non essere ancora in grado di lasciarsi il peso di quei non-ricordi alle spalle... I non-ricordi di quella che era diventata, malgrado lei, una parte di sé, della creatura che, alle volte, sembrava albergarle fin nelle viscere, e che cercava di far sfogare, generalmente, correndo, correndo e ancora correndo... Tacere. Non far pesare niente a nessuno. Continuare a vivere. Non permettere, semplicemente, a quei non-ricordi di dimenticare se stessa... E chi amava.
    Aibileen si asciugò le lacrime dagl'occhi con entrambe le mani, continuando a guardare il soffitto, e concentrandosi sulla propria respirazione per calmarsi... Cercare di far passare tutto quello. Di non lasciarsi travolgere. Poi, all'improvviso, si ritrovò a sobbalzare... Sul serio erano già arrivati? Ciò la sollevava non poco, ma...

    "Di già?"

    Era, in effetti, un po' presto. E non si trattava, infatti, di qualcuno che si sarebbe mai aspettata di trovare in quel luogo sinistro, freddo, poco rassicurante... Di qualcuno che avrebbe voluto sapere in quel luogo, proprio perché sinistro, freddo e poco, ma che dico, per nulla, per nulla rassicurante!

    << Aidan! >>

    La sua voce era un misto tra lo sbalordito, il preoccupato, il rimprovero... E, a discapito di tutto quello che avrebbe preferito, per una volta, non lasciar trasparire, anche sollevato. Perché un angolo della sua testa continuava a crederci, come la prima volta: con Aidan sarebbe andato tutto bene. Perché, se da una parte lei voleva chiaramente, rotondamente proteggerlo da quella creatura che albergava in lei e che, una volta al mese, la rendeva inevitabilmente pericolosa, feroce, totalmente incontrollabile... Dall'altra, sentiva che, insieme, sarebbero sempre stati più forti. E fu in nome di quell'istinto che, in un primo, fugace momento, Aibileen si alzò di scatto a sedere, allungando una mano verso di lui.
    Salvo poi subito ritirarla, abbracciandosi nuovamente entrambe le braccia per auto-imporsi di non avvicinarsi a lui, come se, in qualche modo, il lupo fosse ancora in grado di prendere il sopravvento, e di fargli del male. Nonostante ciò fosse, ovviamente e razionalmente, impossibile...

    << C.. Che cosa ci fai... >>

    I graffi erano fin troppo visibili. Si sarebbe preoccupato. Non voleva farlo preoccupare ancora! Voleva proteggerlo, per quel che poteva, e che stesse bene... Come fare?
    Al vederlo sedersi accanto a lei, senza dire nemmeno una parola, non seppe che fare. Semplicemente, voleva fare troppe cose. Stringerlo a lei, allontanarlo, abbracciarlo, sgridarlo... Invece, continuò a tenersi le braccia strette tra le mani. E lo guardò. Non sapendo più, definitivamente, se fosse più giusto o più sbagliato mandarlo via... O più giusto o più sbagliato lasciarlo restare.


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    Edited by Aibileen Beatrix - 4/2/2023, 22:03
     
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1 replies since 27/1/2023, 00:08   137 views
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