La vendetta va servita su un piatto d'argento - Compiti di Antiche Rune 22/23

Adrien&Cassedy

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  1. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.

    [Bosco di Ragna - Primo pomeriggio]


    Si era spinto oltre il consueto quel primo pomeriggio, decidendo di non percorrere la parte del giardino di Hidestone che sempre brulicava di gente, ma di intraprendere, invece, il cammino su un sentiero che conduceva al misterioso Bosco di Ragna. Non ne aveva sentito parlare molto, a dire la verità, ma si era documentato in biblioteca, rimasto abbastanza affascinato dall’aura che questo emanava. Si diceva che fosse un luogo sacro, consacrato dagli dèi stessi e che non ci fosse affatto nulla di pericoloso.
    Avrebbe voluto addentrarsi tra i vari alberi e cespugli per sondare il territorio e trovare, se la fortuna fosse stata dalla sua parte, un luogo tranquillo, adatto per svolgere i suoi compiti di Antiche Rune in solitudine. Non aveva mai avuto alcun partner di studio se non solo sua sorella Regina, l’unica di cui si fidasse davvero in materia di compiti. Lei era una intellettuale, proprio come lui: attenta, precisa, probabilmente fin troppo. Ma su questo lato caratteriale erano praticamente delle fotocopie.
    Fu per un pelo che non inciampò su un ramo nascosto da un ammasso di foglie, tuttavia, non lasciò che gli scappasse un’invettiva contro di quello: - Puttana troia! -. Non era proprio il più fine dei giovani uomini, doveva ammetterlo, perché, spesso, sembrava più uno scaricatore di porto che il rampollo della famiglia Beauvais. Era una fortuna che suo padre non fosse lì per sentirlo, perché era sicuro che, semmai gli fossero arrivati alle orecchie tali parole, si sarebbe incazzato come una bestia. Aveva sempre raccomandato ai suoi figli di utilizzare un linguaggio pulito, senza volgarità o parolacce, eppure Adrien aveva deciso di disobbedire anche a quello, perché era il suo modo di cercare vendetta.
    D’improvviso, i suoi timpani furono colpiti dal flebile suono di un ruscello: si ritrovò a piegare leggermente il capo verso destra, per “tendere” l’orecchio e ascoltare meglio. Seguì il suono, cercando di fare meno rumore possibile con i suoi piedi, fino a quando questo non si fece più forte e, finalmente, i suoi occhi incontrarono il meraviglioso panorama di un piccolo fiume immerso nel bosco.
    Si avvicinò a questo: era Settembre, era vero, ma era ancora tempo per farsi un bel bagno, anche se l’acqua fosse stata gelida. Si tolse l’uniforme che indossava ancora e, rimasto in boxer, si tuffò letteralmente nel fiume, da cui uscì d’improvviso con un urletto, rabbrividendo per il freddo. Certo che aveva sempre idee di merda…
    Ma non era solo… udì lo scricchiolare di foglie sotto quelli che sembravano passi. Decise di prendere velocemente le sue cose e nascondersi dietro ad un masso, per vedere chi fosse.


    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO


    Cassedy Hartmann
     
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    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Alla fine non era stata male la prima lezione di divinazione e non era neanche stata male la sua entrata in società: aveva conosciuto un sacco di persone e sembravano essere tutte quante molto carine. Non immaginava neanche, effettivamente, che potesse riscuorere tutto quel successo, forse perchè era l'unica del primo anno che si stava mettendo veramente in gioco... eppure lei non pensava veramente di essere una ragazza intraprendente ed ambiziosa. Comunque era una ragazza che si impegnava nello studio. Doveva diventare un'auror come sua sorella e di conseguenza non voleva, in nessun modo deludere la sua famiglia, specialmente sua madre. Sua madre ci teneva palesemente ai voti, per lei i voti erano tutto quanto e quella E a divinazione doveva essere solamente una di tantissime altre. Si morse il labbro con il suo manuale di rune, e mentre si faceva largo in mezzo a quegli alberi, cercava di ripetere a memoria l'alfabeto runico e cercava anche di individuare quale fosse la sua runa nominale, esattamente come veniva richiesto nel compito. Non lo so. KENAZ. Fiaccola, illuminazione, creatività. Si sono abbastanza io, ma... non lo so, sarebbe carino che qualcuno mi dicesse effettivamente come sono realmente. Stava decisamente parlando da sola. Ma era qualcosa che doveva fare per forza visto e considerato che si, aveva fatto qualche amicizia, ma adesso era sola no? E poi c'era quell'Adrien che la spaventava da morire senza contare che le faceva ricordare quanto era stata stronza e vigliacca quel giorno. Chissà Betany che runa nominale avrebbe scelto per lei. NO. Devo pensare a me. ANSUZ. Onestà, incontri. Ma io non sono per niente onesta, specialmente con me stessa e... uffa odio questi compiti introspettivi. E così dicendo si mise seduta su di un tronco, posando a destra il libro di rune, e portandosi le mani, per una volta prive di guanti, sulla faccia. Sperava di non dover incontrare nessuno, nel caso aveva comunque le tasche. SOWILU. Energia. Io energica? Io lo sapevo che dovevano chiamarmi in un altro modo e non Cassandra. Che poi per fortuna che nessuno lo sa e mi chiamano tutti Cassedy. Buona mossa a dire la verità. Doveva assolutamente smetterla di parlare da sola ed ad alta voce.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
     
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  3. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Si sporse lentamente, per sbirciare oltre la roccia e capire chi si fosse avvicinato a quel luogo dimenticato dal mondo: carne fresca per nuovi divertenti agguati.
    Sorrise sadicamente e si leccò il labbro inferiore, quasi che la presa avvistata fosse davvero succulenta: una chioma folta e rossa spiccava tra tutti quei colori d’autunno: Cassedy Hartmann. L’ametrina del primo anno era un vero schianto! La ragazzina perfetta per essere presa di mira dall’opale. Era intenta a scrivere qualcosa sulla sua pergamena, ciò che a istanti avrebbe fatto anche Adrien, dopo aver preso coscienza del suo status di nullafacente e che i compiti di Antiche Rune aspettavano soltanto lui e la sua concentrazione.
    Il suo sorriso si allargò a dismisura quando capì che stesse svolgendo ciò che avrebbe dovuto fare a momenti anche sé stesso. Era interessato al ragionamento dell’ametrina, a dirla tutta.
    Cercò le iniziali del nome e cognome della ragazza in runico: Kenaz e Hagalaz. Effettivamente, non erano molto da lei, anche se… si alzò in piedi. Ora la ragazza avrebbe potuto vederla, ma presa com’era da quei ragionamenti, Adrien non era sicuro che l’avesse fatto. Non sarebbe stato sorpreso se Cassedy avesse saltato non appena l’opale avesse parlato, con tono di voce abbastanza forte da farla spaventare (perché quello era il suo obiettivo e… approcciarsi).
    - Devo dire che le tue rune nominali non sono affatto nominali. Kenaz non ti rappresenta per nulla, almeno che non associ il tuo colore di capelli a quello del fuoco di una fiaccola. Hagalaz, poi – che dovresti considerare, visto che è nel tuo cognome – non ti si addice. Tu sei più… Algiz, nel senso di autoconservazione. Perché, altrimenti, continuare a stare con certe vipere se non per paura della solitudine e della non accettazione? -
    Raccolse le sue cose e si avvicinò a lei.
    - Oppure potresti essere Naudiz, bisogno, necessità… -



    ADRIEN BEAUVAIS
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    Cassedy Hartmann
     
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    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Stava ragionando ed era intenta nei suoi ragionamenti. Doveva ammettere, infatti che tutto quello era incredibile. A scuola si era sempre concentrata moltissimo ed aveva sempre cercato, anche se con moltissima fatica, di avere dei voti discreti. Certo vomitare ed abbuffarsi non l'aiutavano ne con la concentrazione ne con altro, ma quelli erano altri problemi, inoltre faceva sempre i compiti a delle sue amiche, quindi non riusciva ad arrivare ad una certa ora, a fare i compiti suo, in maniera decente. Sorrise appena al ragazzo, dopo che saltò appena sul post e si portò una mano sul cuore, chiuse un momento gli occhi. Sei impazzito?Chiese poi con voce flebile, poi, semplicemente, sospirò ed ancora ingoiò a vuoto, sia perchè aveva riconosciuto il soggetto sia perchè avrebbe voluto non averlo conosciuto in quel modo. Alla fine era stata una stronza, qualcosa che non le apparteneva per niente, che non era per niente da lei. Si morse il labbro e sospirò. E che ne sai tu se mi appartengono o no? Mica ci conosciamo! Voleva mantenere un tono, voleva almeno provarci, in fondo era sempre stata lo specchio delle sue amiche, ma quando lui stesso disse che era una runa come Naudiz, necessità. Oddio si, forse era l'unica runa che davvero poteva fare al caso suo. Si morse il labbro, quasi colpevole, quasi come se in quel momento qualcuno l'avesse scoperta, si fece piccola piccola e poi sospirò. Sono mie amiche e non ho paura di rimanere da sola. Invece a te, vedo che ti piace particolarmente. Tu in che runa ti identifichi? Chiese poi con voce molto più dolce. Ecco, il fatto era esattamente quello. Cassedy era dolce, era disponibile, aveva un carattere affabile ed era veramente, ma veramente generosa. Non sapeva neanche lei perchè non lo voleva ammettere a se stessa, fatto si era che non riusciva a farlo. Non si sentiva mai veramente abbastanza. Era una croce, era qualcosa che non le apparteneva e che non le piaceva veramente per niente. Si strinse nelle spalle. Senti... mi dispiace per il bar, è che io... non so che mi sia preso... Lo sapeva benissimo cosa le era preso, ma non era disposta a dirlo, non era disposta neanche ad essere una persona sincera con se stessa ed ad ammettere che era arrivata a quel livello solamente perchè era, effettivamente sola, ed aveva paura. La sua voglia di essere accettata dal mondo era così grande che neanche riusciva a comprenderla davvero. Sospirò ed attese ancora qualche secondo. Ti va se facciamo il compito insieme? Chiese poi abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro per la vergogna ed anche solo per aver pensato e detto una cosa del genere.
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