Posts written by Annie M. Welsh

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    originalAnnie-Macrae Welsh→ ruolo: San Mungo12 Marzo 2019.
    Cosa stava succedendo? Insomma, quale segno del destino aveva ignorato tanto da risultare quasi un capro espiatorio del Fato? Dopo la sera precedente, non era ancora riuscita a capire bene cosa avesse nella testa, cosa fosse successo e quanto questa cosa avrebbe giovato alla sua persona. Insomma, aveva avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con quello che era stato il suo primo ed unico reale fidanzato.
    Non che la sua bellezza non attirasse sguardi e richieste, ma Lancelot era riuscito a fare qualcosa che, Annie, non pensava potesse davvero succedere: farla innamorare.
    Erano passati anni, e lei aveva sempre e solo cercato negli altri, lo sguardo e la complicità di Lancelot. Cosa che - ovviamente - non era ben riuscita.
    E reduce dalla sera precedente, non poteva evitare di ritentare la fortuna e provare raggiungere di nuovo il posto in cui si erano incontrati per caso, chissà succedeva di nuovo.
    Era ancora tra le vie di Diagon Alley, persa nella lettura di un libro, mentre camminava. Leggere rendeva più facile scrollarsi di dosso il nervoso, anche se quello rendeva sicuramente più difficile badare ad ogni ostacolo poteva piazzarsi davanti al suo cammino.
    Come per esempio un secondo Olwen selvatico.
    Annie non si accorse di dove stava andando, quindi non prestò attenzione ad evitare lo schianto diretto con il ragazzo che proseguiva di fretta verso di lei, contro il quale si andò a spiaccicare come un moscerino su un parabrezza di un'auto in corsa.
    Il suo libro cadde a terra e la prima cosa che Annie fece, fu preoccuparsi di vedere dove finisse, piuttosto che vedere contro chi si era schiantata.
    Maledizione!
    Sbottò, andando a recuperare il volume, per poi voltarsi verso chi avrebbe avuto davanti.
    Ma non vede dove mette i pie---
    Rimase a bocca aperta e occhi sgranati.
    E' un complotto. Ne sono certa.
    Non riusciva a dire altro. Rimase a guardare Xander con quella faccia da pesce lesso.
  2. .
    originalAnnie-Macrae Welsh→ ruolo: San MungoSicuramente il lancio delle noccioline non era il trattamento che Lancelot si sarebbe aspettato da Annie, tuttavia avrebbe dovuto ricordare bene la ragazzina di quindici anni che aveva conosciuto, quanto poco pensasse su quel che doveva fare e quel che non doveva fare. E lanciare le noccioline era qualcosa che non doveva assolutamente fare.
    Diciamo che anche il loro primo incontro, aveva fatto andare sul ragazzo qualcosa, quella maledetta carta di cioccolatino che era volata su Lancelot, era la causa di tutto quello che era venuto dopo.
    Avrebbe voluto continuare a lanciargli quel cibo, mentre il biondo parlava. Nonostante fosse diverso dal quindicenne balbuziente di cui si era innamorata, non era cambiato nella sua morale e nei suoi modi educati di fare. Era un po' come se, in quell'istante, Annie stesse sentendo l'odore di casa.
    Alzò gli occhi al cielo, cercando di nascondere un sorriso che voleva far capolinea sulle labbra della ragazzina, quando lo sentì nominare gli elfi.
    Era lui, era proprio lui.
    E pensa a me che volevo mangiarle, quelle noccioline!
    Scrollò le spalle, quindi, tornando con lo sguardo su di lui.
    Dannazione se era cambiato...
    E c'era quasi da apprezzare il cambiamento che avesse fatto: era già promettente da piccolino, ma vederlo adesso... aveva tutto un altro sapore.
    Annie mandò giù a vuoto, trattenendo il respiro e mordendosi il labbro inferiore per un breve istante.
    Lo lasciò avvicinare, seppur quel passo che fece verso di lei, provocò un blocco della ragazza, che quasi intimorita fece lo stesso passo, ma indietro, prima di buttare il cristallino sul fazzoletto verde.
    Il verde era sempre stato il suo colore e forse era per questo che Annie aveva fatto dipingere le pareti del suo ufficio di quella tinta, seppur più chiara.
    Risalì con gli occhi, si soffermò sulle labbra che aveva già conosciuto. A guardarle le venne una stretta allo stomaco e un qualcos'altro che non staremo qui a ben descrivere. Poi tornò sui suoi occhi.
    La sua domanda voleva risposta. Ed Annie voleva esplodere di nuovo.
    Quel suo parlar francese di prima aveva ricordato alla ragazza cosa li avesse divisi.
    Adesso? Mi sento ... strana...
    Questa volta fu pacata nel parlare, arrivò dritta al punto in maniera delicata. Non avrebbe atteso quattro mesi per dirgli ciò che stava accadendo dentro la sua testa in quell'istante, perché sarebbe potuto andar via di nuovo e lei non lo avrebbe mai più rivisto.
    Perché non mi hai scritto?
    Era rigida, come se avesse il timore di rompersi.
    Era già accaduto in passato e c'era stata Eilidh a raccogliere i cocci, ma se non avesse osato, questa volta, ne avrebbe avuto il rimorso per sempre.
    Fece un passo incerto verso di lui, poi tentò di allungare la mano verso il suo braccio.
    Vorrei ammazzarlo...
    Sentiva gli occhi bruciare, stava combattendo con sé stessa quando di scatto provò a gettargli le braccia attorno al collo per... abbracciarlo.
    Perché mi hai lasciata sola? Perché non ti sei fatto sentire? Perché ti sei dimenticato di me?
    Il suo non era più un parlare, era un singhiozzare sulla sua spalla, se lui avesse accettato quell'abbraccio.
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    originalAnnie-Macrae Welsh→ ruolo: San MungoSarà anche dura la vita dell'Auror, ma probabilmente grazie a questa durezza, quella sera sarebbe stata davvero strana per i due attori di questa piccola scenetta.
    Annie era intenta a guardare le bottiglie davanti a lei, sistemate in maniera disordinata sugli scaffali di legno del locale. Il suo occhio sarebbe caduto facilmente su quelle di whisky, ormai sembrava essere la sua droga, nell'ultimo periodo.
    Un bicchiere di whisky, per favore.
    Il tono caldo della sua voce non riportò un volume alto, giusto il possibile per potersi far sentire dal barista che la stava servendo, che parve semplicemente annuire prima di posizionare il bicchiere di vetro davanti ai suoi occhi. Lo sguardo di cristallo si calarono sull'oggetto ancora vuoto.
    Quella sera sarebbe stata una di quelle che avrebbe ricordato come il suo momento di relax.
    O meglio, quella era la speranza della rossa, mentre abbracciava con le dita affusolate il freddo vetro che faceva trasparire il colore ambrato del liquido che vi era stato versato.
    Stava per accogliere nella sua bocca quel whisky tanto agoniato, quando alle sue spalle una voce la chiamò.
    Sentì un brivido lungo la schiena, come se chi la stesse osservando avrebbe potuto ribaltare completamente le interiora della ragazza.
    Quando quella voce risuonò nelle orecchie della Direttrice che sembrò congelarsi sul posto. Lentamente abbassò il bicchiere, la mano iniziò a tremare leggermente e dentro di lei sentiva una stretta strana, un misto tra l'ansia e qualcos'altro a cui non riusciva a dare un nome ben preciso.
    Eppure quelle sensazioni ...
    Si sarebbe voluta voltare in maniera diversa da come fece, tuttavia quando se ne rese conto, ormai era già successo: di colpo guardo dietro di sé e quello che vide davanti ai suoi occhi non fece altro che farle spalancare la bocca e...
    L-La... cercò di mandar giù quel blocco, mentre gli occhi cristallo si sgranarono Lancelot!
    Non era sicura, ma probabilmente il suo cuore si era bloccato nello stesso istante in cui aveva proferito quel nome, come se si fosse infranto un incantesimo sotto cui era stata maledetta.
    Al momento non sapeva bene cosa fare, quindi cercò di ... niente, agì come sempre d'impulso, ritrovando quella vena che si era momentaneamente assopita, quindi si voltò dietro di sé e provando ad afferrare la prima ciotolina di noccioline e iniziò a lanciarle verso il ragazzo.
    Brutto. Stupido. Egoista. Ti odio!
    E ogni favolosa parolina era accompagnata da un paio di noccioline volanti che si infrangevano un po' ovunque, mentre gli occhi della rossa si riempirono di lacrime, lacrime che non sapevano di tristezza, lacrime che sembrarono stappare una bottiglia di spumante pronta ad esplodere.
    Sei tu.
    Si fermò, mettendo giù la ciotolina e tirando un respiro pronfondo.
    Calò lo sguardo su di lui, osservandolo da capo a piedi, prima di fermarsi nei suoi occhi.
    Stava cercando quello stesso sguardo che aveva perso in tutti quegli anni.
    Sì, a modo suo era felice di rivederlo.
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    originalAnnie-Macrae Welsh→ ruolo: San Mungo

    11 Marzo 2019, h 21.00

    Tendenzialmente non le andava di girare chissà quanto per le vie, ma quella era stata una giornata talmente pesante, che per Annie sarebbe stato necessario uscire dalle mura dell'Ospedale e non tornare dritta a casa, ma deviare verso qualche parte dove avrebbe potuto perdere un attimo il suo ruolo e avrebbe potuto rilassarsi.
    Era per questo che aveva deciso di recarsi a "I tre manici di scopa", dove avrebbe preso qualcosa da bere, avrebbe riflettuto e accantonato la giornata, per poi rientrare senza niente di troppo particolare da ricordare, pronta a riprendere, l'indomani la solita routine ospedaliera.
    Aveva scelto quel mestiere proprio per far sì che occupasse una buona parte della sua giornata, ed era per questo che ogni sera non sentiva altro che il bisogno di togliersi il camice bianco, rientrare in stanza e buttarsi di faccia nei cuscini.

    Aveva indossato qualcosa di molto semplice: un maglioncino sblusato grigio con dei bottoni, dentro una gonna a vita alta nera sopra di questo, un giubbino di pelle lasciato sbottonato e una borsetta nera che conteneva lo stretto necessario, ai piedi - invece - un mezzo stivaletto con tacco a spillo nero.
    Il volto non era tanto truccato, giusto un filo di matita e un rossetto rosato, che abbracciava le labbra carnose della ragazza.
    Era una delle solite serate uggiose, quando varcò la porta del locale, che era già in piena attività. Si guardò intorno, i suoi capelli rosso fuoco erano stati lasciati selvaggi e liberi, le iridi smeraldo cercavano un posto dove poter ficcarsi, al bancone, per poter fare la sua ordinazione. Non avrebbe dato confidenza a nessuno, come suo solito, per non incorrere in fastidi che avrebbero peggiorato solo la giornata, quindi avrebbe avanzato verso il banco di legno, ficcandosi tra due persone a cui non diede molta attenzione e avrebbe atteso il barista per poter ordinare qualcosa.
    Nel frattempo, ancora non aveva deciso esattamente cosa avrebbe bevuto, ma voleva qualcosa di forte, quelli accanto a lei, invece, tutti quelli che la circondavano, sembravano avere le idee ben chiare nella testa su cosa buttar giù. Beati loro.
  5. .

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    whoiam Annie-Macrae Welsh:Annie-Macrae. Nome di origine scozzese che significa "pace", un ossimoro rispetto al carattere della ragazza.
    e&luogonascita: Contea di Galloway, 19 Maggio 1993
    ex casata: Grifondoro
    professione: Direttrice Ospedale San Mungo
    statosangue: Purosangue
    statosociale: Ricco
    caratteristicaparticolare: un triskell tatuato sul polso destro. Lo ha fatto in un periodo buio della sua vita e sta lì a ricordarle che con le sue forze n'è uscita. Il triskell è un antico simbolo celtico, sono tre spirali unite al centro. Il suo simbolismo presso i Celti è vario, ma rappresenta fondamentalmente la ciclicità’ cosmica. Annie ha voluto prenderlo come simbolo per indicare le tre fasi della sua crescita (infanzia, maturita’, vecchiaia), il legame con i tre aspetti del tempo (passato, presente, futuro), quelli con gli elementi dell'uomo (spirito, anima, corpo) e con gli elementi del mondo (terra, acqua, aria), che con il loro movimento rappresentano il 4°elemento (il fuoco), normalmente riassunto nel cerchio che incornicia il triskell.
    segnipparticolari: lievi lentiggini sul naso, che si spingono sparse verso le gote, in maniera delicata e non invadente.
    allineamento: Neutrale Puro, l'Equilibrato
    bachetta: fabbricata col legno di quercia rossa. È flessibile ed è lunga 13 pollici. Al suo interno contiene come anima una Corda di uore di Drago.



    Aspetto fisico Una figura longilinea, dai lineamenti delicati, di media statura (1.75 metri) e dalla carnagione rosata e delicata. Incastonati nel viso, ha due occhi espressivi dal colore cristallo, due labbra carnose e un naso regolare. Ha un portamento elegante e deciso, fiero e sicuro di sé, con un passo leggero. I suoi capelli sono color fuoco, un rosso che è ereditato dalla famiglia della mamma, portati sempre lunghi, che si diverte ad acconciare in maniera sempre diversa.
    prestavolto: Sophie Turner

    LA FORZA CHE SI OPPONE AL DESTINO, E' IN REALTA' DEBOLEZZA.

    Carattere In passato, Annie era una ragazzetta vanitosa e viziata, che poteva sfiorare - talvolta - anche la superbia. Questo spesso la portava a non circondarsi di troppi amici, anzi... tuttavia, chi la conosceva bene, sapeva quanto potesse essere simpatica e socievole, seppur sempre sulle sue. Aveva il vizio di guardare tutti dall'alto, con una certa superiorità, non si limitava nel dare giudizi - siano essi belli o brutti - senza prima contare fino a dieci. Lei la chiamava "sincerità", gli altri la chiamavano "antipatia", tuttavia credeva che chi la reputasse antipatica, lo faceva solo per pura invidia nei suoi confronti.
    Era un tantino capricciosa e quel che le piaceva doveva essere suo a tutti i costi.
    Nonostante questi difetti, aveva anche qualche pregio: se riusciva a fare amicizia era una deliziosa compagna di giochi e scherzi. Le piaceva divertirsi il più possibile, ma non disdegnava momenti di solitudine per riflettere sulle decisioni importanti.
    E' sempre stata una ragazzina sveglia e con tanta voglia di scoprire cose nuove (dalle esperienze allo studio), tendeva ad adattarsi facilmente a quasi tutte le situazioni in cui si trovava, provando a risolvere con prontezza qualsivoglia difficoltà le si parava innanzi: per lei, le situazioni problematiche e/o difficili, erano sfide da giocare. Non mancava mai di mettersi alla prova per superare se stessa, ma ancor di più gli altri.
    Ad oggi le cose sono cambiate. Ha passato un periodo dove non riusciva più a sorridere, successe tante cose insieme, Annie pian piano, senza accorgersene si è chiusa in sé stessa, cercando di trovare in lei la forza di andare avanti, con grande difficoltà. Ha un sorriso che spesso è spento, malinconico, come se le mancasse quel qualcosa che qualche anno prima la faceva sorridere. Tende ad isolarsi facilmente, sembra temere ciò che la rende felice per paura di perderlo o sbagliare qualcosa. L'unico momento in cui si sente sicura è nel suo lavoro.
    Cerca quella chiave che sblocchi nuovamente la Annie che era prima.

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    storia 19 Maggio 1993.
    La giornata primaverile perfetta per chi ama questa stagione: il sole tiepido, il venticello che soffia leggero, gli uccellini che cinguettano e... tredici ore di travaglio, per chi aspettava da ben nove mesi, la nascita della primogenita della propria famiglia.
    Proprio come la signora Marie, che aveva la fronte bagnata dal sudore e il volto paonazzo dai dolori e dallo sforzo. Oltre che tanta voglia di un gelato alla fragola; ma questo è un dettaglio quasi insignificante per la storia che ci interessa.

    Già. La nascita di Annie-Macrae, la primogenita della famiglia Welsh, una famiglia ricca di stirpe, padre Auror e madre insegnante, una piccola purosangue che tutti attendevano da tempo, da quando i due coniugi avevano deciso di sposarsi.
    Arrivata dopo un anno da questo matrimonio, la piccola nacque nel primo pomeriggio di quella data che non staremo qui a ripetere, per la precisione erano le 15.15.

    Cacciò subito il suo caratterino prepotente, tenendo svegli i poveri genitori quasi tutte le notti, per tutte le ore buie, addormentandosi alle prime luci dell'alba.
    Quella piccola testolina rossa, sembrava quasi percepire il respiro dei due, proprio mentre si stavano addormentando, spalancava le sue iridi azzurre e... giù di pianti, tutta la notte.
    Questo fino all'età di quasi due anni, quando finalmente capì che era il caso di far riposare la mamma e il papà.

    Nonostante il fastidio che procurava durante la notte, i due adulti amavano follemente quella testolina di rame, tanto da trattarla come se fosse una principessa. Questo probabilmente ha fatto crescere in lei, col passare del tempo, l'egocentrismo e la vanità, senza dimenticarci il suo piccolo difetto di essere un tantino viziata.

    Quando arrivò la lettera per Hogwarts, Annie fu subito pronta a vantarsene con la sorellina, Genevre che era nata da soli due anni, dicendole quanto lei sarebbe stata brava, quanto sarebbe spiccata davanti a tutti.
    Quando iniziò la sua avventura alla scuola di Magia e Stregoneria, la rossa, passò i primi quattro anni, nella casata di Grifondoro a dare filo da torcere alla sua compagna di stanza Brianna Scott, questo era per attirare la sua attenzione. Annie aveva una grande simpatia per quella che sembrava essere la sua gemella. Erano identiche, spiccicate anche nel carattere, e Brianna, per Annie era la persona più importante della sua vita.
    Ma non era la sola. Era riuscita a creare intorno a sé un gruppo di amici che non avrebbe mai voluto lasciare: Bellamy Octavia Murray, il suo fratellino a cui fare i dispetti o davanti cui apparire nelle ore più strane della giornata, con il quale litigare e giocare a chi era più forte in tutto. Poi c'era Alexander Olwen, il ragazzino da stuzzicare e da tenere sempre a bada. Poi veniva lei, Eilidh, la metamorfomaga che era capace di creare un uragano con il solo battito delle ciglia. Ma accanto a questi, Annie non solo conobbe l'amicizia, la voglia di appartenere ad un gruppo, la forza nell'affrontare anche le cose più difficili. Fu con loro che conobbe anche il primo amore: Lancelot Olwen. Lui fu il ragazzo che a prima vista rapì lo sguardo di Annie, che non sapeva nemmeno come avvicinarsi, nelle sua goffaggine. Passarono mesi prima che finalmente i due riuscirono a coronare la loro storia d'amore.
    Ma quando tutto poteva andare per le giuste direzioni, ecco che tutto sembrò crollare, come un castello di sabbia. Sembrò quasi che l'inizio di quella relazione, fu la fine di tutto quello che aveva intorno: Brianna dovette andar via, a causa delle condizioni precarie di salute del padre, e con lei andarono via anche i cugini Olwen. Questo fece crollare emotivamente la ragazzina, che per il primo periodo divenne scontrosa e distaccata, allontanando anche tutti gli altri con cui aveva stretto un qualche rapporto. Si sentiva persa e passava le sue ore solo a studiare per uscire da quella scuola che le sembrava solo fare del male.
    Successivamente ai M.A.G.O., Annie decise di prendersi qualche mese per decidere cosa fare. Tutti i suoi progetti erano cambiati, oltre che lei stessa. Decise che il posto migliore dove poter dare il meglio era un posto dove avrebbe potuto essere utile agli altri, cercando anche di non perdere quella socialità che aveva assaporato nei primi anni.
    Quindi decise di entrare nel San Mungo, dove la strada non fu facile. Si specializzò in Taumaturgia, con attenzione alle lesioni da Magia Oscura, quindi si dedicò allo studio della Magia Veterinaria e dell'Ostetricia. Dopo anni di lavoro al San Mungo, fece richiesta per diventarne la direttrice e riuscì a conquistare quel posto.

    DIMMI CHE COSA RESTA, SE VIVI SENZA MEMORIA.



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    Edited by Annie-Macrae Welsh - 4/6/2019, 18:01
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    CIAO TU
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    Si ma io sono bella. Dimmelo.
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    Ciao sono ioooooooo, amore miooooo!
    E niente, sono Alessandra, 27 anni e vengo da Foggia, sono laureata in Scienze dell'Educazione e studio Pedagogiche per prendere la seconda laurea.
    Mi piace un sacco HP, mi piacciono i gdr e gnente, sarò il vostro incubo, ma vi innamorerete di me, non ci sono dubbi!
    Vado a saltellare in giro, ciao piccini!
1043 replies since 12/9/2018
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